Una brutta notizia ha purtroppo caratterizzato il ritorno dalle vacanze: la scomparsa di Gianfranco Viviani, un gigante della fantascienza italiana.
Gianfranco Viviani è stato l'uomo che ha dato dignità alla fantascienza in libreria, sia come editore sia come curatore di collane. Dopo una proficua esperienza alla casa editrice Mursia, Viviani creò una sua casa editrice, la Nord, alla quale - dopo un primo periodo di pubblicazioni varie - diede una svolta dedicandosi alla pubblicazione di narrativa fantastica e di fantascienza. Il tutto avvenne perché Viviani ebbe l'intuizione di effettuare un sondaggio per capire quali tipologie d libri mancavano sul mercato editoriale italiano. Tra le altre cose il sondaggio indicava proprio nella fantascienza un possibile settore in cui inserirsi con possibilità di un successo commerciale. Viviani chiamò così a collaborare due personalità quali Renato Prinzhofer e Riccardo Valla. Nacquero collane quali Cosmo Argento e Cosmo Oro e ancora Fantacollana, entrate poi d diritto nella storia della fantascienza italiana. In breve tempo, l'Editrice Nord divenne la regina delle case editrice italiane di fantascienza in libreria, pubblicando tutti i maggiori scrittori americani e non solo.
A Prinzhofer e Valla seguirono altri curatori: Sandro Pergameno, Piergiorgio Nicolazzini e Alex Voglino e la qualità dei volumi rimase sempre inalterata. La casa editrice diede anche spazio agli autori italiani, promuovendo il Premio Cosmo per un romanzo inedito che, all'inizio degli anni Novanta, era alternativo al Premio Urania.
Ho avuto la fortuna di incrociare Viviani in alcune convention e dalle nostre chiacchierate ho potuto constatare con mano quanto fosse generoso con tutti, prodigo di consigli e gentile. Un uomo d'altri tempi.
Personalmente ricorderò sempre la "cazziata" (rimprovero) che mi fece nella gestione di Delos (la rivista che state leggendo). Lui aveva traghettato la Delos Books nell'editoria che conta e quindi era per tutti i collaboratori della casa editrice un riferimento imprescindibile. Accettai il meritato "rimprovero" e non potevo fare altrimenti, visto che me lo fece con una tale gentilezza e con il sorriso sulle labbra. Un rimprovero che non dimenticherò mai.
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