Ancora un altro mondo da esplorare, simile al nostro eppure diversissimo. Verrebbe da dire che di romanzi sugli universi alternativi ce ne sono fin troppi, ma il bello di questo tema è che permette di giocare con variazioni praticamente infinite, su cosa potrebbe essere e su come potrebbe essere. La vita, l'universo e tutto quanto, intendiamo, tanto per citare Douglas Adams. E così si cimenta nel genere anche Robert Charles Wilson, californiano di nascita ma emigrato a Toronto, sul lago Ontario, dove dalla seconda metà degli anni Ottanta scrive fantascienza di gran livello, con la quale vince premi a iosa: un Philip K. Dick Award nel 1994 per il romanzo Mysterium, un Campbell Award nel 2001 per The Chronoliths, un premio Hugo nel 2005 per il romanzo Spin, prima parte di una trilogia di grande successo, più altri premi e varie nomination, l'ultima proprio agli Hugo del 2010.
Adesso Wilson si ripresenta nelle librerie, per ora d'oltreoceano, con il suo nuovissimo romanzo, Burning Paradise. Siamo negli Stati Uniti del 2015, anche se la situazione è parecchio diversa da come la conosciamo. La Grande Guerra finita nel 1918 è stata anche l'ultima, e da allora il mondo vive in pace. Niente Grande Depressione del '29, niente Seconda Guerra Mondiale, niente segregazione razziale. Il mondo è un po' più tranquillo e prospero rispetto al nostro, ci sono più giustizia e uguaglianza, più ricchezza per tutti. Ma come sempre, pace e ricchezza hanno un prezzo da pagare, e il prezzo in questione sta nell'interferenza di una potente civiltà extraterrestre che, intercettato lo sviluppo dell'umanità agli albori delle trasmissioni radiofoniche, ha deciso "benignamente" e in segreto di guidarne il progresso, indirizzando le scoperte scientifiche e l'organizzazione sociale come si farebbe con una colonia di animali d'allevamento.
Solo uno sparuto gruppo di scienziati, appartenenti alla Corrispondence Society, ha intuito la verità. Quasi tutti i membri del gruppo sono stati per questo assassinati da agenti inviati dagli extraterrestri e chiamati Simulacri. La diciannovenne Cassie e il fratellino Thomas sono i figli di una coppia di ricercatori uccisi, e trascorrono la loro esistenza nascondendosi insieme alla zia Nerissa, anche lei scienziata. Ma quando i Simulacri scoprono il loro nascondiglio, a Cassie e Thomas non resta che fuggire; non prima di aver avvisato un altro superstite, in una sorta di catena di salvataggio. Dall'altra parte del paese un altro zio di Cassie, Ethan, riesce incredibilmente a catturare un Simulacro e a interrogarlo, scoprendo altre verità fino a quel momento insospettate.
Insomma, un romanzo d'azione con qualche spunto di riflessione per un autore finora non molto tradotto da noi: alcuni romanzi apparsi a cavallo degli anni Novanta per Fanucci e Urania, e il suo romanzo breve Julian l'Eretico (Odissea Fantascienza n. 27). Le primissime recensioni apparse in rete sono piuttosto critiche, ma probabilmente Burning Paradise sconta anche il difficile paragone con i libri migliori di Wilson. Insomma, pare che le realtà alternative non riescano proprio a essere migliori della nostra (e non è che ci voglia molto). E anche quando lo sembrano, c'è sotto il trucco.
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