L'istruttrice la raggiunse prontamente, appena lasciò il veicolo: — Ma sei pazza? — sbottò — L'hai aggredito uscendo dall'abitacolo, ora quel pilota sporgerà denuncia. Ti sei messa nei guai.
— Sono io che lo devo denunciare e subito. — rispose pacatamente — Ha frenato di proposito vedendomi arrivare, ostacolandomi, con il rischio di provocare un incidente mortale. Inoltre, mentre lo sorpassavo mi ha speronato, è stata un'aggressione in piena regola. Io sono un agente e questa è un'aggravante. Finirà davanti a un giudice. Il mio intervento è stato regolare, dovevo fermarlo prima che sopraggiungessero altri piloti e rimanessero coinvolti.
— Ti stava provocando perché sei una Eniss.
— Peggio per lui, ha avuto una pessima idea.
L'insegnante la seguì perplessa con lo sguardo, mentre lei si allontanava.
Cristam raggiunse gli spogliatoi, posò il casco e si sfilò la tuta aderente da pilota, rimanendo con una divisa da combattimento leggera, senza maniche e gambe.
— È sciocco da parte tua pensare che io non ti veda. Puoi uscire da quell'armadietto. — disse, freddamente.
Synet, all'altro capo della stanza, aprì lentamente lo sportello e rimase qualche secondo dentro l'armadietto, con aria rassegnata. Quindi fece un passo e uscì, risistemandosi l'impermeabile beige chiaro e la giacca del vestito scuro.
— Sei arrabbiata perché ho cercato di seguirti?
— Sono mesi che lo fai. Se fossi stata un'altra, probabilmente sarebbero uscite solo le tue budella da quell'armadietto. Ma immagino tu abbia valutato i rischi. Tuttavia mi prendi troppo alla leggera. Non sono la tua gallina dalle uova d'oro: non scoprirai niente rimanendo con me.
— Ti sbagli. Seguendoti, tengo d'occhio i progressi del Kovo sulle indagini nel caso dei rapimenti.
— La Sezione 95 non sta eseguendo alcuna indagine al riguardo e io posseggo appena le informazioni che mi hai dato tu a suo tempo, quando ci siamo incontrati la prima volta.
Cristam stava riordinando la sua sacca.
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