"Dark Resurrection è nato nel 2004, quando Angelo Licata, un talentuoso…dentista, decide di convincere un gruppo di amici a recitare come Jedi." Inizia così il video che presenta Dark Resurrection vol. 2, il terzo capitolo di una saga di fan-made film con targa italiana e ambientata nell'universo di Star Wars. I primi due lungometraggi Dark Resurrection Vol. 1 e il prequel Dark Resurrection Vol. 0 hanno guadagnato l'attenzione del mondo, essendo stati tradotti dai fan in dodici lingue e visti più di tre milioni di volte.
Ora la Riviera Film torna alla carica su Fansflock chiedendo ai fan un nuovo sforzo per portare a termine la serie. "Vogliamo realizzare un film con la qualità di un blockbuster hollywoodiano," fa sapere Licata, sceneggiatore e regista della serie. Per fare ciò, serviranno centocinquatamila dollari. Lo somma andrà a coprire i costi di produzione e gli effetti speciali, mentre lo staff e gli attori non verranno pagati. Se il primo capitolo è stato autoprodotto (costo: circa settemila euro), il secondo è costato quarantamila dollari, raccolti con il crowdfunding.
Dunque un progetto davvero ambizioso, che verrà varato alla chiusura della campagna su Fansflock, qualora si raggiunga la cifra. Le riprese sono previste nel corso dell'anno, mentre la post-produzione è in calendario per il 2015. Il prodotto finale sarà un lungometraggio di circa 110 minuti in full hd con audio Dolby Digital 5.1.
Ma di cosa parla Dark Resurrection? In estrema sintesi, narra le vicende di Lord Sorran, Jedi Oscuro alla ricerca di una mitica fonte di conoscenza e potere. Spetterà al maestro Jedi Zui-Mar-Lee e alla sua Padawan, Hope, impedire che la visione della maestra Jedi Organa si compia e che il signore dei Sith riesca a rompere il sigillo che impedisce l'accesso al tempio in cui è contenuta tale conoscenza. Se però avete tempo a disposizione, di seguito sono riportati entrambi i film, insieme alla presentazione del terzo, ambizioso, progetto. Nelle Risorse in rete invece il link alla campagna di crowdfunding su Fansflock.
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