Si può girare un corto di cinque minuti in due giorni? Certamente, anzi, se ne possono girare 180, ovvero il totale dei corti realizzati nel weekend del 6-8 aprile a Londra e in concorso per Sci-Fi London 48 Hour Film Challenge. Ne sono stati poi selezionati dieci, i quali sono stati sottoposti a una giuria in cui figuravano, fra gli altri, Benedict Cumberbatch e Guillermo Del Toro.
Ha vinto Free Zone del francese Clement Gharini, riportato qui sotto. Per realizzarlo, sono bastati poche centinaia di dollari, un cameraman, due attrici e ovviamente la presenza dello sceneggiatore/regista. "Ogni anno la qualità aumenta – commenta Louis Savy, direttore del Sci-Fi London Festival – e stilare una shortlist diventa sempre più difficile. Abbiamo creato la competizione per stimolare la fantascienza britannica e, nel corso di cinque anni, abbiamo visto opere di qualità eccelsa." E si potrebbe aggiungere che sono passati anche talenti di primo piano, visto che per esempio Gareth Edwards, vincitore nel 2008 con Factory Farmed, oggi è dalle parti di Hollywood a girare il remake di Godzilla.
Free Zone è un'enigmatica storia ambientata in un magazzino e ha a che fare con i cloni. Meglio non dire di più, per non rovinare la sorpresa. La vittoria gli ha fruttato un accordo "first look" in caso di sviluppo di un lungometraggio con Vertigo film, oltre a un videocamera Canon XA10 e un buono da mille pound in affitto di spazi e attrezzature presso i Camberwell Studios.
E dire che Gharini stava per rinunciare, avendo la necessità di completare un altro progetto urgente. "La sfida dimostra che oggi è perfettamente possibile realizzare fantascienza di qualità senza budget stratosferici," racconta il regista. "Non ci vogliono né molti soldi né profonde conoscenze per arrivare a un buon standard. Ironicamente, la conseguenza immediata è che la tecnica in sé non è più così importante. Ciò che rende il film diverso dagli altri non è tanto la strumentazione, quanto il messaggio che vuoi comunicare."
A scanso di equivoci, Gharini è tutt'altro che un principiante, avendo lavorato per anni come cameraman in grandi produzioni come Il codice Da Vinci, Eragon, Resident Evil: Exctinction e tanti altri. Oggi si occupa di effetti speciali. E ha dei gusti piuttosto netti quando si parla di fantascienza: "Gattaca di Andrew Niccol e Solaris di Andrei Tarkovsky sono fra i miei film preferiti perché mettono al primo posto la storia e i personaggi. Non si affidano agli effetti speciali per colmare i buchi. Chi si occupa di effetti speciali è al servizio della produzione. Dovrebbe arrivare, dare una mano e scomparire subito dopo. Invece – mi scuseranno i fan – opere come Star Wars presentano battaglie epiche e tutta quella roba intergalattica che trovo noiosa perché non succede davvero nulla a livello di emozioni. Certo, hanno sperimentato molto tecnicamente, ma per quanto riguarda la storia, credo che siamo al livello base. Ecco perché Lucas non produrrà mai i miei film…ah, quasi mi scordavo, è andato in pensione".
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