L’avventura di Blomkamp nella creazione di Humandroid ha avuto inizio oltre 10 anni fa. Giovane regista e artista di
effetti speciali, Blomkamp ha realizzato un promo contenente false pubblicità da mostrare agli agenti e dimostrare così le sue capacità produttive. “Mi stavo guardando intorno e poi, nel 2003, ho progettato quel robot in Lightwave”, spiega. “Ho preso spunto da parecchi disegni manga e anime giapponesi; ora non sono più interessato a quelle cose, però ho voluto dare vita ad un film per rimanere fedele a ciò che era – uno spot pubblicitario bizzarro, falso e strano. Volevo che Humandroid somigliasse molto a quel lavoro”.Pertanto, molto prima che cominciassero le riprese principali, la produzione si è impegnata a fondo nella progettazione dell’aspetto di Chappie per il grande schermo. Lo sviluppo dell’idea fu affidato a due compagnie: la Image Engine, in cui la supervisione degli effetti visivi è stata affidata a Chris Harvey, e la WETA Workshop, con a capo del team degli artisti visivi Joe Dunckley. Tutti insieme, ispirati dal robot progettato da Blomkamp 10 anni prima, hanno realizzato un progetto del robot che avrebbe funzionato sia al computer che come marionetta fisica..Dunckley sostiene che l’idea di Blomkamp al progetto di Chappie, fosse quella di puntare alla realtà. “Voleva che sembrasse vero, non gli importava che fosse tecnicamente al massimo della qualità”, dice. “Non servivano raggi laser che spuntavano ovunque. Doveva essere tosto ma anche sembrare qualcosa di cui il governo avesse potuto disporre di lì a breve”.
Per la forza di polizia costituita da 110 Scout, la WETA Workshop ha costruito 11 manichini. “Li abbiamo resi individuali” Dunckley sostiene che quelle orecchie non sono soltanto marchi identificativi, per come sono progettate danno agli animatori la possibilità di mostrare i sentimenti di Chappie. “Appare più ovvio nelle orecchie” dice. “Le posizioni diverse indicano le differenti espressioni ”.
Man mano che Chappie subisce danneggiamenti nel corso del film, il team della WETA Workshop è riuscita a cambiare il suo aspetto. “Chappie è composto in otto fasi”, dice Dunckley. “Abbiamo realizzato tre scheletri di Chappie ed otto set di pannelli che rappresentano ogni fase. Quando viene danneggiato al petto, abbiamo rimosso il pannello esterno e rimpiazzato con uno della fase seguente. Viene assalito, bruciato, sparato e sparato di nuovo, coperto di graffiti da Ninja e Yo-Landi, e così via. Lo sviluppo fisico ha richiesto un lavoro enorme; l’aspetto complicato era che tutto quanto veniva girato sul set con i manichini – il Chappie fisico – doveva essere relazionato al personaggio al computer e bisognava seguire la continuità, quindi abbiamo collaborato a stretto contatto con la Image Engine per identificare ogni fase e proseguire con una ripresa strutturata affinché si potesse mappare ogni singola fase”.
A interpretare il ruolo del cattivo del film, Vincent Moore, troviamo Hugh Jackman.
“Credo di non essermi mai divertito così tanto come mi è capitato nell’interpretare il personaggio di Vincent Moore”, dice Jackman. “Lui è Australiano, quindi è stato bello poter usare il mio accento. La chiave per capire chi sia Vincent è che lui non perde mai. Anche quando le probabilità gli sono avverse, anche quando i segnali puntano verso tutt’altra direzione, quello è il momento in cui comincia a picchiare più duro. Sente che quello che fa è importante, che non può accettare le direttive di chiunque e perfino il fatto che possano vincere gli altri”.
Visto che raramente interpreta il ruolo del cattivo, Jackman si è divertito ad interpretare un cattivo realistico con un suo punto di vista giustificabile. “I migliori cattivi non sanno di esserlo”, dice. “Lui mette sul piatto un argomento genuino ed è convinto che ciò che sta facendo è giusto e
necessario. Quello che lo rende un cattivo è la sua incapacità di perdere. Questa è la molla che lo fa diventare molto distruttivo, molto arrabbiato e vendicativo”..
Opposto a Vincent troviamo Deon Wilson, il creatore di Chappie, interpretato da Dev Patel (protagonista di The Millionaire e visto anche nella serie TV The Newsroom). Un giovane ingegnere impegnato nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, è l’esatto contrario del Vincent interpretato da Jackman. “Più di ogni altra cosa, Vincent odia l’intelligenza artificiale”, dice Jackman. “Pensa che giocare a essere Dio sia umano. Sostiene che il crimine sia imprevedibile, quindi un problema umano, e che sia fondamentale che ogni arma venga controllata da esseri umani”.
Secondo Blomkamp, Deon rappresenta la nuova generazione di programmatori. “In lui c’è la fiamma che arde nei giovani”, dice lo sceneggiatore/produttore/regista. “Volevo che fosse un prodigio, uno studente ricercatore dell’intelligenza artificiale di Oxford e del MIT sul quale la compagnia mette le mani, ma che scopre da subito che gli scopi della compagnia non corrispondono esattamente ai suoi – e quindi dedica il suo tempo libero alla sua vera grande passione”.
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