In un futuro non lontano, da alcuni decenni l’umanità non conosce più i colori. Il governo centrale del pianeta è guidato da una Dittatrice senza scrupoli. Prendendo a pretesto il progressivo aumento della criminalità, il governo ha progettato e creato un impianto che utilizza una tecnica basata su nanoparticelle in grado di inibire la percezione dei colori. L’apparato si basa su studi scientifici che attribuirebbero alle radiazioni del colore (quindi al colore stesso) effetti negativi sulla psiche umana, sovraeccitandola e inducendola a compiere azioni negative, spesso violente. Saturando l'atmosfera con questi nuovi corpuscoli si riesce a tenere sotto controllo la criminalità. In realtà, se l’esperimento sembrerebbe ottenere risultati positivi, il catastrofico effetto di questo grigiore è sopprimere la creatività nelle persone e farle cadere in un perenne stato depressivo. 

Il diabolico ferreo piano di controllo della popolazione della Dittatrice ha una segreta motivazione:  nel suo intimo, la donna cova il desiderio di vendetta per una sua malattia genetica che la danneggia dalla nascita,  e che appunto le impedisce la percezione dei colori: l’“acromatopsia cerebrale”. Il suo governo repressivo punisce duramente chi si ribella, perché insofferenti nascono qua e là: i “Cromo”. Ma sono troppo pochi.

È questo lo scenario in cui si ritrovano i personaggi di un film che si profila originale, Ashen Dawn ("Alba cinerea”), appena terminato di girare in Liguria dai componenti del Progetto Mitosis. Una storia di fantascienza recitata in inglese per essere presentata  negli Stati Uniti (verrà doppiata anche in italiano). 

L’idea degli sceneggiatori è stata produrre un’opera che fosse non solo avventura ma anche una sorta di denuncia della “grigia” società odierna. Ashen Dawn non sceglie mostri o alieni, o per meglio dire  questi ci sono, ma “sotto mentite spoglie”: è sufficiente certa violenza umana. Una fantascienza in cui sogno e incubo diventano emozione, atmosfere, desiderio di libertà, allegoria; con eventi e personaggi in cui lo spettatore possa rispecchiarsi. 

La troupe e il cast – oltre quaranta persone – è costituita da validi professionisti, soprattutto giovani, alcuni giunti anche da altre parti dell’Europa. Il Progetto Mitosis è nato qualche anno fa, con il fine di riunire giovani talenti in campo creativo: musicisti, attori, fotografi, grafici, programmatori, operatori e scrittori, per sviluppare progetti quali documentari, pubblicità, film sperimentali (vedi: www.facebook.com/pages/Mitosis/257992850897946).

Elemento eccezionale è che tutte le persone, anche straniere, lavorano a titolo gratuito, convinti della validità del progetto. Partecipano attori provenienti da Bristol, Parigi, Milano. Il promo sarà visibile su Internet, con l’intento di evidenziare la novità della storia, la qualità del lavoro, del cast e dello staff tecnico. Particolare attenzione è stata posta alla colonna musicale, dovuta al compositore Germano Castello, che è anche ideatore della trama del film nonché – unitamente a Paolo Percopo – regista del film.  

Giancarlo Castello (padre di Germano) ha invece scritto i dialoghi e partecipato alle riprese, scegliendo con cura le locations e curando alcuni particolari. Mi sia permesso di spendere qualche parola in più per Giancarlo, che conobbi a Bari oltre quarant’anni fa, e che non molto tempo dopo dovette ritornare ai suoi luoghi di origine (Ventimiglia e dintorni), con mio profondo rammarico. Persona dalla creatività, cultura e umanità straordinarie: bancario, poi docente alle Medie superiori, scrittore (negli anni ha pubblicato due romanzi di cui uno sf, edito da Malaguti, e alcuni racconti sf dalla personalissima scrittura), compositore di canzoni, di testi poetici (anche per Fabrizio De André, Lucio Dalla,  Rita Pavone e altri), collaboratore di Gianni Morandi, valido chitarrista, autore di due musical rappresentati all’Ariston di Sanremo e di una ventina di commedie per ragazzi,  profondo divulgatore e studioso della natura, esimio entomologo ed ecologo (“il tutto sempre a scopo didattico”, tiene a precisare Giancarlo) e… sicuramente dimentico qualcosa.

La quasi totalità delle scene di Ashen Down è stata girata nell’estremo Ponente ligure, tra cui Bordighera, grazie alla location del Museo del grande scienziato Clarence Bicknell (1842-1918).