Oh, Magister, ho ancora nelle narici la puzza di carne bruciata! Sento ancora nelle orecchie le urla straziate di quel pover’uomo, che nulla aveva fatto di male!Allora mi sono voltato e ho corso, Cesare, ho corso come mai l’avevo fatto in vita mia. Ho corso, mentre sentivo l’aria attorno a me divenire infuocata, e una lingua di fuoco mi accarezzava il volto, e udivo le urla dell’altro uomo, che gemeva mentre bruciava.
Ho corso, anche se sentivo che la pelle del viso bruciava e mi straziava, e quasi non ci vedevo, e le gambe mi dolevano, e mi mancava il respiro. Ho corso, e mentre correvo pregavo Venere, la tua progenitrice e protettrice, e la dea deve aver ascoltato le mie preghiere, perché sono giunto al villaggio, e ho urlato a tutti di fuggire.
– Fuggite tutti! Ci sono i mostri! Fuggite lontano! – Ho urlato, con il poco fiato che avevo in corpo. I paesani avevano ragione, Magister. I mostri scendono dal Vesuvio, bruciando tutto ciò che incontrano di vivo sulla loro strada. Un muro di fiamme e morte sta scendendo dal vulcano: che Venere e tutti gli dèi ci proteggano, Cesare, perché altrimenti questa è la fine, la fine di Roma!
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