Le storie che John W. Campbell jr. prediligeva e pubblicava su Astounding Science Fiction erano caratterizzate dall'interesse per la scienza e le sue applicazioni. Eppure uno dei suoi autori di punta come Clifford Donald Simak alla verosimiglianza scientifica nemmeno ci pensava. In effetti le sue storie sono incentrate sulla psicologia (umana o aliena), sulla filosofia e sui sentimenti, più che sulle astronavi e sulle supermacchine per salvare l'universo. Nonostante ciò, Campbell era un editore con troppa esperienza per lasciare alla concorrenza uno scrittore capace di avvincere il lettore come pochi altri.
Anche nel nostro paese Simak è molto amato. Non deve quindi sorprendere che Urania Collezione lo pubblichi per la quarta volta con il romanzo I Visitatori. Si tratta di una "semplice" invasione aliena: la Terra è stata invasa innumerevoli volte, almeno sulle pagine dei romanzi di fantascienza, ma quando a scrivere è Simak le cose non sono mai come ce le aspettiamo.
L'autore
Clifford Simak è nato nel 1904 ed è scomparso nel 1988. Giornalista per tutta la vita, è stato considerato per anni una sorta di Ray Bradbury della grande provincia americana, insolitamente vicino alle persone semplici, alle descrizioni d'ambiente (il Midwest rurale), ai valori di una civiltà minacciata dalla tecnologia disumanizzante. Tra le sue opere ricordiamo Ingegneri cosmici (Cosmic Engineers, 1939), Anni senza fine (City, prima ed. in volume 1951; ed. ampliata 1981), Oltre l’invisibile (Time and Again, 1951), L’anello intorno al sole (Ring Around the Sun, 1952), Pescatore di stelle (Time Is the Simplest Thing, 1961), La casa dalle finestre nere (Way Station, 1963), Infinito (Why Call Them Back from Heaven?, 1967). Su “Urania” sono apparsi numerosi dei suoi romanzi classici, ma anche gli ultimi: Pellegrinaggio vietato (Enchanted Pilgrimage, 1975), Mastodonia (id., 1978) e I visitatori (The Visitors, 1980).
La quarta di copertina
A Lone Pine, Minnesota, c'è un barbiere pieno di pregiudizi e c'è Jerry Conklin, lo studente di scienze forestali che ha deciso di andare a pescare. (Lui pensa che sia un giorno come tutti gli altri.) Poi arriva la tegola che gli fracassa la macchina: decisamente, non è un giorno come gli altri. La tegola è un parallelepipedo nero e opaco caduto dal cielo, alto venti metri e largo duecento, che gli abitanti di Lone Pine sono i primi a vedere. George, il barbiere, è invece il primo a sparargli contro. Ma sarà anche l'ultimo.
Clifford D. Simak, I visitatori (The visitors), Mondadori, Urania Collezione 140, Traduzione Giuseppe Lippi, pagg. 248, Euro 5,90
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