Nell'autunno del 1977 Philip Dick era a Metz, in Francia, per presenziare a una grande convention fantascientifica, insieme ad altri grandi nomi come John Brunner, Robert Sheckley, Harlan Ellison. È l'anno in cui viene pubblicato uno dei suoi più importanti romanzi, Un oscuro scrutare, ed è anche l'anno in cui lo scrittore si separa dalla quinta moglie Tess Busby. Dick dedicherà il famoso intervento al racconto delle sue esperienze mistiche, avvenute qualche anno prima, con scorci visionari che sembrano anticipare alcune delle maggiori produzioni degli anni a venire, come Matrix. Sentite qui: "Viviamo in una realtà programmata dai computer. E gli unici indizi che abbiamo della sua esistenza si manifestano quando cambia qualche variabile, quando avviene una qualche alterazione nella nostra realtà".
Su Youtube circola però da qualche mese un'intervista concessa a margine della manifestazione, dove Dick spiega i motivi per cui ha accettato di recarsi in Francia e racconta della sua condizione di scrittore in USA, che riproponiamo qui sotto essendo uno scorcio interessante su quel periodo storico e sull'opera e i pensieri di un autore destinato alla grandezza solo negli anni a venire, tanto che all'epoca non manca di 'lamentarsi' dello scarso successo: "Ho scritto romanzi che considero 'seri' – racconta l'autore durante l’intervista – eppure il mio bestseller è Lotteria dello spazio, che è andato poco oltre le 300.000 copie. La svastica sul sole, Premio Hugo, è a quota 300.000. Come media ci attestiamo al di sotto delle 50.000 copie sul mercato americano."
Cifre che, considerato il pubblico dell’epoca, sono basse: "Gli editori comprano opere con standard rigidi. Niente sesso, niente violenza. Siamo limitati nella nostra creatività: non possiamo sviluppare idee profonde, ci dobbiamo limitare alle space opera, che poi sono western ambientati nello spazio. Gli editori puntano semmai su opere come The Andromeda Strain (da noi Andromeda, di Michael Crichton, uscito nel 1969, NdR) e investono per promuovere titoli simili, alla cui base però troviamo idee semplici come una malattia dallo spazio. Cose vecchie, di cui scriveva già H.G. Wells".
Quell'orizzonte sta cambiando, ammette Dick, perché i romanzi sci-fi iniziano a spuntare in contesti accademici, vengono citati come esempi del romanzo moderno. Ma si tratta di eccezioni. All'estero invece la ricezione è del tutto diversa: "In Francia si sono accorti di me già nel 1968. È stato un stimolo in questi anni. Posso dire che non avrei continuato la carriera senza il supporto spirituale ed economico che mi è arrivato dalla Francia".
Inoltre, Dick dichiara tutto il suo amore per la letteratura francese: "Sono cresciuto a Berkeley. Non mi sono limitato a Heinlein o Van Vogt. Ho letto Flaubert, Proust, Stendhal, oltre agli autori russi e persino giapponesi. Penso di essere popolare in Francia perché miei romanzi prendono come riferimento Madame Bovary o Il rosso e il nero. Ho imparato le leggi del romanzo dalla prosa francese, non da quella inglese. Prendete I simulacri: già la folla di personaggi, 50/60, è d'ispirazione decisamente balzachiana. E questo penso sia il limite dei miei colleghi americani: sono isolati, non leggono grandi romanzi europei. È di fatto un circuito chiuso: gli scrittori di fantascienza erano prima fan. Basano le loro opere sulla fantascienza precedente". Una serie di spunti interessanti, che poi virano verso l’epoca di Nixon e il conflitto con la contro-cultura americana.
Ecco dunque il video integrale.
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