Sul filo di lana esce il terzo numero del 2016 di Robot, con una copertina "invernale" firmata da Franco Brambilla. Esce in versione digitale (pdf); a gennaio arriverà la versione stampata.
Se siete in grado di immaginare un ibrido tra Il sistema Dayworld di Philip Farmer e Inception di Christopher Nolan siete a buon punto per farvi un'idea su Pechino pieghevole, il racconto lungo vincitore del Premio Hugo 2016 di Hao Jingfang, scrittrice cinese tradotta in USA da Ken Liu e da noi ritradotta in italiano. Un racconto affascinante sotto vari punti di vista.
L'altro autore internazionale è il britannico Alastair Reynolds, che molti di noi hanno conosciuto personalmente a Stranimondi in ottobre. Il racconto, La figlia del fabbricante di slitte, è ben lontano dalle ambientazioni stellari dei suoi romanzi, ma riserva delle sorprese. Nel numero anche un'intervista con l'autore gallese, raccolta da Paolo Aresi.
I quattro autori italiani sono tutti da tenere d'occhio: Diego Lama, vincitore del Premio Tedeschi e con all'attivo due romanzi usciti nei Gialli Mondadori; Samuele Nava, noto per i suoi gialli sherlockiani; Ilaria Tuti, anche lei vincitrice di vari concorsi, autrice versatile che spazia su vari generi; e Manuel Piredda, vincitore di Minuti Contati, al suo primo racconto lungo.
Nelle rubriche si parla di Luna (con Giuseppe Lippi e con Salvatore Proietti che analizza il libro di Cory Doctorow edito in Odissea) e di fantascientisti bolscevichi, quella generazione di fan e scrittori di fantascienza di idee di sinistra, quasi socialiste, che andava sotto il nome di Futurians.
Il numero 79 di Robot è già disponibile per il download per gli abbonati e acquistabile sul Delos Store e altri store in versione pdf. La versione stampata arriverà verso fine gennaio.
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