- 1. È una storia universale
- 2. Il più grosso cambiamento rispetto al romanzo
- 3. Il secondo episodio farà discutere
- 4. Un'utopia spaventosa
- 5. Fidarsi è bene…
- 6. Il finale
A dicembre, un diverso tipo di invasione aliena avrà luogo in quel di Syfy, grazie alla miniserie in tre episodi Childhood's End, basato su Le guide del tramonto del grande Arthur C. Clarke.
Così eccovi i punti più importanti emersi tra il Comic-Con e l'intervista rilasciata a IO9 dal team artistico dietro la trasposizione televisiva:
1. È una storia universale
Il regista Nick Hurran, che nel curriculum vede titoli di culto come Doctor Who e Sherlock, racconta: "è un libro di idee, ma non quelle legate a eventi legati solo al nostro periodo o a quello originale del romanzo. Sono idee senza tempo: mortalità, moralità, destino, essere responsabili della nostra felicità. Qualcuno potrebbe girare una nuova versione tra sessant'anni e sarebbe attuale quanto lo è oggi."
2. Il più grosso cambiamento rispetto al romanzo
Lo sceneggiatore Matthew Graham spiega il motivo per cui il protagonista Rikki Stormgren (il Mike Vogel di Under the Dome) è passato da rappresentante del governo a contadino: "il libro è stato scritto in un periodo in cui la gente pensava che i politici fossero migliori di noi comuni mortali e non credo che lo si pensi ancora ai giorni nostri. Ho pensato che sarebbe stato meglio se Karellen (Charles Dance) avesse scelto una persona che lavora in una fattoria invece di quella che sarebbe la scelta più ovvia, come il capo delle nazioni unite."
Graham aggiunge: "era una scelta più naturale e nemmeno Rikki conosce il motivo per cui è stato scelto. È un motivo quasi inconoscibile."
3. Il secondo episodio farà discutere
"La pace mondiale cambia il nostro modo di vedere le cose, facendo sì che non mettiamo più la nostra fede in cose che non possiamo vedere o di cui non ci sono prove. Non è un concetto anti-religioso, mi interessava l'idea di esseri onnipotenti che ci danno la possibilità di risolvere i nostri problemi da soli. Non dobbiamo più sperare nella vita dopo la morte, possiamo creare il nostro paradiso sulla terra mentre ci viviamo. E soprattutto, volevo raccontare le reazioni delle persone religiose."
4. Un'utopia spaventosa
Julian MacMahon (Nip/Tuck, i primi due Fantastici Quattro) che definisce il suo Rupert Boyce come un miliardario fondamentalmente ingenuo racconta che "In questo nuovo mondo a comandare sono una razza chiamata Overlords, i Superni, ovvero signori supremi. Possiamo non sentirci a nostro agio con i politici attuali, ma essere governati dagli Overlords fa pensare che non ci sia affatto libertà."
5. Fidarsi è bene…
Yael Stone, nota per Orange is the New Black, qui interpreta una ribelle che vuole contrastare gli Overlords: "se guardiamo alla storia dell'umanità, ogni volta che qualcuno ha detto Io ho le risposte, io posso risolvere tutto, dovevi chiederti cosa stesse davvero succedendo. Io sono sempre scettica verso chiunque dica di avere tutte le risposte."
A lei fa eco Daisy Betts, che interpreta Ellie: "l'utopia di una persona non è uguale a quella di un'altra. Come può esisterne una che renda felici tutti?"
6. Il finale
"Ho cercato di conservare tutti i passaggi importanti del romanzo" racconta Graham. "Se lasciavo fuori qualcosa poco dopo arrivava Nick con un passaggio del libro sottolineato dicendomi E questo? Ma una cosa è certa, il finale del libro è il finale della miniserie."
Vi lasciamo con il trailer completo più recente di Childhood's End:
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