Le macchine apprendono, ma non tutte prendono le decisioni migliori. L'abbiamo visto per H.A.L. e Colossus, ma già a Turing era stata posto il problema con l'obiezione secondo la quale l'idea che "la creazione di macchine pensanti sarebbe troppo terribile”, la cosiddetta accusa di tenere la testa sotto la sabbia, unita alla speranza che tale creazione non fosse possibile. Una obiezione derivante dalla convinzione che l'uomo sia in qualche modo sottile superiore al resto della creazione.
Turing ritiene che questo sia un argomento debole, collegato all'ancestrale paura degli essere umani di essere ritenuti inferiori da altri soggetto pensanti. Questo accade in Terminator di James Cameron (1984), con il super computer Skynet, che come in altri casi, realizza al meglio la sua programmazione scatenando l'olocausto nucleare. Dal momento che SkyNet è una mente incorporea all'interno di un supercomputer, utilizza il Terminator di finire il lavoro iniziato con le armi nucleari. I robot Terminator incarnano la paura che sta dietro questa obiezione filosofica, dimostrando che solo perché abbiamo paura di qualcosa, non significa che non possa essere vera.
Il Terminator è in effetti quel ricettacolo che Turing riteneva potesse contenere un'anima. Quando gli esseri umani riprogrammeranno uno di questi robot per proteggere John Connor, daranno in effetti vita al sogno turinghiano, dopo che l'avvento di Skynet era sembrato la realizzazione dell'incubo. Decisioni simili hanno preso le macchine nella Trilogia cinematografica iniziata con Matrix (1999) dei fratelli Wachowski. Le intelligenze artificiali, presa consapevolezza di sé, riducono gli esseri umani in schiavitù non solo per fini utilitaristici (usarli come pile elettriche naturali) ma anche perché ritengono che il loro mondo artificiale sia sostanzialmente più logico, migliore del mondo naturale creato dagli uomini.
Eppure, e traspare in uno dei dialoghi tra Morfeo e Neo, la prima versione della Matrice era troppo perfetta, un paradiso in Terra che faceva impazzire gli umani. Quindi una differenza tra le due intelligenze c'è, pur nella comune coscienza di sé. I temi della sfida e della rivolta contro il creatore tornano prepotenti in Battlestar Galactica, serie televisiva del 2004, remake della omonima serie anni Settanta. I Cyloni, oltre all'autocoscienza sviluppano una religione monoteista contrapposta a quella politeista degli umani e si evolvono dal corpo robotico a un corpo biologico indistinguibile dagli esseri umani.
Nell'arco della prima stagione Gaius Baltar lavora a un possibile test per riconoscere umani da Cyloni. Un test che possiamo non credere dissimile da quello di Turing.
Il concetto turinghiano che l'anima possa essere ospitata in qualsiasi contenitore meccanicamente o biologicamente strutturato per contenerla è portato all'estrema conseguenza con il concetto della “resurrezione” dei Cyloni.
Lo spin-off della serie, Caprica (2010) nel mostrarci la genesi dei Cyloni, ci mostra come la creazione di macchine che apprendono sia ancora una volta il primo e necessario passo per lo sviluppo di un A.I.
Turing se lo era chiesto in modo esplicito: "Invece di elaborare un programma per la simulazione di una mente adulta, perché non proviamo piuttosto a realizzarne uno che simuli quella di un bambino?". (1)
Eva film del 2011 diretto da Kike Maillo su suo soggetto scritto insieme a Martì Roca, sceneggiato dal drammaturgo catalano Sergi Bebel e da Aintza Serra, parla di robot e intelligenze artificiali bambine, ma non cita esplicitamente Turing, perché ai concetti di ricostruzione della meccanica del corpo robotico, la storia concepisce il lavoro di creazione dell'intelligenza artificiale non come algoritmico, posto in termini di computazione, bensì come quello di una costruzione caratteriale.
In effetti il lavoro del protagonista Alex più che ingegneristico è psicologico. Tramite il "display ad ampolle" chiamato Hand-Up, maneggia sfere che rappresentano possibili caratteristiche caratteriali del cervello del suo robot, recuperando i precetti della "frenologia" una pseudoscienza (come l'alchimia del resto) per la quale ogni parte del cervello umano sarebbe collegata a un tratto del carattere.
Ne consegue una esplorazione dei sentimenti dei robot, che possono per esempio avere dei livelli di emotività programmabili, e su come gli esseri umani interagiscono empaticamente con la loro "simulazione" dei sentimenti.
Che dalla potenza di calcolo possa scaturire una forma diversa di intelligenza è tema anche del primo romanzo di Ted Chiang, Il ciclo di vita degli oggetti software del 2010. Il romanzo riporta alle mente gli articoli di Turing sulla possibilità di creare intelligenze artificiali bambine, in grado di apprendere e crescere, Chiang nel romanzo si dimostra interessato sia a descrivere i processi cognitivi dell'intelligenza artificiale, sia i problemi che gli umani affrontano nel doversi confrontare con essa, affrontando le problematiche legate alla potenza di calcolo e alla commerciabilità di un programma di AI.
I “digienti” di Chiang non sono per nulla imparentati con Colossus o Skynet, ma è interessante come anche in questo romanzo si segua in modo molto simile la crescita dell'intelletto artificiale e come questa crescita influenzi i rapporti tra gli esseri umani, e tra gli umani e la macchina.
Di questi rapporti parla Her, un film del 2014 diretto da Spike Jonze e interpretato da Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson. La cui storia è ambientata in una Los Angeles poco avanti nel futuro.
Le interfacce grafiche di computer e cellulari sono ridotte al minimo, non esistono neanche più le periferiche di input che conosciamo oggi, come tastiere e mouse. L'interfaccia uomo/macchina è affidata alla voce.
Ed è con la voce e l'intelletto che lavora Theodore (Phoenix), che scrive lettere su commissione. In un mondo in cui forse c'è poco tempo per fermarsi a riflettere, le persone lasciano che uno sconosciuto scriva gli auguri di anniversario o una lettera d'amore alla persona amata.
Il mondo ordinario di Theodore non sembra molto allegro. Si trascina stancamente, rimuginando sul suo matrimonio fallito e una vita sociale ridotta ai minimi termini, con frequenti puntate nelle chat-room erotiche.
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