“I film di José possiedono una strana frenesia”, ha affermato Newman. “E il pubblico, dopo averli visti, li trova avvincenti ma anche ricchi di significato”. E, ha aggiunto Newman: “RoboCop è apprezzabile oggi come ieri. José voleva ottenere un duplice risultato: un film ricco d’azione e di scene stupefacenti e inedite, ma anche di spessore, che avesse qualcosa da dire sul mondo”.“Penso che quando si va al cinema, il film deve appassionare, ma anche far riflettere", ha spiegato il produttore.Grazie alla sua ammirazione per RoboCop, Padilha ha voluto portare la storia sullo schermo in un modo nuovo e contemporaneo. “I temi del film sono persino più attuali di prima" ha affermato il regista. “Ci stiamo avvicinando ad un mondo in cui la guerra sarà automatizzata. I robot prenderanno il posto dei soldati e dei poliziotti. E proprio in questo periodo hanno luogo accese discussioni sui droni, che non sono automatizzati, ma guidati a distanza da essere umani, che osservano il territorio e decidono quando premere il grilletto. Ma cosa accade quando sarà un software, un algoritmo, a prendere una decisione simile? Tutto ciò che si vede nel film presto sarà realtà e anche noi discuteremo l’eticità di questi metodi. Sono contento di aver avuto la possibilità di trattare questo progetto a distanza di anni, alla luce di tutti gli attuali progressi tecnologici di cui disponiamo, ricreando la storia nel nostro presente, con i nostri problemi, conservando però il nucleo filosofico del personaggio originale”.

Le questioni non sono semplicemente etiche o morali, ma anche pratiche. “Immaginate di comprare un’auto che si guida da sola e che l’auto perda il controllo ed investa qualcuno. Di chi è la colpa? Chi verrà denunciato? Voi o la società che ha costruito la macchina?”, si è chiesto Padilha. “Cosa succede se un poliziotto commette un errore e uccide qualcuno? Oggi è il poliziotto ad essere incolpato e non il dipartimento di polizia. Ma se il poliziotto fosse un robot? RoboCop parla proprio di tutti i problemi connessi alle nuove tecnologie”.

Non è solo un problema politico, ma anche molto personale. “Nel film la gente deve credere che la macchina sappia cosa significa essere umani, e quindi la OmniCorp lascia intatto il cervello di Alex Murphy. Lui conserva tutte le sue emozioni, tutti i suoi ricordi e le sue capacità cognitive. Tuttavia non può tenere in braccio suo figlio nè fare sesso con sua moglie”, ha spiegato Padilha. “Essere Robocop è un incubo. Il film parla del dramma di un uomo che affronta una questione esistenziale: come sarà la sua vita? Alex è una macchina o un essere umano?”

Anche se il film presenta un elemento esistenziale, il lato tecnologico è molto spiccato. I produttori del film hanno esplorato con piacere il mondo dei robot. “Una delle cose più eccitanti, sia per i filmmaker che per i fan, sono i robot”, ha dichiarato il produttore Eric Newman. “Ci siamo davvero divertiti: nel film vedremo gli ED-209, macchine omicide iper aggressive e gli EM-208, perfetti soldati dalle sembianze umane”.