Enzo Verrengia è un nome noto agli appassionati di fantascienza e di quella italiana in particolare. Scrittore e giornalista, Verrengia è cresciuto a San Severo ed attualmente è residente a Pescara, ha scritto numerosi racconti e romanzi di fantascienza e spionaggio. Nel 2013 ha pubblicato da Piemme il romanzo fantastico L'eredità di Hyde. Con lo pseudonimo di Kevin Hochs ha pubblicato quattro romanzi di spionaggio su Segretissimo. Per Delos Books ha pubblicato i racconti La corsa del bruco su Robot 44 e Il piagnisteo delle scimmie su Writers Magazine 30. Collabora con la Rai, con la Gazzetta del Mezzogiorno e interviene spesso alla trasmissione televisiva Il Caffè di Raiuno.
Con Enzo abbiamo chiacchierato dei suoi progetti editoriali, ed in particolare della serie di ebook Gli Stramurti viventi in corso di pubblicazione per la Delos Digital. Un progetto di storie originali, ecco perché…
La serie di ebook Stramurti viventi editi dalla Delos Digital consiste in racconti che fanno la parodia di famosi film di fantascienza e non solo. Ci puoi raccontare come è nato questo progetto?
Viene da molto lontano nel tempo. Alla metà degli anni ’90 iniziai a considerare che il futuro in arrivo era molto diverso da come prefigurato nei classici della fantascienza. Un po’ dovunque. Ma al sud, in particolare, assumeva forme comiche. Vedere tamarri con i primi cellulari voluminosi era lungidal sense of wonder della fantascienza degli anni d’oro, dall’incantarsi per il dispositivo di teletrasporto del Capitano Kirk. Di qui l’idea di scrivere delle parodie. Dopo la prima edizione, ne venne una aggiornata al 2001. Non bastava: gli stramurti hanno segnato l’immaginario divertito di certo pubblico, non solo meridionale, perciò rieccoli.
Partiamo dal primo ebook che contiene due storie: La notte degli stramurti viventi e Fuga da Cerignola. Agli appassionati non può non sfuggire l'assonanza con due famosi film. Puoi accennarci alla trama senza però svelare molto?
Dal primo racconto deriva il titolo e il senso dell’intera raccolta. L’ipermercato di Romero diviene una versione in miniatura, adeguata alle ridotte proporzioni di una tipica cittadina di pianura del sud. Gli zombie, con le loro carcasse sformate e cafone, non divergono troppo da certa fauna reale. Quanto a Cerignola, be’, insieme a San Severo, che è la città dove ho vissuto parecchio, rappresenta l’evoluzione del rischio per la sicurezza, dopo il susseguirsi di vicissitudini amministrative, ma anche antropologiche: l’incapacità, appunto, di assimilare lo sviluppo e adeguare l’articolazione civile a modelli avanzati.
La caratteristica principale è che le storie sono ambientate in Puglia. È chiaro che sei legato a questo territorio. Ma la Puglia, e più in generale, l'Italia sono a tuo avviso scenari plausibili per storie di fantascienza e fantastiche?
Certamente. A parte che quella di Fruttero & Lucentini sul disco volante che non apparirà mai sul cielo di Lucca era una provocazione culturale, non una verità, l’Italia è piena di tradizioni fantastiche. Poi, lo sviluppo tecnologico e industriale del boom, nel dopoguerra, ha fatto di questo Paese un grande laboratorio d’innovazione, che resiste anche con la crisi.
Una delle tue cifre stilistiche è la parodia, che ritroviamo per l'appunto nella serie di ebook Stramurti viventi. Che cosa ti affascina di questo genere della letteratura popolare?
La parodia si può fare solo dei miti, creando altri miti. Si pensi a Totò, Macario, Franchi & Ingrassia. Tutti loro, parodiando il costume, l’empireo cinematografico o soltanto la società degli anni ’50 e ’60, si sono imposti nell’immaginario superando addirittura i modelli originali. Totò d’Arabia soverchia il colonnello Lawrence interpretato da Peter O’Toole. Questo perché lo demistifica. Scrisse Bergson che la parodia sta nel degradare il solenne nel familiare, e questo mi va benissimo mentre il circo mediatico, per fare cassa, inventa miti inconsistente e fugaci uno dopo l’altro.
Il secondo ebook rende omaggio ad un regista e a due film che sono nella storia del cinema di fantascienza. I titoli delle due storie dell'ebook sono: Aglien e Bada Runner. E non c'è bisogno di dire a quali film e a quale regista rendi omaggio. Anche qui, puoi accennarci alla trama e perché hai scelto questi due capolavori del cinema per la tua parodia?
In “Aglien” la misura claustrofobica dell’astronave diviene fonte di puzza. Un problema che si pone davvero per i mezzi spaziali e che nessuno prende mai in considerazione nella fantascienza seria, tranne Clarke in “2001 odissea nello spazio”, dove la versione narrativa contiene precisi riferimenti al cattivo odore che permea la Discovery dopo i disastri combinati da Hal 9000.
“Bada Runner” riporta ai minimi termini rischi già presenti: il clima impazzito, il cattivo uso dell’intelligenza artificiale e le nuove risorse tecnologiche in mano ai criminali. Anche il modello societario multietnico, che non funziona e fomenta la xenofobia, il razzismo e la deriva urbana verso gli inferni delle periferie.
Ci puoi anticipare quali altri capolavori del cinema fantastico saranno oggetto della tua “rivisitazione”?
“La cosa da un altro mondo” diviene “La cozza da un altro mondo”, “L’uomo che cadde sulla Terra” è “La zolla che cadde sulla Terra”, “Ultimatum alla Terra” acquista uno spiraglio con “Penultimatum alla Terra". Poi ci saranno dei titoli non vincolati, dove la parodia risiede nei contenuti, sempre molto sarcastici rispetto ad una umanità che si perde nell’improvvisazione, nel raffazzonato e nell’inadeguatezza. Ripeto, non solo al sud: l’ha già scritto Sciascia, la palma si allunga fino al nord.
Sei anche uno degli scrittori che su Segretissimo, la collana da edicola della Mondadori, sta riscuotendo enorme successo con il tuo personaggio L'Operativo. Vuoi parlarci di questo progetto editoriale?
L’Operativo appare in un ciclo di romanzi dalle forti connotazioni geopolitiche. Attraverso di lui, vengono esplorati i possibili esiti dell’attualità internazionale. Ma anche proposte circostanze celate dietro il palcoscenico dei notiziari. Inoltre, con la presenza del controllore Slocombe, più attempato del protagonista, l’azione si stempera nelle indagini dei caratteri, nel ventaglio dei riferimenti culturali, nel fraseggio significativo. La finalità è quella di conferire alla spy-story un rilievo letterario a tutto tondo.
C'è anche un tuo romanzo che uscirà a puntate sul quotidiano L'Unità. Ci parli anche di questa novità?
Si intitola “Il pasto dei gabbiani” e ha un’ambientazione balneare, intonata alla stagione. Presenta lo schema più obbligatorio del giallo: un delitto, una rosa di sospetti e lo smascheramento finale dell’assassino. Con una variante. La situazione apparentemente ben delimitata dei luoghi apre all’intrigo di più ampia portata, con prolungamenti nei temi che mi piace affrontare, ossia le complicazioni di un mondo incontrollabile dove alcuni provano e riportare la sensatezza nelle cose.
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