Qui, invece che portarci tra stelle e pianeti, ha fatto in modo che la frontiera diventasse la Terra stessa, definendo pian piano le sette razze (I Castithans pallidi e quasi albini, con una società strettamente divisa in caste, orgogliosi e sessualmente disinibiti; gli Irathients organizzati in tribù dotati di forte spiritualità in stretto contatto con la natura; gli Indogenes estremamente intelligenti e razionali, fornitori di quasi tutta la tecnologia in possesso delle razze Votan; i Sensoths di aspetto minaccioso e scimmiesco; i Liberata per lo più impiegati come servitori; i Volge, ovvero i guerrieri temutissimi da tutti e i Gulanee globi luminosi misteriosi e alieni anche per i Votan) e i nuovi equilibri che questa invasione ha portato sul pianeta.Nella riscoperta della fantascienza da parte dei network è indubbio che spesso il termine fantascienza viene preso a prestito per poi infilarci dentro di tutto: dalla soap opera ai drammi familiari, dall'avventura mainstream al poliziesco. Ma se c'è un genere che è sempre stato embricato alla fantascienza (e che secondo me spiega anche come mai proprio negli USA questo genere letterario prima che televisivo e cinematografico abbia avuto tanti autori) è il Western.Non sto parlando solo di opere in cui la commistione è palese (come Firefly per citare una serie o Cowboy & Aliens per gli ultimi film) ma proprio dell'impianto narrativo come concetto di genere.
“Space: the final frontier.” Anche nelle parole di esordio di Star Trek si parla di frontiera e lo stesso creatore Gene Roddenberry dichiarò più volte che le due ispirazioni alla base della serie erano stati i serial western e i film di guerra con i sottomarini. Intendiamoci, nei decenni ci sono state opere, letterarie e non, di ottima fantascienza “western” ma anche una aperta guerra alla commistione dei generi (famoso resta la quarta di copertina su Galaxy Science Fiction negli anni cinquanta dove si diceva chiaramente che sulla rivista non avrebbe MAI trovato posto la fantascienza simil-western).
Ma solo negli ultimi anni di questo genere ne abbiamo visto tanto, nella fantascienza con il nuovo sceriffo di Terra Nova e i gli irregolari di Falling Skies, nel mainstream con l'ambiguo nuovo sceriffo di Banshee (serie noir poliziesca) e perfino Hell On Wheels (serial western vero e proprio sulla costruzione della ferrovia negli USA).
Dunque, se apprezzate questa commistione, Defiance fa per voi.
Se poi volete divertirvi a proseguire le avventure della serie, come dicevo all'inizio, troverete anche un gioco MMO che vi permette di vestire i panni di un cacciatore di manufatti nella contea di San Francisco (opportunissimo cambio di ambientazione per evitare problemi di continuity con la serie) e divertirvi ad esplorare questo nuovo mondo.
In generale mi trovo d'accordo con la valutazione di Metacritic sulla serie (un punteggio medio di 57 su 100) e non piangerò se non dovesse essere confermata una terza stagione. E' una serie che si fa guardare ma (per fare un paragone con l'altra serie famosa di O' Bannon) non ha la chimica scanzonata (anche questa molto western) di Farscape dove pur mantenendo una buona trama orizzontale c'erano archi narrativi brevi ed episodi singoli molto godibili, parecchie situazioni sanno di già visto o lasciano un sapore di “vorrei ma non posso”.
Però lo sforzo produttivo c'è e, diciamocelo, non sempre un autore è capace di replicare appieno i propri successo (vogliamo parlare di Aaron Sorkin che dopo West Wing si è infilato in Newsroom?), tuttavia nel panorama generale Defiance resta una serie che si lascia guardare con piacere.
In attesa che qualcuno, prima o poi, ci riporti tra le stelle.
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