Dario Tonani, milanese, classe 1959, è uno dei più importanti scrittori italiani di fantascienza. Laureato all’Università Bocconi in Economia Politica, Dario lavora come giornalista per un nota rivista che si occupa di motori. Appassionato di science fiction, horror e noir pubblica i suoi primi lavori negli anni Ottanta. Nel 2007 il suo libro di maggior successo, Infect@, su Urania, al quale seguono altri due volumi ancora su Urania (L’algoritmo bianco e Toxic@). Pubblica un’ottantina di racconti su varie testate (Giallo Mondadori, Segretissimo, Millemondi, Robot) e in antologie (Bietti, Stampa Alternativa, Addiction, Puntozero, Delos Books). Nel 2011 esce la sua raccolta personale Infected Files (Delos Books). Nel 2008 su Robot compare il racconto Cardanica, che viene poi pubblicato in ebook da 40k Books e, tradotto in inglese, portato anche in Usa. Seguono le altre tre novelette che completano il ciclo qui pubblicato: Robredo, Chatarra e Afritania, tutte uscite in formato digitale da 40k Books e tutte per lungo tempo in testa alle classifiche. Poi le quattro storie vengono raccolte nel volume Mondo9, edito dalla Delos Books, con alcuni brevi interludi tra un racconto e l'altro. Ancora, per Delos Digital arrivano in ebook altre 5 storie, tre romanzi brevi e due racconti lunghi: Mechardionica, Abradabd, Coriolano, Bastian e Miserable. Infine, tutto il ciclo di Mondo9 sarà pubblicato ad agosto su un Millemondi, la storica testa della Mondadori, con il titolo Cronache di Mondo9. Con Dario Tonani abbiamo chiacchierato in anteprima di questa novità, visto che si tratta del primo Millemondi interamente dedicato ad uno scrittore italiano. E come se non bastasse, oltre alla copertina di Franco Brambilla ci sono altre novità…
Partiamo dall'inizio. Quella che oggi conosciamo come saga di Mondo9 è nata con il racconto Cardanica, uscito su Robot n. 54 nel 2008. Poi, in ebook con 40K, sono arrivate altre tre storie: Robredo, Chatarra e Afritania. Ancora, i quattro racconti lunghi sono stati raccolti in Mondo9, il volume edito da Delos Books nella collana Odissea, inframmezzati da interludi che hanno unito le storie. La vicenda editoriale non finisce qui, ma per il momento fermiamoci. Ti aspettavi che queste storie facessero un percorso dal cartaceo al digitale e poi di nuovo al cartaceo?
In realtà no, non me lo aspettavo proprio; è un percorso editoriale anomalo. Come ho scritto anche nei ringraziamenti di Cronache di Mondo9, direi addirittura controcorrente rispetto alla norma. E non solo per il passaggio dal digitale alla carta, che mi piace interpretare come la riprova del successo della saga, ma anche perché dagli scaffali della libreria approda ora in edicola; a una platea cioè potenzialmente più vasta, che andrà subito – per tipologia di collana e di pubblico – a raffrontare la tua opera con titoli e autori stranieri. Tutto Mondo9 è un po’ “inverso”, e mi chiedo se anche quel 9 in realtà non sia da capovolgere… Naa, scherzo, non sia mai!
Per Delos Digital sono poi uscite altre 5 storie, tre romanzi brevi e due racconti
lunghi: Mechardionica, Abradabad, Coriolano, Bastian e Miserable. Qui ritorniamo al digitale, ma avevi immaginato di scrivere esattamente 9 storie fin dall'inizio, o il ciclo è nato strada facendo?
Ai tempi di Cardanica, che rimase sei anni nel cassetto prima che mi decidessi, nel 2008, a proporlo a Robot, non avevo assolutamente intenzione di farne una storia a sviluppo seriale. Prese questa direzione quando 40k Books decise di proporlo in digitale. Il successo di Cardanica andò oltre le più rosee aspettative, così, quasi per gioco, decisi di scrivere una sorta di bonus track per quanti avevano apprezzato la novelette: buttai giù sette cartelle e le proposi al direttore editoriale di FortyKey, Giuseppe Granieri, che ne fu entusiasta. Al punto che mi disse “Ok, ma non mi basta, voglio altri tre racconti della lunghezza del primo”. E, seduta stante, li calendarizzò a scadenze non troppo serrate: il primo uscì nell’agosto 2010, l’ultimo nel febbraio 2012. La seconda tranche del ciclo – Mechardionica – ebbe una genesi completamente diversa: la serialità era conclamata, sapevo esattamente che alla fine ne sarebbe nato un fix-up. Per cui lavorai fin dal primo episodio a una trama più solida e strutturata, che tenesse legati i vari capitoli. In pratica, scrissi novelette e romanzi brevi un po’ meno autoconclusivi e indipendenti, in previsione della forma definitiva che avrebbe avuto la raccolta finale. Con Silvio Sosio parlai a lungo genericamente di 4 o 5 storie da sommare alla prima parte del ciclo, ma in cuor mio sapevo che il totale avrebbe dovuto per forza fare 9.
Andiamo subito alla notizia del momento. Ad agosto uscirà un Millemondi Urania interamente dedicato a Mondo9, dal titolo Cronache di Mondo9, che comprende i due precedenti cicli e degli interludi inediti che uniscono in un solo corpo narrativo tutte le storie. È il primo Millemondi dedicato a un singolo autore italiano. Una bella soddisfazione, ma anche una bella responsabilità. Non credi?
Assolutamente, è un traguardo professionale e personale che mi onora e mi rende molto orgoglioso. Oltre che essere un’attestazione di stima che onestamente non osavo sperare. Responsabilità dici? Sì, certo, ne sono perfettamente consapevole. Il mondo della fantascienza italiana – specie i lettori di Urania e delle collane derivate – non è mai particolarmente tenero con gli autori nostrani, per cui la scelta di Mondadori appare ancora più coraggiosa. Ma onestamente sono fiducioso.
Come è nata l'idea di Mondo9? Intendo lo scenario del deserto del pianeta e il fatto che la meccanica sia l'unica scienza che si è sviluppata, la cui principale applicazione è la carpenteria…
L’idea all’origine era molto semplice e anche molto weird: scrivere una… space opera ambientata a terra, con astronavi a ruote al posto di quelle dotate di strani sistemi propulsivi. Insomma, con tutto il corredo tipico di questo sottogenere molto amato della fantascienza: il viaggio di cui si conosce solo a grandi linee la destinazione, la claustrofobia degli ambienti, le relazioni di una piccola comunità di viaggiatori e naturalmente gli imprevisti di una rotta mai sperimentata prima o quasi. La mia intenzione era trattare tutti questi ingredienti come se intorno ci fossero davvero il vuoto e lo spazio. Ebbene, che cosa poteva “scimmiottare” il concetto di vuoto e di dimensioni sconfinate? Il deserto! Confesso che in origine avevo immaginato che le navi di Mondo9 potessero essere di legno, un azzardo ancora più stridente e bizzarro rispetto al tipo di narrativa alla quale volevo fare il verso. Poi mi orientai sul metallo (ora benedico la mia scelta), ma lo volli vecchio e rugginoso. Ma soprattutto vivo!
I “personaggi” più interessanti ed originali di tutto il ciclo sono le immense navi con ruote che solcano i deserti di Mondo9: la Robredo, l'Afritania e poi la Bastian… fino alla nave volante Miserable. Sono fatte di metallo arrugginito, ma sono anche in qualche modo esseri senzienti. Sei d'accordo?
Le navi su Mondo9 sono una forma di vita biologica. Una specie animale? Quasi, a patto di allargare il concetto a un accrocco di bestia, fiore, conchiglia, fungo, creatura meccanica. Ogni vascello è dotato di intelligenza, prova odio, invidia, paura. Ha appetiti e bisogni fisiologici. È in grado di sognare e di comunicare con l’equipaggio e con altri esemplari della sua specie. Si ammala e può persino morire.
Non amo moltissimo le etichette, ma devo ammettere che spesso aiutano ad orientarsi nella scelta di libri. Per Mondo9 si è parlato, giustamente, di Steampunk, ma personalmente preferisco definire l'universo narrativo che hai creato con l'etichetta di New Weird. Nel leggerlo, per dirla tutta, mi è venuto in mente Perdido Street Station di China Mièville, un romanzo molto diverso da Mondo9, ma che in qualche modo ha delle assonanze. Cosa ne pensi? Come definiresti il tuo ciclo di storie?
È fuori discussione che l’etichetta “steampunk” a Mondo9 stia molto stretta. E si riferisca solo, peraltro in modo piuttosto generico, all’estetica che si respira tra le pagine, dove vapore e ruggine la fanno da padroni. New Weird sarebbe più calzante? Sì, credo decisamente, anche se devo confessare che mi piace molto la definizione che ne ha dato Giuseppe Lippi nella prefazione al volume: Planetary Romance, un termine da noi conosciuto con tutta probabilità solo dagli addetti ai lavori, che rimanda agli scenari spettacolari di grandi autori come Jack Vance, Frank Herbert, Robert Silverberg, Philip José Farmer… Non sei l’unico che mi associa in qualche modo all’opera di China Miéville, autore oltretutto che amo molto. Lo prendo come un bellissimo complimento.
Il successo di Mondo9 ha varcato anche i confini italiani. La prima storia del ciclo è uscita negli Stati Uniti e il primo volume di storie edito dalla Delos Books è stato tradotto e pubblicato in Giappone, entrando anche nella top ten dei migliori romanzi di fantascienza internazionale pubblicati nella terra del Sol Levante nel 2014 e venendo indicato dalla Guida giapponese allo Steampunk tra le quaranta opere imperdibili del genere a livello mondiale. Immagino che non ti aspettassi che Mondo9 finisse per appassionare anche lettori molto distanti dalla nostra cultura. Cosa ha colpito, secondo te, i lettori giapponesi?
Confesso che il successo giapponese di Mondo9 ha sorpreso anche me. Ho cercato di spiegarmelo, senza tuttavia avere una conoscenza sufficientemente approfondita delle dinamiche di quel mercato. E ho concluso che la visionarietà del mio universo narrativo potesse aver incrociato la grande sensibilità dei giapponesi verso tutto ciò che è grammatica dell’immaginazione (anche, per non dire soprattutto, di stampo fantastico). Pensiamo agli anime, ai manga al mondo del cosplay. Ma è stato il mio traduttore Koji Kubo a darmi quella che è probabilmente la motivazione più profonda di tanto “calore” e affetto attorno a Mondo9: “le tue storie hanno qualcosa di mistico e di spirituale, a cui noi giapponesi siamo molto vicini per tradizione e cultura”. Inutile dire che queste parole non solo hanno risposto alla tua e alla mia domanda, ma mi hanno anche fatto estremo piacere.
Il tuo originalissimo universo narrativo ha avuto l'endorsement anche di Paul Di Filippo e Graham Edwards; in Italia Franco Forte, Alan D. Altieri, Silvio Sosio, solo per citarne alcuni…
È vero il ciclo di Mondo9 ha avuto endorsement molto importanti anche all’estero: da Paul Di Filippo, che è stato l’editor della versione americana di Cardanica, a Graham Edwards, un quotato autore di fantasy, per finire con Bruce Sterling, le cui parole di grande stima per la fantascienza del sottoscritto campeggiano in quarta di copertina. Insomma spero che ci abbiano azzeccato almeno un po’… A loro va il mio immenso grazie. Se Mondo9 ha un’aura di internazionalità lo deve anche a tutti loro, che siano grandissimi scrittori stranieri od operatori professionali di casa nostra, abituati per lavoro a confrontarsi tutti i giorni con i mercati e gli autori d’oltreconfine.
Credo che tu sia d'accordo con me, quando dico che un apporto fondamentale al successo di Mondo9 si deve anche a Franco Brambilla, che ha illustrato le varie copertine sia degli ebook sia della versione cartacea, per non parlare del Millemondi…
Franco lo sa e non finirò mai di ripeterlo: senza le sue immagini Mondo9 sarebbe stato un universo narrativo buio, come tantissimi altri. Magari anche intrigante e suggestivo, ma senza luce, colore, senza un oblò che ti permettesse di guardare fuori dalle pagine quello che è davvero Mondo9 al di là delle parole. Sono cose che non si possono scrivere (o forse chissà), ma a Mecharatt c’è una sua statua, in metallo vecchio e ovviamente incrostato di ruggine, sul piedistallo della quale sta scritto: “Frank B. Artista, Architetto e Comandante, fu il primo a vedere quello che altri avevano solo immaginato”.
Un'altra notizia che riguarda l'uscita di Cronache di Mondo9 è che all'interno del Millemondi ci saranno anche altri disegni di Franco che accompagnano le varie storie. Anche qui è una prima volta assoluta…
Un motivo di ulteriore eccezionalità del volume, per cui credo che anche i collezionisti non se lo lasceranno scappare. Sono sketch al tratto di nove navi, sparsi qua e là tra le pagine. Perché – è una piccola curiosità – le navi citate nelle due parti del ciclo sono nove. Anche se non tutte marcianti o rimaste nelle loro forme e nella loro funzione originarie. Correggetemi se sbaglio, ma nessun Millemondi è mai stato illustrato internamente. E confesso che non pensavo lo sarebbe stato neppure Cronache di Mondo9. Quando però Giuseppe Lippi, Franco Brambilla e io abbiamo fatto (un po’ timidamente) la proposta all’editor Franco Forte, questi ci ha subito risposto di sì dicendoci anche che avrebbe inserito tutti e nove i disegni e non solo i due o tre che avevamo ipotizzato noi.
Altra soddisfazione è che Mondo9 ha avuto anche vari spin off, chiamiamoli così; mi riferisco al volume di Franco Brambilla e tuo con tutti i disegni che ha realizzato, il libro Tutti i mondi di Mondo9 della Delos Books, con 82 storie di altrettanti scrittori che si sono cimentati con il tuo universo narrativo; ancora una colonna sonora con 9 brani dei The Wimshurst’s Machine, band italiana fondata da Fabio Rodi e dallo scrittore/steamer Augusto Chiarle. Infine, credo che sia quasi pronto un fumetto. Ci vuoi parlare di come sono nati questi progetti?
Per l’esattezza due graphic novel ancora in attesa di trovare dove accasarsi, una di Massimo Dall’Oglio (in prospettiva un vero e proprio album a fumetti) e l’altra di Diego Capani, che è anche l’artista che ha realizzato il booktrailer animando al computer le immagini di Brambilla. Sì, Mondo9 è multitasking e multipiattaforma, lo è sempre stato in verità, anche se in origine danzava solo tra carta e formato digitale. Poi sono arrivate le illustrazioni, gli spin off di un manipolo di bravissimi autori Delos e infine la colonna sonora degli The Wimshurst’s Machine (disponibile in CD e in formato Mp3), il cui brano di apertura, intitolato proprio “Mondo9” (Main Titles) – notizia recente – è in nomination come “Best Ambient” agli Hollywood Music in Media Awards 2015. Come sono nati tutti questi progetti? Direi dall’approccio più naturale, quello del lettore che apprezza un testo, lo prende in simpatia e decide di aggiungere il proprio talento a quello che per me è un cantiere aperto. È cominciata così la collaborazione con il “concept artist” Franco Brambilla e siamo arrivati più o meno allo stesso modo alla musica di accompagnamento. Da quella che Oltreoceano chiamerebbero Fan art si è passati a qualcosa che credo vada
decisamente oltre, complici le professionalità messe in campo. E spero che non sia ancora finita…
L'ultima domanda è d'obbligo: Mondo9 proseguirà la sua avventura editoriale?
Chi mi conosce sa che per carattere non parlo volentieri dei miei work in progress. Ma le carte sono state scoperte da un accenno di Giuseppe Lippi nella prefazione del libro, ripreso poi nella mia intervista in calce al volume, per cui ormai non posso più nascondermi dietro un dito. Qualche settimana fa ho terminato la prima stesura di una storia ad ampio respiro ambientata su Mondo9, un vero e proprio romanzo, che riprende alcuni dei personaggi apparsi nei capitoli precedenti della saga. Ha ancora un titolo provvisorio – “Syraqq” – e spero di poter lavorare all’editing del libro quest’estate, in modo da averlo pronto per fine settembre, chissà. Il lettori curiosi di sapere qualcosa di più sulla genesi e sulla natura di Mondo9 avranno probabilmente pane per i loro denti. Ma è ancora troppo presto per parlarne. E poi c’è il Giappone, chissà… Intanto grazie mille della chiacchierata e di questo apprezzatissimo Speciale. Ci vediamo in edicola!
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