Anno 1956, un robot si aggira per le strade delle principali città italiane: è una replica del robot Robby, e promuove l'uscita nelle sale di Il pianeta proibito. L'eredità lasciata da questa pellicola echeggia nella storia del cinema, giungendo fino ai nostri giorni: ne è la dimostrazione l'enorme interesse che ancora oggi è presente nel cuore di appassionati e collezionisti di ogni parte del mondo. A fine giugno sarà infatti messo all'asta un costume del Dr. Morbius e l'uniforme appartenuta a Quinn, il personaggio interpretato da Richard Anderson: i prezzi di partenza saranno molto elevati.
La storia di Il pianeta proibito inizia nel 1952: in questo anno vede la luce la prima sceneggiatura, intitolata Fatal Planet. Successivamente questa versione viene rimaneggiata ed il titolo viene trasformato in Forbidden Planet. La Metro Goldwyn Meyer investe nel progetto molte risorse (il budget sfiora i due milioni di dollari): oltre all'enorme lavoro per la realizzazione delle location, molto viene speso anche per gli effetti visivi. Alla MGM viene concesso in prestito dalla Disney un vero e proprio mago degli effetti speciali: Joshua Meador è l'artista che due anni prima aveva curato la parte visiva di 20.000 leghe sotto i mari. La sua mano è inconfondibile nella scelta di integrare immagini animate all'interno della pellicola.
L'aspetto interessante della trama risiede nel connubio tra vecchio e nuovo: se è vero che il soggetto si basa sulla commedia La tempesta di Shakespeare, innovativo è il messaggio intrinseco del film. Sono gli anni della Guerra fredda, i film di fantascienza americani diventano strumento di propaganda, paventando l'invasione da parte di forze esterne (i sovietici). Il pianeta proibito lancia un messaggio più universale, trovando nella mente stessa dell'essere umano il vero pericolo per se stesso e per gli altri.
L'astronave C-57-D approda sul pianeta Altair IV: scopo della missione è la ricerca di superstiti della spedizione Bellerofonte, misteriosamente scomparsa venti anni prima. Giunti sul posto, i soccorritori della C-57-D incontrano un incredibile robot, il quale li conduce alla dimora del misterioso Dr. Edward Morbius e della sua bella ed ingenua figlia Alta. In questa sede, i soccorritori scopriranno che una misteriosa "forza" invisibile ha sterminato la spedizione Bellerofonte, lasciando solo in vita solo Morbius e la figlia.
Robby the Robot
Vera e propria mascotte di Il pianeta proibito, il robot Robby nasce dalla mente e dai disegni di Robert Kinoshita: è il fidato automa a servizio del Dr. Morbius, rispetto al quale osserva le "tre leggi della robotica", introdotte da Isaac Asimov nel 1941.
Costato 125.000 dollari, Robby è "animato" nel film dall'attore Frankie Darro (non accreditato). Grazie alla grande schiera di fan guadagnata sul campo, il robot Robby diviene celebre e presta la propria immagine in numerosi cammei: nel 1957 è di nuovo sul set del film Il Robot e lo Sputnik, negli anni '80 appare nel cult movie Gremlins e successivamente in Le ragazze della Terra sono facili. Parteciperà inoltre ad alcuni episodi di Ai confini della realtà e Lost in Space e successivamente sarà ospite di serie come La famiglia Addams, Mork e Mindy fino a trovarlo alle prese con il tenente Colombo.
il costume originale viene rimaneggiato nel corso degli anni (apportando sempre modifiche reversibili). Si può così ammirare l'automa declinato in molteplici versioni: fornito di un abbozzo di testa in Ai confini della realtà e dotato di un grande monocolo verde nel film del 1988 The Phantom Empire di Fred Olen Ray.
La storia del costume di Robby è piuttosto turbolenta. Venduto nel 1971 ed esposto in un museo della California, il costume cade in uno stato di profondo degrado. Utilizzando parti del costume di riserva del 1956, il robot viene restaurato: l'effetto dura poco e dopo qualche anno Robby versa nuovamente in condizioni misere. Fortunatamente il museo che lo ospita chiude i battenti nel 1980: Robby e tutti i suoi accessori vengono venduti al cineasta William Malone. Autore nel 1973 della prima replica del robot e detentore di una vasta collezione di memorabilia provenienti da Il pianeta proibito, Malone restaurerà Robby, riportandolo allo splendore originale.
La prima volta della musica elettronica
Oggi non fa notizia se un certo gruppo chiamato Daft Punk cura le musiche di un film come Tron: Legacy. Nel 1956 le cose sono però molto diverse: viene scelto di affidare la colonna sonora di Il pianeta proibito alla coppia Louis e Bebe Barron. Precursori della musica elettronica, i coniugi Barron introducono questo genere nel 1950. Già conosciuti nel campo del cinema sperimentale e come creatori di effetti sonori, vengono selezionati in quanto virtuosi del suggestivi strumenti come il theremin. Il risultato è la prima colonna sonora "elettronica" nella storia del cinema mainstream. il loro dividerà per anni tra entusiasti e detrattori: rimane il loro fondamentale contributo al progresso nel campo delle musiche da film, così come le conosciamo oggi.
Un film ispiratore
L'enorme fascino che Il pianeta proibito esercita su pubblico e addetti ai lavori risiede in numerosi fattori: la fantascienza moderna deve molto al capolavoro di Wilcox. Il genio della sci-fi Gene Roddenberry, per esempio, attingerà (più o meno dichiaratamente) alle vicende di Morbius e compagni per la stesura del soggetto della serie cult Star Trek: non è un caso l'attinenza tra il teletrasporto dell'Enterprise e l'analogo congegno degli uomini della C-57-D.
Interessante poi notare il grande "riciclo" di oggetti di scena. Oltre al celeberrimo Robby, saranno infatti anche i costumi ad avere nuova vita in altre pellicole: le divise degli astronauti si possono rivedere nel film La regina di Venere del 1958, ma anche nella pellicola Donne amazzoni sulla Luna, diretta da numerosi registi, tra cui John Landis e Joe Dante.
Nel 1960 sarà invece il film L'uomo che visse nel futuro a rispolverare le stesse uniformi, indossate dagli uomini della protezione civile intenti a salvare i cittadini dall'olocausto atomico: nello stesso film vi sono inoltre molti altri oggetti di scena visti in Il pianeta proibito. Troviamo per esempio la sfera trasparente della C-57-D in un polveroso scantinato, oppure una innovativa Tubeless TV in bella mostra, proveniente dal set del 1956.
Aneddoti curiosi
Ad affiancare il "veterano" Walter Pidgeon (Morbius) una schiera di giovani promesse del grande e piccolo schermo: Leslie Nielsen (comandante Adams) troverà la propria strada nel genere demenziale, protagonista di cult come L'aereo più pazzo del mondo e Una pallottola spuntata. La giovane e bella Anne Francis (Alta) girerà numerosi film ed apparirà in varie serie televisive. Richard Anderson (Quinn) apparirà in grandi pellicole come Orizzonti di Gloria e Tora! Tora! Tora!, ma diverrà noto al pubblico italiano per aver recitato nel ruolo del colonnello in L'uomo da sei milioni di dollari.
Appare, in alcune sequenze del film, un giovane attore, che non verrà accreditato nel cast. Si tratta di James Best: tutti lo conoscono nei panni del disonesto sceriffo Rosco P. Coltrane nella serie Hazzard.
Vera e propria chicca per gli ammiratori italiani di Il pianeta proibito riguarda il doppiaggio italiano del cuoco di bordo, celebre nel film per le simpatiche gag a fianco del robot Robby. La voce italiana è affidata ad un giovane Nino Manfredi.
Esistono, infine, numerose prove per i costumi di scena, tra i quali spiccano bizzarri prototipi: ne sono un esempio l'appariscente tuta argentata e un improbabile pantalone corto in dotazione ai membri della C-57-D.
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