J. Michael Straczynski ha perfettamente descritto Sense8 in questo modo: "È una storia globale, raccontata su scala planetaria sulla trascendenza umana e su cosa significhi essere umani nella società moderna".
Ma, come ben racconta Buzzfeed, che è andato a intervistare il co-creatore della nuova serie di Netflix insieme ai fratelli Wachowski, la storia è molto più complessa di così: la serie è incentrata su Will (Brian J. Smith, Stargate Universe), Ripley (Tuppence Middleton), Capheus (Aml Ameen), Sun (Bae Doona), Lito (Miguel Angel Silvestre), Kala (Tina Desai), Wolfgang (Max Riemelt) e Nomi (Jamie Clayton).
Vivono a San Francisco, Chicago, Città del Messico, Londra, Berlino, Islanda, Seul e nei primi cinque minuti della storia si ritrovano tutti collegati dalla morte di un membro di un sensate, un gruppo di persone legate dalla personalità invece che da ciò in cui credono. E la morte di un sensate crea la nascita di un nuovo gruppo.
In partenza gli otto non sanno di essere collegati, ma presto cominciano a condividere sensazioni: uno sta mangiando, l'altro sente il sapore di cibo indiano; un fa il deejay, l'altro riesce a sentirne la musica.
"Comincia come un input sensoriale, ma va evolvendosi fino a diventare letterale. Sei da solo in una stanza, ma c'è qualcuno lì, solo che tu sei a San Francisco, l'altro a Seul."
E aggiunge "Vi vedete l'un l'altro anche se nessuno degli altri presenti può vedervi, riuscite a parlarvi e ognuno dei due sa delle cose dell'altro."
Dopo i primi minuti gli 8 cominciano a capire cosa sta succedendo e da quel momento la serie è girata seguendo il loro punto di vista.
"Inizialmente non capiscono cosa diavolo stia succedendo e mentre loro cominciano a capire, noi cominciamo a capire. In partenza è tutto molto confuso."
Per Straczynski "esistono 5 tipi di verità: quella che dici a persone che conosci appena, quella che dici agli amici e la famiglia, quella che condividi con poche persone, quella che racconti a te stesso e quella che non ammetteresti mai con te stesso. Ed è quest'ultima a definirci."
Ma soprattutto "Se questi personaggi hanno accesso ai pensieri, storie, segreti, personalità degli altri, la storia passa da uno sfondo globale a uno umano. Puoi non capire come sia vivere in India, Islanda o Berlino, ma sei in grado di comprendere cosa voglia dire avere un padre che commette abusi, o una persona che nasconde parte della sua personalità perché ha paura che non verrebbe mai accettata."
Il nucleo così diventa "Io credo che più piccola diventa la verità, più diventa globale, più diventa una dichiarazione."
Straczynski dice che Sense8 esamina la politica, la sessualità, l'identità sessuale nella società moderna: "È più un brivido tematico di quello che vedresti di solito nella fantascienza, dove quando parlano di questo tipo di tematiche lo fanno in un altro mondo, con gli alieni. Questo è il nostro mondo, esaminiamo le nostre problematiche.
Ma nasce una complicazione: Jonas, interpretato dal Sahid di Lost Naveen Andrews, è la guida del nuovo gruppo di sensate che li aiuta ad arrivare alla verità. Ma viene rapito, il che rende tutto molto più difficile, perché li rende vulnerabili a un terribile avversario: un gruppo guidato da Mister Whisper (Terrence Mann) un ex sensate che vuole uccidere o togliere i poteri a coloro che li hanno: "Nelle fasi iniziali dello sviluppo umano eravamo tutti sensate, eravamo tutti in grado di percepire le sensazioni degli altri. L'aberrazione, la mutazione, furono quelli nati senza questa abilità, perché uccidere è facile quanto non senti niente."
E conclude dicendo "È una storia planetaria che dimostra come stiamo meglio quando siamo insieme rispetto a quando siamo separati."
I 13 episodi della prima (e speriamo non unica) stagione di Sense8 arriveranno on-line su Netflix il 5 giugno, e saremo tutti collegati col mondo:
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