
Ma, soprattutto, qui c'è il tempo.
Quando McCounaghey attraversa il buco nero e si ritrova nel tesseratto, davanti a noi si dispiegano un tempo ed una realtà allo stesso tempo molteplice e unica, non più in sequenza ma linearmente disposta tutta dinanzi ai nostri occhi.
Rileggiamo, quindi, la realtà che abbiamo vissuto all'inizio del film per così dire “dall'altro lato della libreria” negli eventi della vita di padre e figlia, lasciando che una nuova interpretazione ci aiuti a comprendere mentre il singolo eroe diventa tanti eroi, uno per ogni momento, fino a rendere cinematograficamente reale il famoso paradosso della gallina che depone l'uovo nel passato per generare se stessa.
È come se in questo film avessimo un po' l'evoluzione dei concetti presentati negli altri tre, l'unico, il molteplice, il tempo, la realtà, tutti guidati dall'emozione si presentano davanti a noi in una nuova dimensione che vuole rappresentare una realtà multidimensionale, ma che in definitiva è quella dell'unica realtà in cui tutto questo si svolge: il racconto cinematografico, la fantasia dell'autore che parla alla nostra fantasia per il piacere di essere intrattenuti con una buona sospensione dell'incredulità.
Voglio esprimere una piccola, ultima notazione sui finali che, a mio parere, sono diventati, da Memento in poi, più rassicuranti o forse solo più “indotti” della macchina produttiva hollywoodiana, altro argomento che potrebbe aprire ampie discussioni.
Comunque, se volete, rivedere questi film può far soprattutto rivivere le emozioni racchiuse in essi e rimuginare piacevolmente sulle storie che narrano.
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