Al Trieste Science+Fiction le mattinate sanno di futurologia, robotica, astrofisica. È singolare come il festival lavori su due fronti: sulla programmazione cinematografica e parallelamente sul contenuto scientifico che spesso è il motore di quegli stessi film.
Al Miela danno Terrore nello spazio del mai dimenticato Mario Bava. La versione restaurata è ottima, ma purtroppo dobbiamo correre in Tripcovich per un'annunciata perla francese.
Moonwalkers apre il sipario e spacca in due la sala dalle risate. Complice un clima domenicale rilassato, il pubblico segue divertito le imprese sgangherate di un agente segreto allucinato, un produttore incapace e un regista strafatto. Missione: girare il finto allunaggio dell'Apollo 11. La nota teoria complottara si trasforma in una commedia potentissima, no spoiler, guardatelo. Dalla Corea del Sud, Train to Busan torna a far tremare le sedie, ma sempre col sorriso. Un treno pieno di morti viventi e di vivi morenti attraversa città contaminate dal solito virus zombigeno. Un pizzico di morale in meno avrebbe giovato, ma le scene più concitate sono curate da dio.
E ormai ci siamo. È la serata delle premiazioni, la Tripcovich trabocca di facce nuove e il presentatore annuncia i migliori film del festival. Vari riconoscimenti per I am a serial killer, Sum of Histories e la doppietta di sabato, Monolith e Under the shadow. Premio della critica per Embers, premio del pubblico a poche ore dalla proiezione per Moonwalkers. "Premio Pirata" di Fantascienza.com per Mon Ange.
Finale con staff e stagisti sul palco che fanno il saluto vulcaniano. Ma c'è il bis. Il s+f dà l'ennesima conferma di essere un progetto che vuole anche modificare la realtà, non soltanto rappresentarla. Scende la luce per l'ultima volta e parte un documentario. Zero Days racconta del virus informatico Stuxnet, creato nel 2009 da Stati Uniti e Israele per far esplodere le centrifughe atomiche iraniane, ma poi espansosi in Europa e Stati Uniti. Molte le rivelazioni da attendibili fonti CIA e NSA in questa indagine su segreti militari condotta da Alex Gibney, che ci ricorda quanto sia sottile la linea che separa la realtà da una puntata di Black Mirror.
Applausi. Sipario. Usciti sotto la pioggia, saliamo a bordo della nostra De Lorean e ritorniamo a Lunedì.
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