Avete presente una pozza d'acqua come quelle che si formano sotto un serbatoio che perde? Bene, là sopra sulla superficie ce n'è una chiamata “mare” o “oceano” che copre i sette decimi della superficie del nostro pianeta, e forma un vero e proprio mondo a sé stante, popolato di piante e animali stranissimi che non camminano o strisciano ma fluttuano e nuotano, e ce ne sono alcuni che sembrano fiori e vivono fissi sul fondo.Gli uomini che vivevano in questo mondo costruivano le loro case ammucchiando materiali invece di scavarle, e si spostavano su veicoli stranissimi.Il mistero era più grande di quel che avevo immaginato. Poco per volta avevo cambiato il mio punto di vista: invece di provare la repulsione della maggior parte di noi alla sola idea di uscire dal nostro protettivo mondo sotterraneo, ero passato a chiedermi sempre di più perché i nostri antenati avessero abbandonato un paradiso simile.Non potevo fare altro che continuare le mie ricerche.
Poco per volta da un libro, da una registrazione, da un filmato, estraevo pezzi di una conoscenza andata perlopiù perduta semplicemente perché ignorata, perché non di utilità pratica per la vita della comunità, ed era una verità sconvolgente: gli antichi per prima cosa, anche se a noi può sembrare strano, non vivevano nelle viscere protettive del nostro mondo ma sulla superficie, poi, cosa che forse può apparire ancor più sorprendente, ogni individuo era sessuato, era di sesso maschile o femminile in proporzioni all'incirca uguali.
Mi rendo conto che è una storia che non può non sembrare strana e paradossale, ma a quanto pare, a quanto riferiscono i testi antichi, i nostri più lontani antenati sono discesi da una stirpe di antropoidi africani, poi hanno cominciato a diffondersi in ogni luogo del nostro pianeta.
Parallelamente all'evoluzione biologica, è cominciata un'evoluzione culturale e tecnica, con il linguaggio, la conoscenza trasmessa attraverso le generazioni, l'uso di strumenti. Dapprima si è mossa con un passo lento che riusciva appena a stare dietro all'evoluzione biologica, poi a un certo punto le cose hanno preso ad andare veloci, sempre più veloci.
Più o meno nel periodo storico chiamato diciannovesimo secolo (e non sono riuscito a capire il perché, l'umanità era già allora molto più vecchia di diciannove secoli), è nata una tecnologia che si è sviluppata nei due secoli seguenti a un ritmo sempre più vertiginoso. Deve essere stata un'epoca incredibile, con grandi invenzioni e crisi violente, imprese esaltanti e guerre, grandi trasformazioni e crisi.
Un paio di secoli più tardi, però, è accaduto quello che i più accorti avevano iniziato a temere fin dai primi passi: l'energia e le materie prime hanno cominciato a scarseggiare. Verso la metà del XXI è scoppiata una crisi molto grave, che ha portato al punto di rottura.
Le materie prime erano relativamente un problema, la materia è sempre riciclabile se si dispone di energia sufficiente, ma l'energia, resa inutilizzabile dalla degradazione entropica, era il problema più grave. All'epoca, si erano terminati i combustibili fossili, ma un'energia che prometteva di essere ancora disponibile per un tempo illimitato era l'energia geotermica, come lo è ancora oggi e almeno fino a quando il nucleo terrestre non si sarà raffreddato, l'aumento di temperatura di un grado ogni dieci metri man mano che si scende nelle viscere del nostro mondo.
La storia di quei secoli nei quali i nostri antenati e il loro modo di vivere sono cambiati più che in tutti i millenni precedenti, è appassionante, e c'erano tantissime domande alle quali sentivo di dover trovare una risposta; mi buttai con foga nelle ricerche, e arrivai persino a portare nel mio cubicolo qualcuno di quegli antichi libri per poterlo leggere durante le pause per il riposo o i pasti; cosa naturalmente proibitissima, ma non c'era nessuno a controllare i miei spostamenti. Per me era diventata una specie di droga.
Il metodo che fu scoperto è in pratica quello che usiamo ancora oggi: una volta scavati dei pozzi profondi a due uscite, cosiddetti a “U”, basta pompare acqua sotto pressione a un'estremità, ed esce dall'altra a elevate temperature, alimentata dal calore interno del sottosuolo.
Poco per volta la popolazione umana si trasferì a vivere sottoterra, sia per sfruttare meglio l'energia geotermica, sia perché l'ambiente esterno era ormai avvelenato dai residui dei combustibili fossili e dalle scorie delle centrali nucleari.
Il disastro che si verificò fu quasi peggiore di quello che si cercava di evitare, perché nell'ambiente per loro claustrofobico e soffocante sotto la superficie, la violenza e la follia che già serpeggiavano fra i gruppi umani, esplosero a livelli mai immaginati. Un gruppo di scienziati cercò disperatamente una soluzione al problema prima che la civiltà si dissolvesse per sempre.
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