Secondo la rivista Locus Mike Resnick è l’autore di fantascienza che ha ottenuto più riconoscimenti in campo fantascientifico per il racconto breve, aggiudicandosi cinque premi Hugo, un premio Nebula, e altri premi rilevanti negli Stati Uniti, in Francia, Giappone, Spagna, Croazia e Polonia.
Lo scrittore statunitense è probabilmente anche l'autore che ha perso più premi Hugo, essendo arrivato in finale una trentina di volte.
Nel nostro paese Resnick è conosciuto e amato, una buona parte dei suoi circa cento romanzi e racconti, sono stati pubblicati in Italia da Urania, Delos Digital ed Edizioni Della Vigna.
Eppure… eppure il suo romanzo più venduto, edito negli Stati Uniti nel 1986 e ripubblicato per sette volte, qui da noi è rimasto inedito per tre decenni.
L'opera in questione è Santiago, sin dal titolo non è facile capire se siamo di fronte a un romanzo di fantascienza o a uno di genere western o a tutti e due e forse questo ha pesato nel ritardo.
Alla fine l'edizione italiana è arrivata grazie a Edizioni Della Vigna, diciamo subito che la copertina non chiarisce i dubbi: sullo sfondo il tipico paesaggio alla Monument Valley ma su un pianeta evidentemente alieno, in primo piano un pistolero con un revolver simile alle vecchie Colt 45 ma con il mirino laser.
Una volta tolto il volume dalla busta protettiva (particolare che mi piace molto) e iniziato a leggere ci si rende conto di come effettivamente Santiago sia un ibrido con numerosi elementi western: cacciatori di taglie, la frontiera, la nazione Sioux e ai confini la democrazia, uno stato libero ma decisamente troppo invadente, che prima o poi domerà le terre selvagge.
Quello che non c'era nel Far West è un cantore in stile omerico, che racconta in versi le gesta dei personaggi che agitano il palcoscenico galattico, questo il tocco da grande scrittore che rende Santiago una storia indimenticabile.
Il romanzo è ambientato nell'universo del Birthright, la gigantesca storia futura immaginata da Resncik, l'azione si svolge nel lontano futuro, quasi 4000 anni dopo i nostri giorni, il periodo in cui la Democrazia ha fermamente nelle mani il potere nella zona centrale della galassia e sta espandendosi nella periferia.
Questa zona, conosciuta come Frontiera, è selvaggia e priva di controllo, la legge è una questione di opinioni e spesso mantenuta grazie ai cacciatori di taglie, unico argine ai fuorilegge.
La Frontiera e la sua epopea sono state raccontate da un Omero galattico, l'Orfeo Nero, cantore girovago di cinquecento mondi, un suo verso bastava a garantire la notorietà.
Quaranta versi erano dedicati a Santiago, il bandito più pericoloso e ricercato, l'inafferrabile leggenda senza volto, l'uomo che aveva punteggiato di assassini decine di pianeti.
Su Deluros VIII, cuore pulsante della democrazia, da trenta anni un migliaio di uomini sono impegnati nella sua caccia, allo stesso modo di centinaia di cacciatori di taglie che sognano di mettere le mani sul criminale più ricercato di sempre.
Eppure nessuno è mai riuscito nemmeno ad avvicinarsi al bandito, sino a quando Sebastian Cain, cacciatore di taglie conosciuto come l'Uccello Canterino, si imbatte in un indizio che lo mette sulle tracce di Santiago: inizia una caccia che porterà Cain molto lontano.
Santiago è un romanzo corale, pieno di protagonisti invadenti, istrionici, perfino eccessivi ma sempre divertenti e intriganti, la è struttura divisa in libri con diversi protagonisti le cui vicende si intrecciano e sovrappongono, dipingendo un affresco variegato e complesso.
Non a caso dal romanzo è stato tratto un gioco di ruolo, gli spunti che Resnick dissemina sono talmente tanti da non poter restare confinati in un romanzo… e nemmeno nei due seguiti.
Questo non significa che siamo di fronte a un semplice western fantascientifico senza molta trama, lentamente alla domanda "Dove si trova Santiago?" si sostituisce "Cosa vuole veramente Santiago?" e si comprende di trovarsi di fronte a qualcosa di più della semplice caccia a un fuorilegge.
Il finale è all'altezza del resto del romanzo, va detto che il lieto fine per Resnick è un'opinione, come ben sa chi ha letto Nell'abisso di Olduvai (Seven Views of Olduvai Gorge, 1994), a voi decidere quanto sia veramente lieto.
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