
Queste riflessioni ci sembrano parte integrante della poetica di Francesco Verso che della riflessione sulla natura del corpo artificiale ne ha fatto uno dei fulcri della sua narrativa.
Come sottolinea ancora la Haraway: “Le scienze della comunicazione e la biologia costruiscono oggetti di conoscenza tecnico-naturali in cui la differenza tra macchina e organismo è completamente offuscata, la mente, il corpo e lo strumento sono molto vicini”.
Peter Pains, il protagonista di Livido, è il simbolo di un uomo che ha espresso se stesso proprio con il suo corpo, un corpo mutato, ibridato con la tecnologia, che corre grazie a una particolare protesi al ginocchio e che desidera una nexumana, il cyborg all’ennesima potenza.
Come sottolinea ancora la Haraway: “Il cyborg è un’immagine condensata di fantasia e realtà materiale, i due centri congiunti che insieme strutturano qualsiasi possibilità di trasformazione storica”. Ed in tal senso, Livido è un romanzo di una sconcertante attualità.
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