L'astronauta Edgar Mitchell è morto a 85 anni giovedì 4 febbraio a Lake Worth, Florida, dove era ricoverato in ospedale.
Aveva fatto parte dell'equipaggio dell'Apollo 14, terza missione a sbarcare sulla Luna, e Mitchell era stato il sesto astronauta a mettere piede sul satellite.
Nato il 17 settembre 1930 a Hereford, in Texas, dopo la laurea in materie scientifiche si era arruolato in marina, dove aveva continuato a studiare fino a conseguire un dottorato in aeronautica e astronautica. Era diventato pilota nel 1954, fino ad approdare nel 1965 alla Aerospace Research Pilot School, diventando poco dopo un candidato astronauta.
Nel 1966 venne selezionato dalla NASA; nominato astronauta di riserva per la missione Apollo 10, venne incluso nell'equipaggio dell'Apollo 14, che rimase sulla Luna il 5 e 6 febbraio 1971. Gli altri membri dell'equipaggio erano Stuart A. Roosa (morto nel 1994) che rimase in orbita e Alan B. Shepard, Jr. (morto nel 1998).
La carriera di Mitchell dopo la missione lunare è stata caratterizzata dalla sua passione per la parapsicologia e altre pseudoscienze. Interesse che coltivava già in precedenza, tanto che durante il rientro dell'Apollo 14 tentò un esperimento per trasmettere col pensiero informazioni sulla Terra.
Mitchell fondò l'Institute of Noetic Sciences (IONS) per sviluppare studi sulla coscienza e "fenomeni collegati". Nel 2003 affermò di essere stato curato da un tumore da un "guaritore" di Vancouver, ma il tumore era stato in realtà diagnosticato solo da lui stesso.
Mitchell inoltre divenne una star presso gli appassionati di ufologia quando nel 2008 affermò di aver avuto accesso a informazioni governative riservate che confermavano che a Roswell era precipitato un veicolo alieno. In seguito Mitchell chiarì che le suo fonti non facevano parte della NASA.
Secondo Mitchell fu solo grazie agli alieni se la Guerra Fredda non si era trasformata nella Terza guerra mondiale.
Nel 2011 venne denunciato dalla NASA per aver tentato di vendere all'asta una macchina fotografica dell'Apollo 14.
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