La fantascienza avrebbe potuto avere il primo racconto scritto nello spazio. E l'autore avrebbe potuto essere italiano, una donna italiana. Invece non se ne è fatto nulla.
Ha raccontato la vicenda lo stesso Bruce Sterling ieri mattina, nel corso degli Incontri di futurologia all'interno della manifestazione Trieste Science+Fiction.
Bruce Sterling cura da qualche anno un'antologia intitolata Twelve Tomorrows, edita dal MIT. Per l'edizione 2015 Sterling aveva avuto l'idea di contattare via email l'astronauta italiana Samantha Cristoforetti, che aveva conosciuto e della quale è nota la passione per la fantascienza, per chiederle di scrivere un racconto durante la sua missione sulla stazione spaziale internazionale.
Sterling ha sottolineato l'importanza storica che avrebbe avuto questo racconto: sarebbe stato il primo racconto di fantascienza scritto nello spazio esterno, e sarebbe stato italiano, e scritto da una donna. Avrebbe rappresentato un primato a vari livelli e sarebbe stato indubbiamente un evento storico per la fantascienza italiana.
La Cristoforetti ha subito manifestato il suo interesse e la sua disponibilità; ma Samantha Cristoforetti è un capitano dell'aeronautica italiana e un'astronauta dell'ASI e dell'ESA. Era accettabile che un astronauta dedicasse il proprio tempo nello spazio (fosse anche tempo libero) a questo tipo di attività? Era accettabile che un astronauta europeo venisse pagato da un ente americano durante la sua missione?
I superiori di Samantha Cristoforetti alla fine hanno detto no. Hanno ritenuto che, semplicemente, non fosse opportuno. A nulla è valso il tentativo di Sterling di aggirare il problema del pagamento proponendo di versare l'importo all'ESA o non versarlo del tutto (non si sarebbe trattato comunque di grandi cifre).
È svanita, così, questa opportunità. Prima o poi magari un astronauta in orbita scriverà il primo racconto di fantascienza dallo spazio, ma le possibilità che questo ipotetico astronauta possa essere italiano sono ormai ridotte a zero.
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