Seppur lontana erede degli antesignani System Shock, la serie Bioshock, lanciata nel 2007 e giunta quest'anno, con Bioshock Infinite, al terzo episodio, si può a buon diritto considerare una delle novità più piacevoli della lunga stagione di digital entertainment dell'era hd targata Ps3 e Xbox 360 che ha abbracciato anche il panorama dei Pc. Fantascienza purissima della miglior specie, capace di appassionanti riflessioni, come nell'ultimo capitolo ambientato a inizio Novecento tra le deviate utopie della fortezza volante di Columbia, persino sulle più ardite implicazioni delle teorie quantistiche, soggetto per un racconto toccante e straordinario così come, nei primi due Bioshock, incentrati sulle derive della città sommersa di Rapture, negli anni Sessanta, era stato con le scoperte della genetica. A breve i due universi dovrebbero arrivare a toccarsi, in un doppio dlc story driven (Burial at Sea) che seguirà, nei prossimi mesi, il primo contenuto scaricabile single player (Clash in the Clouds) distribuito in questi giorni dall'editore 2K Games, il quale, oltre a Bioshock, si può fregiare, nel suo catalogo, di un altro cult della science fiction recente, ossia Borderlands (riuscitissimo mix di stile first persone shooter e febbre da looting numerico statistico alla Diablo, violenza hardcore e disegno cartoon), ma soprattutto si sta impegnando alacremente per il ritorno con ogni crisma di un classico: X-Com.
Mentre i Bioshock si caratterizzano per l'impianto narrativo colto e raffinato, l'operazione Xcom recupera piuttosto le atmosfere vintage, in salsa pop, di certa fantascienza anni '50-'60, quando il mondo era diviso in due blocchi e gli alieni, metafora della paura dell'altro, vissero in Usa un periodo d'oro all'ombra di ventilate, temute, invasioni rosse. Dopo l'omaggio di Xcom: Enemy Unknown, il titolo del 2012 firmato Firaxis che riprendeva filologicamente, evolvendoli secondo i canoni produttivi attuali, i dettami tattico-strategici dei vecchi X-Com, con tanto di visuale a volo d'uccello e fog of war, tra poche settimane, il 23 agosto, debutterà la versione sparatutto: The Bureau: Xcom Declassified. Non sarà un fps come precedentemente ipotizzato, ma un gioco in terza persona, con le coperture e il menu tattico attraverso cui comandare i propri compagni di squadra, sulla falsariga di altri successi, da Rainbow Six/Brothers in Arms a Gears of War/Mass Effect. Un modo per rievocare, fin nei fatti, le atmosfere degli originali.
Se da una parte rappresenta una sorta di prequel del reboot aperto, in senso più generale, da Enemy Unknown, The Bureau costituisce a tutti gli effetti anche un nuovo inizio. Suggerendo un affascinante parallelismo fantascientifico, per lo studio responsabile del progetto, 2K Marin, lo stesso di Bioshock 2, la sua interpretazione di Xcom sta a quella più classicheggiante di Firaxis come Torchwood sta a Doctor Who. The Bureau si svolge negli anni Sessanta e descrive la nascita della sezione speciale del governo americano incaricata di affrontare la minaccia extraterrestre. Al di là del protagonista, un agente della Cia dal passato tormentato chiamato adesso a indagare sulle intenzioni dei “grigi”, la scelta dell'epoca non è casuale. Con la scusa degli alieni e un taglio a metà tra Mad Men e X-Files, l'obiettivo degli autori di The Bureau è anche fotografare un momento chiave della storia degli States, nel pieno del boom economico, sedotti a suon di villette, elettrodomestici e famiglie perfette dai sogni dell'American way of life, eppure ancora vittima di quei nodi irrisolti sul tema dei diritti civili, delle tensioni sociali e dei conflitti generazionali che da lì a poco esploderanno nell'ondata di proteste dei movimenti di contestazione. Come da tradizione Take Two, che accanto ai videogame della linea 2K pubblica la Rockstar di Gta, di carne al fuoco insomma dovrebbe essercene parecchia.
Subito qui sotto, i trailer di The Bureau: Xcom Declassified. Nella prima serie, in live action, tra gli attori anche Dominic Monaghan, alias Charlie Pace di Lost. In fondo un filmato che monta invece sequenze tratte direttamente dal gioco.
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