Cross Cult, uno dei più importanti editori di fumetti tedeschi, ha scelto l’italianissima star del fumetto internazionale Marco Castiello per dar vita alla terza incarnazione a fumetti di un personaggio della fantascienza tedesca che è divenuto nel corso degli anni una vera e propria leggenda: il comandante Perry Rhodan.
Sono le matite del giovane talento partenopeo nel ciclo Die Kartografen der Unendelichkeit (I Cartografi dell’infinito) a dare nuovo smalto quella che a tutti gli effetti è la più longeva saga fantascientifica che alimenta il piacere degli appassionati di mezzo mondo da oltre 50 anni.
Marco Castiello è esploso a livello internazionale venendo ingaggiato dalla Casa delle idee, la Marvel, disegnando la miniserie Secret Invasion: Front Line. La sua carriera è partita da Napoli, dove frequenta l'Accademia di Belle Arti di Napoli, laureandosi a pieni voti con tanto di lode in Scenografia. Nel 2008, a seguito di un colloquio con CB Cebulski, editor della Marvel Comics, è fra i dodici vincitori del “Chesterquest”, un concorso internazionale indetto dalla major statunitense per l'ingaggio di giovani disegnatori. Dopo Secret Invasion: Front Line, nel 2009 realizza per la Top Cow una backup story intitolata Augury, pubblicata su Witchblade #125. Sempre nel 2009 comincia una nuova collaborazione con la Marvel lavorando a uno speciale di Spider-Man. Nel 2010 inizia a lavorare per la casa editrice franco-belga Horizon/Joker, alla serie Puzzle. Per la Sony, in team con gli studi californiani Naughty Dog e Volta Creations, ha realizzato il motion-comics del gioco Uncharted: 2, eletto gioco dell’anno 2010, in qualità di artist e storyboarder. Il titolo del lavoro è Uncharted 2: The Eye of Indra, scaricabile da Playstation Network. Sempre per la Top Cow lavora su una miniserie intitolata Rest, progetto co-prodotto dall’attore americano Milo Ventimiglia (Heroes, Gotham) e dalla DiVide Pictures. La miniserie è stata poi opzionata dalla NBC per la realizzazione di una serie TV. Nel 2011 inizia la sua collaborazione con la DC Comics, realizzando una storia breve apparsa sullo speciale JLA-80 Page Giant. Sempre per la DC realizza le prime cinque pagine di Green Arrow Industries, un one-shot legato agli eventi della saga Flashpoint. Lavora nello stesso tempo alla miniserie Aftermath Brightest Day: The Search for Swamp Thing, realizzando i numeri #1 e #3. Nel 2012 gli viene affidata dalla Dark Horse, in collaborazione con la Lucasfilm, la miniserie Star Wars Knight Errant: Escape ed in seguito i due numeri di una storia speciale su Darth Vader, Star Wars: Purge: The Tyrant's Fist. Continua a lavorare con la Dark Horse sulla miniserie Halo: Initiations, saga basata sull’omonimo videogioco. Di seguito torna nell'universo espanso di Guerre Stellari lavorando ad una delle ultime saghe pubblicate dalla Dark Horse, prima della cessione dei diritti alla Disney/Marvel, una miniserie di 4 numeri scritta da Matt Kindt, dal titolo Star Wars: Rebel Heist.
A Marco Castiello abbiamo chiesto di raccontarci questa sua esperienza nel lavorare al fumetto di Perry Rhodan.
Come è nata la tua passione per il disegno?
Sin da piccolo ho sempre amato disegnare. Mia madre conserva ancora gelosamente un disegno che feci all’età di tre anni. Eravamo a casa di una sua amica e per tenermi buono mi diede carta e penna, subito mi misi all’opera e disegnai un aereo. Dopo pochi anni a casa di un amico scoprii i Comic Book e fu amore a prima vista. Rimasi terribilmente affascinato da quel mondo fantastico.
Quali sono stati i tuoi autori di riferimento e/o che ti hanno influenzato?
Ho iniziato leggendo fumetto supereroistico, ho amato alla follia il ciclo Image degli anni Novanta, è stato quindi inevitabile per me subirne un’influenza artistica. Autori come Jim Lee, Marc Silvestri, Stephen Platt, hanno avuto inizialmente una forte presa su di me. Di seguito mi sono invaghito del segno più ricercato di Travis Charest e Leinil Yu. Ho arricchito in seguito la mia visione del fumetto con gli autori europei, e la lista di nomi è pressoché infinita, mi limito a citarne qualcuno: Sergio Toppi, Alfonso Font, Jordi Bernet, Dino Battaglia, Attilio Micheluzzi, Corrado Mastantuono.
Quando hai realizzato che il tuo nome sarebbe comparso sulla copertina di Secret Invasion, miniserie evento del 2007, quale è stato l'effetto?
Una gioia immensa. Anni di studio e sacrifici e finalmente potevo cimentarmi con i personaggi che avevano così tanto arricchito la mia adolescenza. Da quella miniserie in poi ho poi avuto modo di lavorare con altri big dell’editoria, DC Comics, Top Cow, Dark Horse.
Rivedendo ora quel primo lavoro mi accorgo di quanto sia cambiato il mio stile, ma vi rimango molto affezionato, essendo stato una sorta di trampolino di lancio.
Quindi i tuoi lavori da professionista affermato iniziali sono stati nel campo dei supereroi; come sei entrato, invece, nel mondo di Guerre Stellari?
Mi recai a New York per l’annuale convention del fumetto. Ebbi modo di parlare
con gli editors che allora si occupavano delle testate legate all’universo di Star Wars. Ammirarono molto l’appeal europeo delle mie pagine e mi commissionarono la parte conclusiva della miniserie: Star Wars Knight Errant: Escape. La serie piacque molto e me ne affidarono altre: Star Wars The Purge: The Tyrant’s Fist con protagonista Darth Vader, e Star Wars: Rebel Heist, con protagonisti i principali personaggi della prima trilogia filmica.
Marco veniamo a Perry Rhodan, vero idolo in Germania e misconosciuto nel bel paese, soprattutto ai più giovani. Come sei venuto in contatto con questo idolo della fantascienza tedesca?
Venni contattato via email dal boss della cross cult che mi accennò qualcosa sul progetto e sulla sua idea di rilanciare questo personaggio molto popolare tramite una nuova serie a fumetti. Feci qualche ricerca e con l’aiuto di un amico appassionato di fantascienza scoprii l’enorme importanza che il personaggio di Perry Rhodan aveva nella storia di questo tipo di letteratura.
Come mai la scelta è caduta su di te e quale è il tuo rapporto con la fantascienza?
A causa della mia passata esperienza su saghe di fantascienza come HALO e Star Wars, l’editor Andreas Mergenthaler ha pensato potessi essere la persona giusta a rappresentare l’universo di Perry Rhodan. Sono sempre stato affascinato dal genere fantascientifico. Penso che la fantascienza ci mostri come l’umanità potrebbe reagire in situazioni finora non affrontate, verificando la nostra natura e moralità in condizioni nuove ed estreme come ad esempio l’improvviso confrontarsi con altre forme di intelligenza. Perry Rhodan è l’esempio perfetto di tutto ciò.
L’universo in cui si muove Perry Rhodan è stato generato da 55 anni ininterrotti di pubblicazione, e d è inconfrontabile per mole perfino con quelli dei più noti Star Wars e Star Trek. Come hai fatto ad ambientarti e muoverti agilmente in un territorio per te sconosciuto?
Confrontarsi con un universo così longevo richiede sempre profondo rispetto tanto per cominciare. Mi è stata data molta libertà su tutto ciò che era nuovo, ambienti e personaggi, mentre per i vecchi characters mi è stato chiesto un "restyling", su cui ho avuto varie indicazioni. Ci ho lavorato confrontandomi costantemente con lo scrittore della serie, Kai Hirdt autore tra l'altro anche di alcuni romanzi incentrati sull'universo di Perry Rhodan.
Ho dato quindi una mia versione, stando attendo a richiamare elementi cari ai fan della prima ora, ma inserendone altri che potessero attirare l'attenzione di frange di nuovi lettori, che magari di Perry Rhodan sanno poco o nulla.
Quante uscite erano previste inizialmente in Germania? Quale è stato il riscontro del pubblico?
Perry Rhodan è iniziata come una miniserie esaustiva in 3 numeri. L’enorme successo di pubblico già riscontrato durante le convention in Germania per la promozione degli albi (confermato anche dai numeri delle vendite in libreria) è stato tale da programmare una seconda serie di altri tre numeri che rappresenta la naturale continuazione del primo ciclo.
Essendo tu uno tra gli autori italiani che più conoscono sia il mercato sia come si lavori negli Stati Uniti, quali sono le differenze nel lavorare in Europa?
Sono mercati notevolmente differenti. Negli States la tempistica è il fattore dominante nella maggioranza dei lavori e tutto avviene molto velocemente. Il lavoro viene “spacchettato” e gestito da autori differenti e quindi bisogna essere molto puntuali nelle consegne altrimenti si rischia di ritardare l’uscita dell’albo, causando una perdita economica. In tal senso il detto “il tempo è denaro” non è mai stato così vero come in questo caso.
In Europa si ha generalmente più tempo per concludere un fumetto e; così come negli USA; l’offerta di generi è molto varia. Tendenzialmente si cerca di porre maggiore attenzione ad ogni singolo aspetto dell’albo: la veste grafica, i disegni, i colori; per questo ha un appeal molto diverso dal classico comic-book americano.
Perry Rhodan ha visto negli anni Sessanta una trasposizione al cinema, in un'epoca dove però i comic-movies attuali non erano neanche immaginabili. Pensi che sia possibile ritentare l'impresa?
Me lo auguro! Il mercato cinematografico in questo momento sembra essere molto interessato alle trasposizioni di personaggi nati dai fumetti. Perry Rhodan ha una ben più ampia storia editoriale, legata molto di più ai romanzi che agli albi a fumetti. Spero che questo mio lavoro possa contribuire a rendere ancora più nota la serie, così che qualche etichetta cinematografica possa farci un pensierino!
E cosa pensi delle moderne saghe Dc e Marvel portate sul grande schermo?
Con molta onestà non amo molto gli attuali cine-comic. Ad eccezione di qualche trasposizione più o meno riuscita, credo che ultimamente si stia un po’ esagerando puntando fin troppo sugli effetti speciali a scapito della storia che risulta poi essere scarna, rivolgendosi a un pubblico giovane senza troppe pretese.
A cosa lavori adesso e quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ora lavoro alla seconda serie di Perry Rhodan. Il fumetto è sempre presente nella mia vita lavorativa ma al contempo mi ritaglio degli spazi per occuparmi anche di altro, portando avanti progetti con lo studio che ho co-fondato, Primal Shape, lavorando come story-board artist e concept artist.
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