- Ant-Man, il supereroe dei fumetti
- Ant-Man, il film
- Biologia e Fisica a braccetto
- Il regno dei quanti e il viaggio nel tempo
- Il problema delle dimensioni e della densità
Ant-Man, il supereroe dei fumetti
La storia di Ant-Man affonda le sue origini negli inizi del Marvel Universe. Ideato da Stan Lee e Jack Kirby, debutta nella testata antologica Tales to Astonish, nel 1962.
L'identità reale del primo Ant-Man è quella di Hank Pym, brillante scienziato inventore di un gas miniaturizzante e del suo opposto, un gas che consente di ingrandire qualsiasi cosa, organica o inorganica. Tra le sue abilità ci sono anche la biologia e la cibernetica. Realizza infatti un casco che gli consente di comunicare con le formiche, dando loro ordini. Pym e la sua fidanzata e poi moglie Janet Van Dyne combatteranno quindi il crimine e i super criminali con le identità rispettivamente di Ant-Man e Wasp. Se infatti Ant-Man sembra più che altro solo in grado di comandare le formiche, Wasp (in italiano Vespa) è dotata di un fastidioso pungiglione. In realtà le storie di questo improbabile duo di supereroi non faranno molta fortuna. In compenso i due diventeranno due dei membri fondatori del super-gruppo dei Vendicatori. Pym userà poi le "particelle pym", componente fondamentale del gas, per assumere altre identità supereroistiche, questa volta gigantesche: Giant-Man e Golia.
Nella testata dei Vendicatori la saga del personaggio assumerà a tratti toni drammatici e allo stesso tempo epici. Ideatore del robot Ultron, sperimenterà sulla sua pelle il dramma della ribellione del "figlio" contro il suo creatore. Il robot rivestito di adamantio infatti arriverà ad un passo dal distruggere il supergruppo. Uno dei segni della successiva instabilità mentale di Pym sarà la creazione di una nuova identità: il Calabrone, che all'inizio appare addirittura come nemico dei Vendicatori.
Dopo tanti anni di vita editoriale il personaggio è ancora nel Marvel Universe.
Come nello stesso universo è ancora presente Scott Lang, il secondo uomo ad
aver assunto il nome di battaglia di Ant-Man. Lang era diventato il secondo uomo formica perché costretto a rubare il materiale di Pym per salvare la figlia rapita. Nonostante il furto però Pym donerà, dopo la felice conclusione della vicenda, la sua tuta, le particelle pym e il casco a Lang che lo userà per molti anni, in avventure che lo vedranno militare a sua volta nei Vendicatori e nei Fantastici Quattro, per apparentemente morire nel crossover Vendicatori Divisi nel 2011.
Durante il crossover Civil War un terzo uomo assumerà l'identità di Ant-Man: Eric O'Grady, un agente dello S.H.I.E.LD che aveva trafugato la tuta per scopi personali. Morirà in modo eroico per consentire, in epoca di lancio del film, il ritorno di Scott Lang durante una miniserie chiamata The Children's Crusade, nella quale troverà però la morte la figlia Cassie (ma non temete anche lei tornerà nel crossover AXIS).
Ant-Man, il film
Il film che ad agosto è arrivato nei cinema italiani, fa un fritto misto della mitologia fumettistica.
Hank Pym, un genio comparabile a quello di Howard Stark, è l'ideatore di una tuta negli anni Sessanta del Marvel Cinematic Universe, che si basa sul principio delle Particelle Pym. Per motivi che il film spiegherà lo ritroveremo nella nostra epoca a istruire un ex galeotto, Scott Lang, nell'uso della tuta, per contrastare le mire di un ex allievo di Pym, Darren Cross, che ha costruito una versione potenziata della prima tuta, chiamata Calabrone.
La tuta è una co-protagonista del film. Da questa dipendono i poteri di Ant-Man. Si può dire che la tuta e le particelle Pym stanno ad Ant-Man come l'Enterprise e i motori a curvatura (e tutta la tecnologia connessa) stanno a Star Trek.
Pertanto molta attenzione è stata data alla plausibilità scientifica della tuta, sin dal suo aspetto.
Il regista Peyton Reed ha dichiarato: “Quando Paul ha camminato per la prima volta sul set con la tuta di Ant-Man mi sono detto che, sarò di parte, penso che sia la tuta più cazzuta di tutto il Marvel Cinematic Universe".
"La cosa grandiosa è che si sente la sua storia. Ha subito un danno da battaglia sul casco e quando la guardi pensi a quello che probabilmente Hank Pym ci ha passato dentro. È così dettagliata che basta guardarla perché tutto abbia senso. Puoi comprendere come dovrebbe funzionare e come diffonda le particelle Pym intorno. È molto plausibile."
Quando Scott Lang indossa la tuta si riduce all'istante, ma la sua forza cresce in modo inversamente proporzionale alle dimensioni.
Spiega ancora Peyton Reed: "Ant-Man diventa molto denso quando è piccolo, pertanto potrei essere il cattivo seduto qui puntando la pistola e improvvisamente 'Wham!", qualcosa vola e mi dà un pugno che mi fa volare un dente. È Ant-Man che vola in aria e lancia il mio dente con tutta la forza di uomo che mi sferra un pugno. Qualcosa di nuovo e di interessante. È come un proiettile e non lo vedi arrivare".
E aggiunge: "L'altra cosa è che non è che si restringe e ha finito; può cambiare dimensioni molto rapidamente, anche nel mezzo di una sequenza di combattimento. Parte del suo potere consiste nel prendere il nemico di sorpresa perché può modificare le sue dimensioni quando vuole con questa tuta."
Biologia e Fisica a braccetto
Ma non c'è solo il lavoro dei costumisti alle spalle. La produzione ha ingaggiato un consulente scientifico, il Dr. Spiros Michalakis, un fisico quantistico dell'IQIM (Institute for Quantum Information and Matter http://iqim.caltech.edu/) del Caltech. Il suo lavoro è stato quello di aiutare la produzione a usare nel modo corretto i principi della meccanica quantistica.
Qualche mese fa è stato intervistato da http://nerdist.com/the-science-of-small-how-does-the-ant-man-suit-work/ proprio in merito a tale consulenza.
Una cosa che sorprende è che prima di addentrarsi nei meandri della fisica quantistica, Michalakis ricorda che la scienza di Ant-Man coinvolge, già a partire dal nome del personaggio, la biologia, ala quale si affianca la fisica classica.
È notorio infatti che le formiche siano molto più forti di noi esseri umani, in proporzione alla loro massa. Così forti da sollevare un peso molte volte superiore al loro (http://www.ilblogsonoio.com/lincredibile-forza-della-formica-che-solleva-100-volte-il-proprio-peso-guarda-la-foto/ oppure http://ilsaggiolibro.it/la-forza-della-formica/).
La resistenza dei muscoli di un organismo è proporzionale alla sezione trasversale. Per questo motivo un fascio di elastici è molto più difficile da allungare di un elastico singolo. E più e lungo il fascio più è forte. In generale, la forza dipende dal quadrato dell'altezza (https://it.wikipedia.org/wiki/Interazione_gravitazionale).
Spiega Michalakis che per questo motivo, noi esseri umani siamo oggettivamente più forti di una formica. Ma poiché il volume di un organismo è proporzionale al cubo della sua altezza, ne consegue che la sua forza diminuisce molto più lentamente di quanto diminuisca il volume del corpo. Ecco perché le formiche possono sollevare oggetti di massa superiore alla loro di molte volte.
L'assunzione, il salto logico da fantascienza, è che la tuta abbia una tecnologia in grado di ridurre le dimensioni di chi la usa, senza cambiare la sua massa, pertanto in questo caso avremmo un essere umano in grado di sollevare pesi molto superiori a quelli di un uomo normale. Non un vero rimpicciolimento quindi, con relativa perdita di massa.
Il regno dei quanti e il viaggio nel tempo
Di recente è stato Kevin Feige a spiegare che il film ha introdotto nel Marvel Cinematic Universe il concetto di “regno quantico” (https://en.wikipedia.org/wiki/Quantum_realm), ossia delle scale dove gli effetti della meccanica quantistica siano avvertibili. Distanze di 100 nanometri, se non meno.
Quest'affermazione lascia intuire che Scott Lang potrebbe “rimpicciolirsi” al livello di una particella subatomica, che non sono disciplinate dalle leggi della fisica come le conosciamo. La meccanica quantistica infatti descrive la casualità intrinseca del comportamento di tali particelle. Le tendenze e le probabilità che osserviamo nei comuni oggetti di relativamente grandi dimensioni (rispetto alla scala subatomica) sono il risultato di tutte queste fluttuazioni di massa.
Michalakis avverte che le leggi fisiche che vediamo all'opera nell'universo sono dipendenti dalle probabilità della meccanica quantistica, pertanto se riduciamo le dimensioni tutto sparisce. Gravità, relatività, tempo… tutto. Quindi in teoria se Scott Lang si riducesse a livello subatomico non sarebbe sottoposto alle leggi del tempo e potrebbe muoversi come vuole.
Michalakis è un matematico quantistico e spiega il paradosso con un esempio.
Pensiamo alla probabilità che gettando 10 monete a terra si ottenga dapprima 5 volte testa e 5 volte croce. Potreste provare per ore senza ottenere questo risultato. Ma calcolassimo la probabilità che in 10 lanci si ottengano 5 teste e 5 croci senza preoccuparci dell'ordine, questa aumenterebbe, addirittura a quasi il 25%.
Ogni volta che rinuncia alla necessità di parametro è più probabile ottenere quello che si sta cercando. Riducendo abbastanza – diventando meno specifici – le tendenze dei lanci delle monete cominciano a essere quelle volute, ma riducendo ancora di più le pretese, ossia richiedendo che tutte le monete mostrino una testa o una croce senza preoccuparsi del numero, quelle tendenze spariranno diventando puro caso.
Questo è il nostro universo, ribadisce Michalakis.
Per quanto ne sappiamo, è dalla meccanica quantistica e dalla matematica che scaturiscono la trama stessa del tessuto dello spazio e del tempo. Un tessuto intrinsecamente casuale al livello dei quanti, ma al giusto livello di ingrandimento le probabilità emergono.
La funzione d'onda della meccanica quantistica descrive queste probabilità. Per esempio, non possiamo mai veramente dire che un elettrone orbita attorno a un protone in un percorso definito. Piuttosto, un elettrone ha una certa probabilità di trovarsi in un luogo o nell'altro attorno al protone. La posizione di un elettrone non è definita, è fuzzy (sfumata), per il principio di Indeterminazione di Heisenberg.
Michalakis ci avverte: “Se Ant-Man si riducesse a livello subatomico, entrerebbe in un reame di nulla, di non realtà. Tempo e spazio gli sarebbero aperti e indistinguibili. Potrebbe cambiare l'universo intorno a lui, in modo simile al Dr. Manhattan dei Watchmen e potrebbe viaggiare non solo nello spazio ma anche nel tempo.”
Il problema delle dimensioni e della densità
Ci sono però dei problemi fisici. Il problema più evidente è la densità. Definita come massa diviso per il volume, la densità di Ant-Man sarebbe sufficiente per affondare nel terreno ogni volta che si riduce, data la supposizione che in qualche modo la tuta gli impedisce di perdere materia e quindi peso.
Ant-Man avrebbe anche bisogno di respirare. L'aria per lui sarebbe rarefatta come sulle montagne più alte – la quantità di aria rimarrebbe lo stessa, ma il volume che occupa aumenterebbe drasticamente rispetto a lui. E, se fosse ancora più piccolo, alla dimensione di atomi, non avrebbe modo di respirare i miliardi e miliardi di atomi di ossigeno necessari per l'organismo umano.
Anche in questo caso c'è la tuta, ossia l'assunzione che esista un congegno che risolva il problema.
I costumisti Sammy Sheldon e Ivo Coveney hanno spiegato, in una intervista a Empire Magazine, l'approccio che hanno seguito nell'idearla, tenendo conto delle leggi della fisica e non senza porsi domande sulla coerenza narrativa.
"Quando si riduce, le molecole nell'aria sono troppo grandi per i polmoni," spiega Sheldon. Pertanto la tuta sarà chiusa ermeticamente, con le molecole d'aria contenute nelle bombole ridotte tanto quanto Scott Lang, che altrimenti morirebbe.
L'assunzione della tuta risolve anche il problema del raffreddamento. Senza la stessa quantità di superficie necessaria per dissipare il calore generato dal nostro corpo, anche uno sforzo moderato creerebbe una quantità incredibile di calore impossibile da smaltire.
Pensiamo a uno dei tanti satelliti in orbita sopra di noi. Possiede una certa quantità di energia potenziale, dipendente dall'attrazione della Terra, dalla sua massa, e dalla distanza (https://it.wikipedia.org/wiki/Energia_potenziale_gravitazionale).
Se aggiungete massa al satellite, per mantenere la stessa quantità di energia potenziale, la dimensione della sua orbita deve diminuire. Se il satellite e la Terra diventano un unico sistema, tutto diventa "più piccolo".
Se le "particelle Pym" potessero in qualche modo cambiare la massa degli elettroni, queste particelle si troverebbero in orbite più strette, dei piccoli raggi di Bohr, dei rispettivi atomi e molecole. E perché gli elettroni e le interazioni tra di essi sono in definitiva ciò che impedisce che gli oggetti si tocchino (il principio della incompenetrabilità dei corpi, cariche uguali si respingono), avendo tutti gli elettroni in un solo oggetto improvvisamente l'aumento di massa ristringerebbe tutto l'oggetto! Forse la tuta usa le particelle Pym per un effetto simile.
Michalakis ritiene che non sia del tutto inverosimile. Da qualche tempo in un acceleratore di particelle del Fermilab, gli scienziati stanno cercando di scoprire se è possibile trovare dei materiali i cui elettroni siano abbastanza pesanti (http://mu2e.fnal.gov/). In pratica, secondo Michalakis, stanno cercando le particelle Pym.
Quindi, se all'apparenza Ant-Man è un uomo normale dentro una tuta, come Iron Man, allo stesso tempo è differente, perché Tony Stark ha dotato le sue armature di potenti armi e gadget tecnologici, mentre Hank Pym ha dei poteri che dipendono dalle sue dimensioni e da come agiscono a tale scala le leggi dell'universo in cui viviamo.
Non poco per un eroe all'apparenza così minuscolo.
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