La scelta da fare è semplice, o quasi: da che parte stare? Da un lato ci sono Captain America e dall'altra Iron Man. Al primo supereroe si sono affiancati Ant-Man, Occhio di Falco, Sharon Carter (discendente di Peggy Carter), Falcon e Bucky/Winter Soldier. Con Iron Man si sono schierati: War Machine, Vedova Nera, Pantera Nera, e Visione. Dovrebbe far parte di quest'ultima squadra anche Spider-Man (interpretato da Tom Holland), mentre Thor e Hulk non ci sono, perché impegnati ad Asgard, vedi il prossimo film Thor: Ragnarok che uscirà nel 2017. C'è anche Wanda Maximoff/Scarlet che si schiera con Captain America, ma è un po' confusa perché sta imparando a usare i suoi poteri.

Sono questi i due schieramenti che nel nuovo film Captain America: Civil War si affronteranno. Supereroi contro Supereroi, Avengers contro Avengers, amici contro amici.

Ma cosa ha scatenato questa frattura nel team di superumani che fino a ieri sembrava impossibile?

Siamo subito dopo gli eventi di Avengers: Age of Ultron, con Steve Rogers e gli Avengers costretti ad affrontare i danni collaterali causati dalla loro lotta per proteggere il mondo. Dopo che la città di Laos, in Nigeria, viene colpita dall'ennesimo incidente internazionale che vede coinvolti gli Avengers, le pressioni politiche chiedono a gran voce un sistema di responsabilità e un consiglio d'amministrazione che decida quando richiedere l'intervento del team. Questa nuova dinamica divide gli Avengers che, al tempo stesso, tentano di proteggere il mondo da un nuovo e malvagio avversario.

Captain America, interpretato da Chris Evans, trova immorale questa scelta di sottomettere gli Avengers a un qualche comitato o consiglio d'amministrazione, seppur gestito dall'ONU. Iron Man (come sempre nei suoi panni c'è Robert Downey Jr.), invece, la vede come una necessità, per limitare i danni delle loro missioni. Gli altri interpreti del film sono Scarlett Johansson che torna a vestire i panni di Natasha Romanoff/Vedova Nera, Sebastian Stan sarà nuovamente Bucky Barnes/Soldato d’Inverno, Anthony Mackie è Sam Wilson/Falcon, Paul Bettany nel ruolo di Visione, Jeremy Renner interpreta Clint/Occhio di Falco. Tornano inoltre Don Cheadle che sarà War Machine ed Elizabeth Olsen, nei panni di Wanda Maximoff/Scarlet.

A dirigere la pellicola sono i fratelli Anthony e Joe Russo, che hanno già diretto Captain America: The Winter Soldier.

Al cast dei supereroi che già conosciamo si sono aggiunti per questo film: Chadwick Boseman, che interpreta T’Challa/Pantera Nera, Emily Van Camp, nel ruolo di Sharon Carter, Daniel Bruhl, Frank Grillo che sarà Brock Rumlow/Crossbones, William Hurt nei panni dell'ex Generale Ross e ora Segretario di Stato degli Stati Uniti e Martin Freeman.

Il film è il primo della cosiddetta Fase 3 del Cinematic Marvel Universe e, nonostante la presenza di tanti supereroi, va considerato un film su Captain America, non un nuovo film sugli Avengers. Steve Rogers, infatti, è un po' il fulcro della trama, tornerà là dove è partita la sua storia, nella Vecchia Europa e, nello specifico, in Germania.

Dal loro esordio nel 1941, per opera di Joe Simon e Jack Kirby, i fumetti di Captain America (il super soldato che è l’alter ego del giovane patriota Steve Rogers) hanno venduto oltre 201 milioni di copie in 70 paesi del mondo. Dal primo libro a fumetti di Captain America, la cui copertina mostra un giovane eroe con la bandiera americana sul petto che dà un pugno in faccia ad Adolf Hitler, fino all’attuale rappresentazione, questo personaggio è rimasto fondamentalmente invariato.

Il produttore esecutivo Stan Lee, che ha rivitalizzato il personaggio subito dopo la sua apparizione iniziale, considera Captain America una figura senza tempo, che ha sempre mantenuto la sua coerenza: “Quando sono diventato editore della Marvel, la società aveva smesso di pubblicare Captain America; decisi di riportare in vita il personaggio, ma non facendone semplicemente un eroe che lotta contro i “cattivi”, bensì un uomo dalla personalità complessa”, ha spiegato Stan Lee. “Abbiamo ideato la storia in cui Steve Rogers era rimasto ibernato in un ghiacciaio per decenni fino a quando non si risveglia, ritrovandosi fuori dal tempo. Non comprende eventi come Woodstock, gli hippy, la droga e cose del genere. Non riesce a inserirsi nella società moderna, ma abbiamo sfumato la sua personalità e definito con più precisione i suoi problemi, dando così la possibilità agli spettatori di creare un legame ed identificarsi con lui. È stato interessante vederlo crescere e diventare uno dei personaggi più popolari dell’Universo Marvel, il protagonista di un franchise tutto suo”.

E, come dicevamo, questo film è incentrato su Captain America, ma è anche il preludio a una nuova era dell'Universo cinematografico della Marvel, che ha avuto inizio nell’estate del 2008, quando la Marvel fece uscire nelle sale prima Iron Man e poi L’incredibile Hulk. Iron Man ha occupato il primo posto nella classifica del box office per due settimane consecutive, con oltre 100 milioni di dollari nel suo primo week-end nelle sale. L’incredibile Hulk è stato il secondo film Marvel più visto di quell’estate.

Kevin Feige, presidente di Marvel Entertainment e produttore delle pellicole della Casa delle Idee ha spiegato il motivo per cui la Marvel continua a ottenere grandi consensi con il suo universo di amati personaggi. “Uno dei motivi principali per cui i nostri film hanno tanto successo è che non sottovalutiamo né sminuiamo mai il desiderio del pubblico di veder prevalere la giustizia o di vedere un personaggio che nonostante i suoi difetti, riesce a superare le avversità. Una delle cose che più mi piacciono dei personaggi dell’universo Marvel – ha continuato Feige – è che la vittoria per loro non è mai facile. Anche se sono dotati di superpoteri e di un talento eccezionale, la gente ama vederli in difficoltà, sperando che ne escano comunque trionfanti. Abbiamo preso questi elementi e abbiamo creato uno spettacolo visivo piacevole e avvincente. Uno spettacolo per cui vale la pena di abbandonare momentaneamente la propria televisione e

recarsi al cinema, per vivere insieme agli altri spettatori un’esperienza collettiva. Siamo stati fortunati a poter attingere a un universo ricco di tanti personaggi complessi e allo stesso tempo spettacolari, che continuano ad appassionare gli spettatori”.

In fondo l'idea di Kevin Feige era semplice: portare, a poco a poco, sul Grande Schermo tutto il mondo Marvel a fumetti, quello che si era cristallizzato nella mente di generazioni di lettori e di ragazzini nel corso di oltre cinque decenni.

Feige chiese un mega finanziamento di 525 milioni di dollari alla Bank of America Merrill Lynch e partì per quella che all'epoca sembrava un'impresa da folli, ma che oggi è una delle operazioni di investimento nel mondo dell'intrattenimento più redditizie della storia del cinema.

Civil War è solo l'ultimo atto di questo disegno della Marvel e del suo presidente, che nasce anch'esso – seppur parzialmente – da una miniserie a fumetti che tra il 2006 e il 2007 scatenò i fans più accaniti dei vari supereroi Marvel.

Mark Millar alla penna e Steve McNiven alla matita sconvolsero la vita, forse un po' troppo stereotipata, dei supereroi Marvel con la mini-saga in sette episodi intitolata per l'appunto Civil War.

Un'enorme esplosione causata dal supercriminale Nitro spazza via un intero paese, uccidendo oltre 900 persone, tra cui molti bambini. Lo sdegno è generale, è molti cominciano ad invocare un interevento del Governo per far sì che cose del genere non accadano più. Il governo degli Stati Uniti e lo S.H.I.E.L.D. decidono di introdurre il cosiddetto “Atto di Registrazione dei Superumani”, ossia chiedono ai supereroi di svelare la loro identità e di registrarsi in quanto esseri dotati di superpoteri. La comunità dei supereroi si spacca in due fazioni di fronte a questa decisione: i contrari alla registrazione, che hanno Capitan America come leader, e i favorevoli, capeggiati da Iron Man. Lo scontro è inevitabile e la conseguenze catastrofiche per il mondo dei superumani.

Se la miniserie a fumetti si legava alla realtà, facendo riferimenti più o meni espliciti a ciò che era successo in America l'11 settembre del 2001, il film dei fratelli Russo sembra anch'essa legata alla realtà dei giorni nostri, in cui la società si è scoperta più fragile di quel che credeva. Con Clvii Mar sembra dirci che anche i diritti fondamentali dell'uomo possono, in talune circostanze, essere messi da parte o addirittura in discussione. Questo è ciò che accetta Iron Man, ma anche quello che Capitan America decide di combattere, perché la libertà, sembra volerci dire il più patriottico dei supereroi non può essere negata e anche quella dei supereroi è sacrosanta. Chi vincerà?