C'era una volta, in un regno lontano…Inizia proprio così la sinossi di Nightfall, un'animazione che racconta una favola con elementi peculiari: è in parte ambientata in un castello, che però si trova nello spazio profondo, e non ha un happy ending, come ci aspetterebbe dal genere. Si tratta della creazione del tedesco Valentin Schwind, assistente universitario di Stoccarda, ed esperto di animazione e grafica 3D.
Nigthfall è una storia di amore e odio ("Ciò che viene fatto per amore sta al di là del bene e del male", è l'aforisma introduttivo di Friedrich Nietzsche). Un principe del male si innamora di una principessa che regna su una gigantesca nave spaziale, un vero e proprio mondo a forma di anello, al cui centro c'è un sole. Al solo scopo di conquistarla, il principe sferra un attacco con tutta la sua flotta. Il resto nel corto.
Nightfall è un'autoproduzione realizzata interamente in computer grafica lavorando su cinque computer e con i principali software del settore. Il materiale in fase di produzione si aggirava sui trenta minuti, poi ridotti a undici. Il corto è del tutto privo di dialoghi, ma ha una colonna sonora appositamente realizzata al pianoforte da una studentessa dell’università di Stoccarda.
Per chi fosse curioso, il sito di Schwind racconta nel dettaglio le fasi di produzione. Si scopre allora che il progetto è nato nel 2005 e, sebbene l'ossatura della storia fosse già decisa, nel corso del tempo le variazioni non sono state poche (per esempio nella prima versione il principe del male non compariva). Vengono descritte poi le fasi di design: il castello dell'animazione è ispirato al castello di Chambord, il più grande della Loira, mentre la flotta spaziale pesca a piene mani dall'immaginario delle space opera classiche.
Invece in di fase di post-produzione Schwind si è concentrato in particolare sui colori, i quali – nella sua visione - dovevano diventare una componente essenziale della storia, e dunque il rendering dei colori è stato un passaggio essenziale per conferire al lavoro la sua massima espressività.
Ed ecco il risultato, buona visione.
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