- La guerra è tutt'altro che finita
- Non siamo cattivi…
- …è che ci disegnano così
- Una galassia di personaggi diversi
- I fanboy della Forza
- Un nuovo Boba Fett?
- Una generazione cresciuta in guerra.
- L'inizio della fine
32 anni fa, la guerra contro l'Impero si concludeva con la vittoria dei ribelli e la morte dei due capi della tirannia. 32 anni dopo, per noi il 16 dicembre, in Inghilterra il 17 e nel resto del mondo il 18, scopriremo che forse i nostri eroi hanno cantato vittoria troppo presto, ma non nel modo in cui abbiamo sentito parlare per decenni di Expanded Universe.
No, quella galassia di storie era diventata troppo ingombrante per l'avvento dei nuovi sequel e spin-off, che non potevano né volevano fare riferimento a una quantità industriale di storie non sempre coerenti tra loro.
È tempo quindi di (ri)raccontare cosa è successo dopo Il ritorno della Jedi e Screen Crush ha pensato bene di fare un riassunto della situazione nella galassia così come è stata rappresentata nei due titoli più significativi, ovvero il romanzo Aftermath e il fumetto Shattered Empire, per far si che anche chi non segue assiduamente la saga, possa arrivare in sala con un'idea più completa del background di Star Wars Il Risveglio della Forza.
La guerra è tutt'altro che finita
I due titoli citati raccontano storie molto diverse tra loro, ma entrambe hanno lo scopo di rendere cristallino un aspetto importante del nuovo canone: la battaglia di Endor non è stata la fine della guerra tra l'Allenza Ribelle e l'Impero, anzi quello che abbiamo visto è stato solo una scaramuccia confrontato a ciò che si sta preparando.
I decenni trascorsi tra Il Ritorno dello Jedi e Il Risveglio della Forza non sono stati caratterizzati da barbecue e festeggiamenti, ma tra scontri infiniti tra due forze che non ne vogliono sapere di arrendersi. Mai.
Shattered Empire ha fatto intravedere lo scenario della galassia quando sul finale del primo numero, uno Han Solo incupito inciampa in alcune informazioni provenienti dall'Impero da cui emerge una terribile verità: la guerra non è ancora finita.
Aftermath dedica alcuni capitoli separati dalla storyline principale, chiamati Interludi, per spiegare il tumulto in atto nella galassia: su Coruscant, una folla celebra la vittoria abbattendo una statua di Palpatine solo per vedersi sparare addosso dalle forze locali ancora leali al defunto boss; ragazzi e ragazze raggiungono ancora l'accademia imperiale nella speranza di unirsi alla causa, anche se i ribelli l'hanno bruciata poco tempo prima; le famiglie sono spezzate perché i loro componenti parteggiano per una o l'altra parte.
In pratica, anche senza testa, l'Impero è ancora abbastanza potente da essere una minaccia per la nascente e instabile nuova repubblica.
Non siamo cattivi…
Non ci sono scuse per l'operato di Palpatine nel nuovo canone: era un bastardo e si è meritato la fine che ha fatto, ma Aftermath sottolinea che non tutti i suoi agenti erano cattivi come lui.
Molti soldati, piloti e ufficiali lo vedevano solo come un lavoro, giocando con le carte che la vita aveva dato loro.
C'è perfino una donna generale che è la prima a dire che l'Impero ha avuto ciò che si meritava, perché se costruisci una cosa chiamata Morte Nera, forse è meglio se dai una lunga occhiata all'immagine che stai dando di te nella galassia.
…è che ci disegnano così
Aftermath presenta una gran quantità di personaggi con diverse sfumature di grigio: c'è Rae Sloane, la donna capitano della Vigilance, che viene descritta come un capo molto pratico che vuole salvare l'Impero da sé stesso.
I Ribelli sono il nemico certo, ma lei non è una genocida, solo uno dei soldati dall'altro lato della barricata, nonché uno dei personaggi più coinvolgenti della storia.
Poi c'è Sinjir Rath Velus, di cui abbiamo accennato nell'articolo precedente: ex Ufficiale della lealtà, ovvero la polizia militare, ora passa il suo tempo a bere e dimenticare, perseguitato dai ricordi delle azioni commesse per l'Impero.
E malgrado il romanzo tenga nascosto fino al climax verso chi sia orientata la sua lealtà, Velus si svela come un personaggio molto più complesso del solito villain, più che altro è un tipo che ha fatto pessime scelte.
Come ben dice Screen Crush, il nuovo canone crea personaggi molto più complessi del classico bianco/nero. Ci sono buoni da entrambi i lati, i villain possono diventare eroi, i buoni possono diventare mostri nei loro sforzi per distruggere il nemico. L'Imperatore è scomparso, sono rimasti solo uomini e donne fin troppo umani al suo posto.
Una galassia di personaggi diversi
Erano altri tempi, per cui si può scusare una certa predominanza maschile nell'universo dello Star Wars made in George Lucas. Ma ora i tempi sono cambiati e non basta più il gettone di presenza di Leia per il mondo femminile e Lando per gli afroamericani.
Già in Il Risveglio della Forza abbiamo come protagonisti principali Rey (Daisy Ridley), Finn (John Boyega) e Dameron Poe (Oscar Isaac), rispettivamente sul versante femminile, afroamericano e cubano/guatemalteco, ma non sono i soli.
La suddetta Rae Sloane? È descritta di pelle scura; Sinjir, come abbiamo raccontato, è gay. Due personaggi secondari femminili sono sposate l'una con l'altra, ma il punto è che niente di tutto ciò viene sventolato ai quattro venti. È una cosa del tutto normale, c'è una guerra in corso, ci sono cose decisamente più importanti.
E in Shattered Empire i due genitori di Dameron, la madre Sahara Bey e il marito Kes, hanno combattuto fianco a fianco con Han solo su Endor, pilotato X-Wing insieme a Luke, e sono disegnati con tratti chiaramente ispanici.
Inoltre, nel prossimo spin-off Rogue One vedremo personaggi cinesi, arabi e spagnoli, perché la galassia è popolata da persone di ogni cultura e colore.
I fanboy della Forza
Non per questo mancano quelli che inseguono ossessivamente ciò che è diventata a tutti gli effetti un mito: La forza, ma soprattutto il suo lato oscuro.
In Aftermath scopriamo un comandante dell'Impero, definito come legato al culto dei Sith, il quale ritiene che la chiave per sconfiggere la nuova repubblica si trovi agli estremi confini della galassia, in un posto in cui è possibile attingere al potere del lato oscuro.
Ci sono fan di Darth Vader che scrivono sui muri Vader vive e uno squallido trafficante che vende una spada laser rossa dichiarando che apparteneva allo scomparso signore oscuro.
Un po' come il misterioso Kylo Ren (Adam Driver) i cui moventi sono oscuri: fanboy o legato a Vader da un vincolo più profondo?
Una cosa è certa: da morti Palpatine e Vader hanno creato uno stuolo di ammiratori più vasto di quando erano in vita.
Un nuovo Boba Fett?
In un particolare passaggio di Aftermath, incontriamo uno strano personaggio, che si autodefinisce uomo di legge, che trova in vendita l'armatura dello scomparso cacciatore di taglie. E per quanto non lo si veda indossarla, rende chiaro il suo scopo: prenderne il posto per ripulire il pianeta.
Che sia questo il trucco per far ricomparire Boba Fett, o meglio la sua armatura, nella saga?
Una generazione cresciuta in guerra.
Aftermath descrive benissimo la situazione in atto nella galassia: un padre mette nella mano del figlio una pietra durante una sommosso anti-imperialista, ragazzini orfani creano una resistenza sotterranea su Coruscant, anche uno dei protagonisti ha solo 15 anni e viene coinvolto nella guerra dalla madre appartenente alla ribellione.
Così diventa chiaro il mondo in cui sono cresciuti i suddetti Rey, Finn, ma anche il generale Hux (Domnhall Gleason): non hanno mai conosciuto un mondo senza conflitti.
L'inizio della fine
Entrambe le storie si aprono sulla speranza: speranza che la guerra stia per finire, che il bene stia per trionfare sul male. Entrambe si chiudono su una nota buia: le cose possono solo peggiorare.
Star Wars Aftermath è previsto in uscita a gennaio, Shattered Empire tra novembre e dicembre di quest'anno e sarà solo l'inizio della storia.
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