È ormai definito l'insieme delle iniziative per la celebrazione del cinquantesimo anniversario di Doctor Who. Il prossimo 23 novembre BBC One (e in contemporanea Rai 4 da noi) trasmetterà The Day of The Doctor, l'episodio speciale che vedrà riuniti ben tre Dottori e due compagne, e di cui ormai trailer e immagini si sprecano in rete. Ma un'altra cosa interessante si affaccerà sugli schermi il 21 novembre, stavolta su BBC Two, il secondo canale della tv pubblica inglese. Si tratta di An Adventure in Space and Time, docufiction che racconta come è nata la serie sci-fi più longeva della televisione, di cui è apparso il primo trailer che qui vi mostriamo.
La tecnica della docufiction è nota: si tratta di raccontare fatti realmente accaduti non attraverso la classica serie di descrizioni e interviste ai protagonisti, ma utilizzando attori che interpretano personaggi reali e raccontando la storia come se fosse una fiction. Una tecnica certo non nuova ma che ha ripreso slancio in questi anni e che ha il pregio di descrivere ciò che è successo in modo più accattivante e spettacolare per il pubblico. E che BBC e Steven Moffat, showrunner attuale della serie, hanno deciso di utilizzare per raccontare come è nata l'idea di realizzare una serie tv, originariamente pensata per i ragazzi e da trasmettere in pieno pomeriggio, che avesse come protagonista uno strambo viaggiatore del tempo che attraversa il cosmo e le epoche a bordo di una nave a forma di cabina telefonica della polizia.
E così Mark Gatiss, già autore di alcune delle avventure del Dottore nonché di episodi di Il trono di Spade e Sherlock, ha realizzato uno script in cui racconta di come la produttrice Verity Lambert, insoddisfatta della programmazione della rete, e gli autori capeggiati da Sidney Newman, inventarono un personaggio destinato a entrare stabilmente nell'immaginario collettivo prima della gioventù britannica (persino i Pink Floyd ne furono influenzati, tanto che utilizzarono il main theme della colonna sonora all'interno del brano One of These Days), e poi di buona parte del mondo. E di come la scelta di William Hartnell come primo Dottore fu determinante per la riuscita di un progetto che inizialmente sembrava molto rischioso.
Tra alti e bassi, conflitti e problemi, viene raccontato come e in che modo venne girato la prima avventura, divisa in quattro episodi, An Unearthly Child, e di come poi si arrivò, nella seconda fondamentale avventura, alla creazione dei Dalek a opera di Terry Nation (I Sopravvissuti). Tutto ciò con uno stuolo di attori che appaiono convincenti, a cominciare da David Bradley (la saga di Harry Potter e l'episodio Dinosauri su un'astronave della settima stagione) che interpreta Hartnell. E poi ci sono il veterano di mille film Brian Cox (recentemente L'alba del Pianeta delle Scimmie) nei panni di Newman e Jessica Raine (episodio Universo nascosto della settima stagione) in quelli di Lambert. Nel cast dei personaggi manca Terry Nation, che lasciò polemicamente la serie pur essendo stato fondamentale per il suo successo, mentre, piccola curiosità, Moffat recita in un piccolo ruolo interpretando Tom Baker, il quarto Dottore. Uncredit, come si dice, anche la comparsata di Matt Smith, a portare ai giorni nostri l'avventura del Signore del Tempo più famoso della fantascienza.
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