Strano destino quello di Bryan Fuller, classe 1969: uno degli autori televisivi più originali e inconsueti del panorama televisivo, ha creato serie in grado di distinguersi nettamente dalle altre, ma subendo sempre un triste destino: Wonderfall, una stagione, ma almeno con un finale pressoché accettabile; Pushing Daisies, due stagioni e un finale che non poteva, nemmeno provandoci, chiudere tutti i fili di trama; Mockingbird Lane, tentativo di dare nuova linfa ai Munsters, mai andato oltre il pilot, come del resto High Moon; Dead Like Me, abbandonata dopo pochi episodi per disaccordi con la rete.
Poi arriva Hannibal, sulla NBC e critica e pubblico la celebrano come un capolavoro, al punto che malgrado i rating pressoché inesistenti, la rete la porta avanti per tre anni, fino al momento in cui purtroppo raggiungeva la linea piatta degli indici di ascolto (qualcuno dice con un finale accettabile).
Eppure, destino infelice a parte, la NBC deve trovarsi bene con questo genio incompreso, che peraltro viene ritenuto l'unico ad aver provato a salvare Heroes mentre affondava, visto che ha deciso di accettare un'altra sfida: riportare in vita Amazing Stories.
Serie di culto andata in onda dal 24 settembre 1985 al 10 aprile 1987, aveva molto in comune con la vita di Fuller: era durata solo due stagioni e andava in onda sulla NBC.
E a dimostrazione che la NBC aveva già qualche problema quando tutto le andava bene, la serie venne cancellata malgrado fosse stata creata e sviluppata da Steven Spielberg e un episodio, il quinto della prima stagione, che aveva come protagonista un giovane Kevin Costner, ovvero The Mission.
Amazing Stories nasceva come serie antologica, ovvero un po' come la mitica Twilight Zone, aveva episodi indipendenti tra loro, senza personaggi o ambientazioni ricorrenti, ma tutti legati alla fantascienza, al weird e al fantastico al punto che il film da noi intitolato Miracolo sull'ottava strada (Batteries Not Included) nasceva originariamente come episodio per la serie, poi trasformato in film per desiderio del regista.
Ben dodici nomination agli Emmy e cinque vittorie non impedirono la cancellazione all'epoca ma ora, laddove Spielberg non sarà coinvolto nel remake, Fuller darà il suo tocco personale alla serie, seguendone la produzione e scrivendo la sceneggiatura del pilot, mentre gli showrunner saranno Justin Falvey e Darryl Frank, liberi dagli impegni di Under The Dome (che sia un bene o un male decidetelo voi).
Non ci sono ancora date ufficiali, ma è probabile che possa trattarsi di una serie pensata per il sempre più ambito periodo chiamato mid-season, ovvero quello estivo. Ma nel frattempo Fuller è oltremodo impegnato: sta realizzando l'ambiziosa American Gods, basata sull'omonimo romanzo di Neil Gaiman per Starz, l'ex casa di Spartacus, della confermata Black Sails e la purtroppo cancellata Da Vinci's Demons, la cui terza e ultima stagione ha appena iniziato la sua corsa negli States.
Che dite, riuscirà Fuller a sconfiggere la maledizione?
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