In Day of the Dove, in Italia intitolato “La forza dell’odio”, la situazione è esattamente opposta a quella raccontata in Errand of Mercy: una creatura aliena che si nutre di energie negative aizza la Federazione e i Klingon gli uni contro gli altri, sperando di scatenare una guerra devastante con cui saziarsi. Da una parte, l’Enterprise giunge su Beta-XII Alfa in seguito a una chiamata di soccorso, convinta che una colonia federale sia stata massacrata da un’incursione klingon (ma della colonia non vi è traccia); dall’altra, un’astronave klingon giunge in orbita intorno al pianeta e accusa l’Enterprise di aver massacrato l’equipaggio di un loro incrociatore, misteriosamente abbandonato al largo di Beta-XII Alfa. Lo scambio di accuse fa ben presto precipitare gli eventi, e il comandante Kang s’impossessa dell’Enterprise. Alla base della storia s’intuisce chiaramente l’ispirazione reale: il terrore, ben presente in quegli anni, che un fraintendimento, un qui pro quo, un incidente su piccola scala, possa provocare un’escalation nucleare. Per esempio, un’errata interpretazione da parte dei computer delle due potenze riguardo il lancio di testate nucleari, lancio in realtà mai effettuato. Un’ipotesi del genere, trattata anche da romanzi e film sull’argomento, era meno fantascientifica di quanto si possa credere: dalle rivelazioni degli anni successivi è emerso che un numero sorprendente di volte gli schermi del Norad e quelli di Mosca mostrarono un attacco nucleare in corso da parte dell’avversario, poi rivelatosi errato. L’idea di un’Armageddon frutto di un mero errore è alla base di Day of the Dove. Come annota Kirk sul suo diario di bordo: «Data stellare… Armageddon! Dobbiamo trovare un modo per sconfiggere la forza aliena dell’odio che ha preso il controllo dell’Enterprise. Fermare la guerra ora o vivere per l’eternità in una futile e sanguinosa violenza». Ancora una volta, sono la razionalità dei due contendenti permette di evitare l’allargarsi del conflitto: attraverso Star Trek, gli autori fanno passare il concetto per cui è possibile e auspicabile che i leader delle due superpotenze dialoghino per evitare situazioni come questa. È il principio della “linea rossa”, che salverà il mondo in più di una situazione.L’episodio A taste of Armageddon (“Una guerra incredibile” nella versione italiana) fu trasmesso sugli schermi americani il 23 febbraio 1967, esattamente un mese prima di Errand of Mercy, scritto sempre da Gene L. Coon. In quell’episodio né la Federazione né i Klingon sono coinvolti in prima persona nella “guerra incredibile” che si rivela agli sgomenti ufficiali dell’Enterprise, giunti su Eminiar VII per aprire relazioni diplomatiche per conto della Federazione. Da quasi 500 anni gli abitanti di quel mondo combattono una guerra senza esclusione di colpi con il loro vicino, il pianeta Vendikar. I morti si contano a milioni, eppure non ci sono esplosioni, né distruzione: la guerra è regolata dai supercomputer su entrambi i mondi, che calcolano le traiettorie ipotetiche di ipotetici missili, quindi le ipotetiche vittime di ogni attacco sferrato. È una guerra virtuale che produce morti reali: anche se nessuna bomba è mai esplosa, un attacco virtuale è considerato fisicamente avvenuto e i governi dei due pianeti sono costretti a ‘giustiziare’ un determinato numero di abitanti, corrispondente alle vittime calcolate per assurdo dal computer. Lo scopo? Evitare che una guerra totale distrugga le economie di Eminiar e Vendikar, che possono così continuare il loro sviluppo economico e tecnologico senza subire i danni di guerra. È la guerra più fredda che esista! Eppure, gli effetti sono ugualmente atroci: «Morte, distruzione, malattia, orrore: questa è la guerra, tutto ciò la rende una cosa da evitare», sentenzia Kirk. Ma più importante è la dichiarazione che fa ad Anan 7 leader di Eminiar subito dopo: «Ammettiamo che noi un tempo eravamo assassini, ma ora non uccidiamo più». È una dichiarazione per lo spettatore americano, piuttosto che per Anan 7; o meglio, un monito.
Similmente, in Elaan of Troyius, “Elena di Troia” nell’edizione italiana, il confronto bipolare è duplice: tra i pianeti di Elas e Troyius, entrambi dotati di «reciproca capacità distruttiva» (non si sa di quale tipo ma, considerando il livello tecnologico leggermente inferiore a quello della Federazione, probabilmente nucleare); e tra la Federazione e i Klingon, che si contendono l’influenza di quel sistema, la Federazione per scopi puramente politici e di equilibrio (il sistema si trova al confine della zona smilitarizzata tra le due potenze), i Klingon per un chiaro interesse economico, il controllo cioè delle ricche miniere di dilitio, minerale che nel XXIII secolo di Star Trek ha la stessa funzione del petrolio come risorsa energetica essenziale (serve sia per la propulsione interstellare che per i sistemi d’arma e gli impianti elettronici più avanzati). Anche qui, dunque, una disputa localizzata rischia di condurre a una guerra su vasta scala.
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