Kepler, il telescopio orbitale appositamente studiato per rilevare pianeti extrasolari, ha trovato un nuovo pianeta "abitabile". Questo termine viene usato, molto impropriamente, per descrivere i pianeti rocciosi che si trovano nella zona "goldilocks", ovvero non troppo lontani né troppo vicini alla propria stella. Naturalmente, perché un pianeta sia abitabile occorrono molte altre condizioni (atmosfera, gravità, eccetera) che però non sono, a oggi, valutabili coi mezzi di cui disponiamo.
La particolarità di Kepler-452b, così è stato denominato il nuovo pianeta, è di orbitare intorno a una stella di classe G2, esattamente come il nostro sole. Si tratta di una stella un po' più anziana (1,5 miliardi di anni), ma non troppo. Il pianeta è il più piccolo pianeta finora scoperto in orbita abitabile, ma anche così è pur sempre il 60% più grande della Terra; il che probabilmente (anche se per saperlo con certezza dovremmo conoscerne la composizione) indica una gravità alla superficie parecchio scomoda per un terrestre. Inoltre ha un tempo di rotazione intorno alla stella di 385 giorni, molto simile a quello della Terra.
Il sistema di Kepler-452b è lontano da noi 1400 anni luce.
Questo è il succo della scoperta, che la NASA ha annunciato, come fa quasi sempre, con grandi proclami ("stasera daremo una risposta a una domanda che ci poniamo da migliaia di anni"), e con una conferenza stampa trasmessa via web che è partita con affermazioni del tipo "osserviamo il cielo sperando di scoprire la vita extraterrestri, e oggi abbiamo fatto un piccolo importante passo in questa direzione".
La conferenza stampa è andata avanti per la prima mezz'ora raccontando (con toni simili) tutto l'antefatto della ricerca di pianeti extrasolari. Alla fine abbiamo perso il filo anche noi e abbiamo preferito andarci a leggere il comunicato stampa.
Ci aspettiamo per oggi articoli sui quotidiani che annunciano la scoperta di pianeti identici alla Terra, di zone abitabili dell'universo, di pianeti che incredibilmente girano attorno a un sole. È davvero una cosa straordinaria scoprire l'esistenza di pianeti lontanissimi, semplicemente osservando piccole variazione di luce nell'osservazione delle stelle. Peccato che queste notizie debbano essere riempite di "effetti speciali" per renderle interessanti al grande pubblico.
Che comunque, quando si parla di finanziamenti alle missioni spaziali, è sempre pronto a trovare molti altri usi più utili per quei pochi soldi. Già in queste prime ore il commento più frequente a questa notizia è "ecco dove mandare i profughi". Che tristezza.
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