Era il 19 maggio 2002, perlomeno negli Usa, quando il fenomeno televisivo creato da Chris Carter ci salutò per l'ultima volta, o quasi.
Infatti, se nel 2008 X-Files fece il suo ritorno al cinema con Voglio crederci, abbiamo dovuto aspettare altri sette anni prima che la Fox decidesse che era giunto il momento di dare una seconda vita alla serie che aveva ridefinito il modo di fare televisione.
Sei episodi, almeno per ora, che riporteranno in azione il mitico duo Mulder/Scully in un mondo molto diverso da quello a cui erano abituati.
E ovviamente, i diretti interessati sono diventati l'oggetto del desiderio di tutte le testate giornalistiche, a caccia di nuovi dettagli sul progetto. A cominciare da The Daily Beast, che è andato a parlare con Chris Carter, partendo con la domanda più importante: Cosa dobbiamo aspettarci da questi sei episodi?
"Saranno onesti con i personaggi e con ciò che è accaduto loro dopo la fine della serie e il secondo film."
Ma non chiedetegli spoiler sul plot: "Non ci sono ancora gli script, ma sarò sempre io a supervisionare la stesura, insieme a molti autori che hanno lavorato alla serie durante gli anni."
E aggiunge "Nella mia testa è già tutto scritto. So cosa voglio fare, come deve svilupparsi, l'equilibrio tra mitologia e storie autoconclusive. Anche se i contratti sono stati firmati pochi giorni fa, le persone coinvolte ci stanno lavorando dall'inizio dell'anno, per cui abbiamo un'idea chiara di come dovrebbe essere, o almeno quella che noi pensiamo sia il modo migliore di scrivere questa stagione."
Carter ritiene anche che "chiunque sarà in grado di seguire la nuova stagione anche se non è stato un fan all'epoca, ma è ovvio che non vuoi alienarti gli appassionati hard-core perdendo tempo con un riassunto."
Prima di X-Files era arrivata la notizia del ritorno di un altro grande classico, Twin Peaks. Il suo punto di vista su questi recuperi del passato è semplice: "La mia parte cinica pensa che questa sia programmazione televisiva fatta con lo spolverino: ha funzionato una volta, funzionerà ancora. Ma un'altra parte di me pensa che se una storia era buona non vuol dire che sia finita. Non si limita ad accumulare polvere sullo scaffale, acquista valore."
L'aspetto migliore è stato riuscire a riunire tutti i nomi originali: "David e Gillian volevano farlo ed è successo nel periodo di tempo perfetto: avevamo tutti uno spazio disponibile e il desiderio di raccontare queste storie. Come ho già detto, il mondo è diventato molto più strano negli ultimi tredici anni e in quanto scrittore non vedo l'ora di trarne vantaggio."
Infine, in un'altra intervista con X-Files News ha risposto alla domanda che tutti si pongono: farà riferimenti alla famigerata data del 22 dicembre 2012?
"Ci ho pensato, non so ancora bene come rappresentarla, in grande stile, in tono minore, in maniera moderna o solo come un vago riferimento nel plot. E ovviamente non puoi evitare i collegamenti con l'arco narrativo di William."
Ovvero William B. Davis, meglio noto come L'uomo che fuma, che nel finale di serie è però deceduto.
Voi cosa ne dite: 2012 si o 2012 no?
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