Probabilmente le nuove generazioni non riusciranno a capire quali siano le parti scabrose eliminate ai tempi dalla traduzione italiana di Il vagabondo dello spazio di Fredric Brown e ora ripristinate. Chi invece è vissuto in un paese che all'epoca censurava la canzone Resta cu’mme di Domenico Modugno, a causa della strofa "nun me’ ‘mporta d’o passato/ nun me 'mporta di chi t'(ha)avuto/ resta cu'mme…" sa bene che parlare di necrofilia o di prostituzione non era ammissibile. Non che le parti ripristinate siano influenti nell'economia del romanzo, ma fa sempre piacere leggere un'opera come l'aveva concepita l'autore. Di certo i motivi di interesse di questo romanzo non sono le parti "scabrose".

Il vagabondo dello spazio nasce dall'unione di due racconti precedenti. È un romanzo atipico nella produzione di Brown. È incentrato sulla figura di Crag, un antieroe memorabile che vive una vita priva di regole, adatta alla violenta e corrotta società del futuro. Ma quando viene catturato e condannato a una pena peggiore della morte, per Crag inizierenno una serie di avventure che lo porteranno davvero molto lontano, fino a un finale difficilmente intuibile.

L'autore

Nato nel 1906 e morto nel 1972, Fredric Brown è stato un prolifico romanziere americano, noto sia per i suoi sorprendenti romanzi a intreccio (gialli e suspense, di fantascienza o autobiografici), sia per i celebri racconti brevi, il più famoso dei quali è forse Sentinella. Negli anni Trenta e Quaranta Brown ha scritto soprattutto short stories, passando al romanzo nel dopoguerra con un memorabile noir, The Fabulous Clipjoint (Il sangue nel vicolo, 1947), con cui vinse il premio Edgar Allan Poe. I suoi personaggi più famosi sono la coppia di investigatori Ed e Am Hunter, tornati in numerosi romanzi dopo Il sangue nel vicolo. I romanzi di fantascienza sono: Assurdo universo, Marziani, andate a casa!, Il vagabondo dello spazio, Progetto Giove e Gli strani suicidi di Bartlesville. Mondadori ha pubblicato la raccolta completa dei racconti di sf di Fredric Brown, Cosmolinea B-1 e Cosmolinea B-2, da poco ristampata nella collezione Millemondi.

La quarta di copertina

Abbandonato su un asteroide, condannato a morire, salvato dalla più "vagabonda" entità della galassia: è Crag il ribelle, primo e più famoso dei duri della fantascienza. Ma fino a oggi la sua odissea tra la Terra, Marte e la fascia degli asteroidi si era potuta leggere soltanto in un'edizione cui mancavano: a) i pungenti riferimenti satirici alla società del terzo millennio; b) una celebre, censuratissima "pubblicità necrofila"; c) una delle più ammiccanti scene di voyeurismo del turismo interplanetario (al Luxor di Marte), per non parlare di altri particolari ritenuti, ai tempi, troppo "forti" per il lettore italiano. Al tutto è stato ovviato in questa nuova traduzione, la prima integrale dal 1958.

Fredric Brown, Il vagabondo dello spazio (Rogue in Space, 1957), traduzione di Giuseppe Lippi, Mondadori, collana Urania Collezione 135, pagg. 196, euro 5,90