Tompkins è il proprietario di un magazzino in cui si può scegliere, a pagamento, il mondo dei propri desideri e viverci, ma solo per un periodo limitato. Attraverso un iniezione e degli strani strumenti, chi decide di visitare un altro mondo perderà però dieci anni della propria vita.
Il signor Wayne, su consiglio di alcuni amici, decide di andare al negozio, ma dopo un colloquio chiarificatore con il signor Tompkins, dice di volerci pensare. Ritorna così a casa dove l’aspetta la vita di sempre: sua moglie Janet che lo prega di parlare severamente alla cameriera che si è ubriacata un'altra volta; suo figlio Tommy che chiede il suo aiuto per la barca, che doveva essere inaugurata il giorno dopo; la sua bambina che vuole parlargli della giornata che aveva passato all'asilo infantile. La vita prende il sopravvento e per un anno intero il signor Wayne non pensa all’incontro con il signor Tompkins, fino a quando non si risveglia al negozio. Il mondo su cui è stato era quello scelto dalla sua mente, un mondo tranquillo e ordinario, diverso da quello in cui vive, un apocalittico scenario fatto di macerie e rovine.
La trama del racconto Il magazzino dei mondi (The store of The Worlds, 1959) di Robert Sheckley può essere considerata una perfetta metafora della fantascienza, intesa come una forma artistica in grado di proiettarci in un mondo altro, diverso dal nostro, o meglio completamente opposto alla realtà che ci circonda.
Il capovolgimento finale del racconto è un espediente tipico del racconto di fantascienza, di cui Sheckley è un maestro riconosciuto. Alla fine scopriamo che il mondo in cui vive il signor Wayne è un mondo apocalittico, figlio di chissà quali disastri provocati dall’uomo stesso. Il lettore però non è ingannato: all’inizio del racconto lo scrittore americano ci fornisce alcuni elementi per capire in quale ambiente vive il protagonista. Ma l’abilità di Sheckley è tutta nel saper far scivolare quei particolari con noncuranza e creare/preparare il lettore al capovolgimento finale.
Con questo racconto, come per altri, lo scrittore newyorkese prende di mira l’America consumistica, capitalistica, quella in cui anche i sogni hanno un prezzo e possono essere comprati, ma come dicevamo prima può anche essere considerata una metafora della science fiction, della sua capacità di creare mondi immaginari che, paradossalmente, potrebbero essere stipati in un magazzino. Un meta-racconto, quindi, una storia che cerca di trasmettere al lettore un significato sul ruolo della fantascienza stessa. Il protagonista, infatti, nel recarsi al negozio del signor Tompkins intende sfuggire alla propria realtà ed è lo stesso meccanismo che anima il lettore di science fiction, che nel leggere un romanzo di fantascienza prova, seppur solo per qualche ora, a sfuggire alla realtà che lo circonda, proiettandosi in un mondo altro. Un mondo creato da un artista, lo scrittore di fantascienza, che però come ci ha insegnato Umberto Eco con il suo Lector in fabula necessità della cooperazione del lettore, il quale deve interpretare il testo e deve, e qui sta la bellezza del leggere, immaginare il mondo descritto dallo scrittore. Partecipare con lo scrittore alla creazione del mondo da immaginare.
L’esperienza del leggere, d’altro canto, è soggettiva e ognuno può rispondere a ciò che legge in base a quelle che sono le sue esperienze pregresse e la visione del mondo che si è creato nella propria mente, ma è fuor di dubbio che leggere significa entrare in contatto con un mondo che non ci appartiene, o almeno non del tutto. Ciò significa, quasi sempre, immergersi in quel mondo e fare indirettamente un’esperienza che altrimenti sarebbe quasi impossibile fare. Se, ad esempio, leggete Robinson Crusoe di Daniel Defoe, romanzo pubblicato nel 1719, capirete cosa significa vivere su un’isola deserta e sopravvivere in un mondo dominato dalla natura, dove la civiltà non ha mai messo piede. Se, ancora, leggete 1984 (pubblicato nel 1948) di George Orwell avrete a che fare con una spietata dittatura che opprime il prossimo senza lasciargli neanche un briciolo di libertà.
Leggere, quindi, si può ben dire che è come staccare un biglietto per un viaggio di cui però non si conosce a priori la destinazione e un po’ come quando si va in vacanza, alla fine si potrà dire se il viaggio (libro) ci è piaciuto oppure no.
Leggere, inoltre, è quasi sempre un’esperienza che ci permette di abbandonare, seppur in un tempo limitato, la nostra vita quotidiana, la realtà che ci circonda ed è questo quello che più ci piace. Pensate quando leggete un romanzo fantasy o di fantascienza, ma anche un semplice romanzo storico ambientato nell’antica Roma o, ancora, un bel libro d’avventura finiamo in un mondo che è inevitabilmente il più lontano da noi e la lettura ci immerge completamente in quella realtà inventata dallo scrittore. Questo è quello che ci arricchisce quando leggiamo.
Il compito della fantascienza è, in quest’accezione del leggere, proiettare il lettore in un mondo futuro, a volte tecnologizzato a volte utopistico, a volte a forte tinte sociali a volte completamente altro dalla nostra realtà.
Non a caso, la fantascienza è spesso denominata anche con l’appellativo di “narrativa d’anticipazione”. Una definizione che ne demarca la tendenza – più che ad “anticipare” possibili invenzioni tecnologiche - ad immaginare futuri scenari sociali, politici ed economici, di cui oggi s’intravede qualche sintomo. Secondo alcuni critici, infatti, la funzione principale della science fiction è l’estrapolazione, ovvero il riconoscimento, sulla base di alcuni elementi, di una tendenza in atto per proiettarla nei suoi sviluppi futuri.
I racconti che presentiamo in questo numero estivo di Delos sono tutti in linea con questa visione della science fiction, proiettandoci in mondi altri, in alcuni casi vicini alla nostra realtà in altri casi in mondi completamente immaginari.
Nel ringraziare tutti gli autori presenti nell’antologia, un grazie particolare va a Franco Forte, un faro per tutti coloro che si occupano di letteratura di genere in Italia, per avermi concretamente dato una mano per la scelta degli autori di questo volume che speriamo possa allietare questa estate 2013. Buona lettura.
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