Dunque, succede che tutti oggi, nel 2022, mi decantano le meraviglie del nuovo "totalcinema" e bisogna assolutamente andarci. I film sono tridimensionali, trasmessi da un satellite che li distribuisce ("wireless") contemporaneamente fino a 12.384.577 città del mondo e quindi non c'è bisogno né di proiettore né del relativo personale: occorre solo uno schermo gigante. Allora vado, è fuori città, e subito davanti al palazzo semisferico del totalcinema mi ritrovo in un ingorgo d'auto e gran chiasso e confusione. Dopo lunga pena per parcheggiare (a pagamento) entro e mi accorgo che ci sono due file: una per chi ha già fatto altre due precedenti code (prenotazione, ritiro del biglietto); l'altra fila (la mia) è per i poveri di spirito fannulloni e imprevidenti: dovremo dividerci i biglietti residui. Dopo un'ora di attesa un tabellone segnala il tutto esaurito, e io resto fuori. Assurdo: nell'epoca dell'elettronica non c'è neanche un distributore di tagliandi - tipo salumeria - che regoli le precedenze o le capienze, e si provocano attese a vuoto. In altri tempi sarebbe stato da denuncia. Nell'aria dilaga l'"odore" (chiamiamolo così) del sint-pop-corn, molto peggiore di quello naturale.
Il totalcinema mi sembra un luogo di odori forti; giovani e meno giovani stridono, sghignazzano, si danno spintoni e masticano rumorosamente roba immangiabile spargendo carte bicchieri e lattine ovunque. Ormai sono contrariato, all'apertura dei cancelli spingo e mi intrufolo, ce l'ho fatta anche senza biglietto! Ora viene il bello, penso. Il film si intitola "Srtsfazz Myg&%rtso$gkazz": sembrerà strano ma è cosa comprensibilissima: l'opera è stata prodotta in un piccolo Stato, il Kzkoz e, come saprete, da decenni i titoli originali sono veri marchi di fabbrica, con diritti d’autore e non si possono cambiare (quindi tradurre: cominciarono così gli Usa, negli anni '90). Questo film ha vinto vari premi, vorrei vederlo. Sono in sala proiezione: ci saranno neanche 50 poltrone, per gli altri ci sono scalini o apposite sporgenze o maniglie ai muri, cui appendersi ("posti" prenotati anch'essi). Io, senza biglietto, finisco in prima fila: vedrò il film strabico, da sotto un maxischermo sghembo, pazienza. Poi però mi scacciano, allora penso bene di infilarmi sotto un sedile.
Parte la proiezione rompitimpani; il film è in lingua originale, parlato in Kzkozo con sottotitoli anche in Kzkozo (per garantire che vengano ascoltati i dialoghi originali con copyright) ma ci sono anche sottotitoli in ostrobotniano. L’Ostrobotnia è una regione della Finlandia, fortuna che mio zio è nato a Helsinki e da piccolo mi insegnò alcuni vocaboli. Da sotto la poltrona non capisco un tubo.
Sono rintronato. Però il film è in 3D e spesso un'attrice procace sembra sporgersi oltre l'orlo dello schermo. Da sotto sbircio e le vedo perfino le mutandine… ha un tanga! Se non altro...
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