Potrà sembrare strano, ma non tutte le serie inglesi arrivano dalla onnipresente BBC, esistono almeno due alternative: la privata ITV e la rete pubblica ma finanziata dagli spot Channel 4.
Ed è da questo canale che nel dicembre del 2011 arrivò la sovversiva serie Black Mirror.
Osannata dalla critica e dal pubblico con una mentalità più aperta della media, Black Mirror non era un telefilm come tutti gli altri: ogni episodio vedeva un cast diverso, un'ambientazione diversa, perfino una realtà diversa, ma sempre con lo stesso scopo, come aveva spiegato il suo creatore Charlie Brooker in un suo articolo sul Guardian (che potete leggere per intero al link nelle risorse di rete, in inglese):
"Il Black mirror del titolo è quello che potete vedere su ogni muro, ogni scrivania, nel palmo della vostra mano: il freddo, scintillante schermo di un televisore, un monitor, uno smartphone. La mia serie è stata indirettamente ispirata alla mitica Twilight Zone di Rod Sterling. Da molti vista come una farsa fantascientifica, era molto di più: era una satira contemporanea sui problemi della società abilmente camuffata da fiction per evitare problemi con gli sponsor pubblicitari e la censura. Ma Twilight Zone era a volte crudele in modo sconvolgente, perfino più di molti telefilm moderni."
Ed è questo che Black Mirror ha fatto nella sua breve e difficile esistenza: rappresentare le follie della società moderna attraverso lo humor nero, o solo il nero.
L'ultimo episodio andato in onda è stato lo speciale natalizio del natale 2014, che vedeva come protagonista nientemeno che Jon Hamm, direttamente da Mad Men, ma già l'anno prima Robert Downey jr aveva acquisito i diritti dell'episodio The Entire Story of You (protagonista il "Dottor Destino" Toby Kebbel) con l'intento di realizzarne un film completo.
Sette episodi divisi da due anni di distanza e poi nulla, complici budget sempre più esigui e una serie difficile da etichettare e vendere.
Ma come sappiamo, ci sono in campo alcuni giocatori che stanno cambiando le regole della fiction e della sua fruizione, in particolare la sempre più potente Netflix.
Ed è il canale online (per quanto la definizione sia imprecisa) ad avere tutte le intenzioni di produrre nuovi episodi del telefilm.
Ma attenzione: non con un remake americano: Netflix ha contattato lo stesso Brooker perché scriva "molteplici nuovi episodi", come ha riportato per primo il sito inglese Radio Times e lo showrunner con la sua House of Tomorrow è in fase di trattative per concludere l'accordo.
Senza contare che lo stesso Brooker era già al lavoro sulla stesura di nuovi episodi, che ora potrebbero arrivare online in un punto indefinito del 2016.
Che ne dite, Netflix è la casa ideale per Black Mirror?
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