L’anno scorso salì agli onori della cronaca perché il suo corto Beyond convinse SyFy Films a offrirgli un contratto per realizzare un lungometraggio. Ora Raphael Rogers, ventinove anni originario di Los Angeles, torna con Immersion, nuovo corto sci-fi da lui scritto e diretto nelle pause fra produzioni di pubblicità e video musicali.
Ispirato ai mondi virtuali visti in tanti film da Tron a The Matrix, racconta la storia di un videogioco, si potrebbe dire un Second Life all’ennesima potenza. Tanto reale da cambiare destinazione d’uso, divenendo un ambiente rieducativo per detenuti, dove assassini e sbandati vengono "curati" per poi venire riammessi nel mondo reale. Qualcosa ovviamente andrà storto. Immersion è un ambizioso corto di sette minuti, sebbene girato con un budget ridotto (per Beyond dovettero bastare poco più di mille dollari).
Anche in questo caso siamo di fronte a un’opera il cui obiettivo è attirare l'attenzione e trovare i finanziamenti per fare il salto verso il grande schermo. Anzi, forse a tratti nella seconda metà prevale l’idea di mostrare il potenziale e stupire sulla trama, tanto che lo sviluppo appare poco lineare e il corto si trasforma quasi in una carrellata di potenziali mondi e situazioni da sviluppare.
In ogni caso, un'altra opera che si va aggiungere alla già ampia scuderia della IAM Entertainment di Beverly Hills, la quale già in passato ha gestito con successo opere di autori emergenti quali Keloid, Rosa, True Skin, Rha, Technotise. Tutti lavori che hanno fruttato contratti con grandi case di produzione.
Ecco dunque Immersion, seguito da un breve "Making of".
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