L'universo in cui si muovono i supereroi Marvel non solo diventa molto complesso e nebuloso mentre ci si allontana dalla Terra ma decisamente non è mai stato amichevole nei confronti di un vero appassionato di fantascienza. Guardiani della Galassia ci fornirà chiaramente un ottimo spunto per un viaggio interstellare ai confini del cosmo della Casa delle Idee ed in aggiunta anche un indizio o due di dove questo viaggio potrebbe portare sia lettori che spettatori negli anni a venire.
Il rapporto difficoltoso e burrascoso ma sempre molto felice e fertile fra fantascienza e fumetti mainstream si complica ulteriormente quando ci si sposta dal piano planetario, la nostra cara e vecchia palla blu per intenderci, a quello che sta di fuori, soprattutto se a farlo è una realtà del calibro della Marvel.
I protagonisti dei fumetti di supereroi sono indiscutibilmente i supereroi, entità umane od umanoidi dai colori sgargianti e dai superpoteri che li rendono unici agli occhi del lettore, se aggiungiamo qualche problema ed un'esistenza non tutta rose e fiori abbiamo la ricetta Marvel per far identificare il suddetto lettore con il supereroe in questione. Iron Man è un genio, playboy, miliardario ed inventore ma allo stesso tempo un essere umano normale trasformatosi in qualcosa di più tramite l'invenzione più importante della sua vita: un esoscheletro potenziato unico del suo genere. Ora per un attimo pensate all'armatura di Iron Man in un contesto tipo Fanteria dello Spazio di Robert Heinlein o di fronte al phaser del Capitano Picard e vedrete che non solo Tony Stark sarà immancabilmente ridimensionato ma probabilmente non sarà nemmeno così attraente come quando era solo soletto nella sua torre newyorkese. Wolverine, mutante immortale (o quasi) per eccellenza, con il suo metro e poco più di cattiveria, artigli, scheletro di adamantio e l'immancabile fattore rigenerante, buttato fuori dal portello di un'astronave non avrebbe proprio vita facile e nemmeno in uno scontro fra navi stellari. Anche i pezzi grossi come Thor o Hulk, seppur ad alto livello di potere, potrebbero causare almeno un qualche imbarazzo in un contesto cosmico perché magari anche in grado di affrontare una nave stellare da pari a pari, Hulk più come missile che altro, ma di fronte ad una flotta o ad una nave che fugge sarebbero comunque al punto di partenza mancando di sensori e motori a curvatura. Questo non vuol dire che una storia spaziale nell'universo Marvel non sia possibile e nemmeno vuol dire che non ci siano stati momenti spettacolari a tale riguardo (uno su tutti il Dio del Tuono di Walter Simonson a spasso per la galassia nel suo carro trainato da caproni) ma sottolinea che il sense of wonder solitamente utilizzato nei fumetti di supereroi cozza pesantemente con quello utilizzato per la space opera.
Se stai parlando di flotte stellari, distanze inimmaginabili, motori ultraluce, IA super-evolute ed imperi alieni vecchi di centinaia di migliaia di anni sia Capitan America che l'Uomo Ragno tendono a scomparire mentre se rendi confrontabili gli ordini di grandezza il grottesco è in agguato. Tempi e luoghi si accavallano e non tornano ed anche gli esseri creati appositamente per trovarsi a loro agio negli spazi aperti del cosmo, pensiamo per esempio a Silver Surfer, diventano quasi delle caricature di loro stessi rimanendo compressi in uno storytelling sottodimensionato rispetto alle loro possibilità. L'impero Shi'ar si estende su almeno tre galassie, esiste da un numero incalcolabile di anni ed ha a disposizione tutto quello che un bravo lettore di fantascienza si immaginerebbe per una civiltà interstellare molto evoluta: le immense flotte di cui si parlava sopra ci sono, migliaia di razze al servizio della civiltà Shi'ar pure, esoscheletri, corazzate stellari, armi in grado di distruggere pianeti o di incendiare stelle bene o male le hanno o le possono procurare, quindi cosa ci fanno sempre e comunque nella posizione di prendere sberle da tre o quattro buffi umani in costume oltretutto esimi rappresentanti di una civiltà né più né meno diversa dalla nostra odierna? Non sta in piedi, non sta in piedi che Galactus (immensa divinità cosmica) si cibi, con miliardi di miliardi di galassie a disposizione, sempre nel relativo giardino di casa come non sta in piedi che nessuno abbia pensato di obliterare un pianetucolo fuori mano in grado di dare fastidio a qualsiasi entità nell'arco almeno dell'ammasso galattico della Vergine, uscendone sempre a testa alta e senza un graffio.
Civiltà cosmiche sono cadute davanti ai nerboruti pugni della Terra, quando governi comprendenti milioni di mondi hanno un problema solitamente chiamano i terrestri in aiuto, se l'universo solitamente rischia di finire (una o due volte l'anno) è per colpa dei terrestri, siamo una piaga per il cosmo ma una piaga sempre senza soluzione perché qualunque cosa ci lancino addosso ne usciamo a testa alta. Non possono neppure dimenticarsi di noi e lasciarci vivere isolati sperando nella nostra estinzione perché comunque almeno una volta ogni tre o quattro mesi ogni essere alieno nei dintorni sicuramente scommetterà sul nostro intervento nei suoi propri affari interni, in barba alla trekkiana legge di non interferenza.
Neppure tempi e distanze si salvano dalla distorsione supereroistica, se infatti vogliamo rendere protagonisti nello spazio i nostri supereroi casalinghi la compressione è sempre in agguato e distanze e tempi si devono piegare ad essa (senza contare le mancanze di scrittori non troppo capaci ed informati in merito). Universo e galassia in alcuni casi diventano sinonimi, gli eventi cosmici vengono compressi nell'arco di ore, settimane o, nei casi più fortunati, mesi e chiaramente accadono o sono tutti accaduti negli ultimi anni. Nei due più eclatanti crossover con ambientazione spaziale negli ultimi anni, Infinity ed Annihilation, possiamo anche aggiungere la Guerra dei Re (War of Kings) al novero per completezza, un tentativo per ridimensionare il fenomeno e per capovolgere la tendenza è stato timidamente provato ma senza un vero impegno o la speranza di riuscire ad annullare più di un mezzo secolo di storie. Anche qui campagne di imperi su scala extra galattica vengono risolte con una o due battaglie che ricordano più Agincourt o le Termopili che qualunque cosa uscita da qualsivoglia anche solo lontanamente rapportato alla fantascienza, i nostri eroi allegramente capovolgono le sorti di imperi a terra sporcandosi i pugni o i martelli e quando hanno bisogno di consultare un governo parlano direttamente sempre col capo in grado di far pesare i suoi ordini su tutti i suoi miliardi di miliardi di sudditi istantaneamente. Se gli esempi di questo tipo potrebbero continuare per pagine e pagine c'è da chiedersi il perché la Marvel abbia deciso di intraprendere un progetto come quello relativo ai Guardiani della Galassia, a prima vista destinato a fallire prima ancora di essere cominciato ed invece rivelatosi, fuori dall'Italia per ora, come il successo cinematografico dell'anno.
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