Il film, dicevo prima, vuole portare oscurità nel mondo ottimista di Star Trek, una oscurità che l'antagonista del primo film non era in grado di portare, nonostante si chiamasse Nero, per la sua mancanza di carisma.
In questo secondo episodio tale lato oscuro è incarnato da un nemico misterioso, un terrorista intergalattico, le cui intenzioni distruttive non sembrano conoscere confini terreni né cosmici, John Harrison, un unico uomo forte come un esercito maledetto, che diventa il bersaglio del Capitano Kirk. Il cognome del personaggio è lo stesso di uno dei personaggi di contorno della TOS.
Per impersonarlo è stato scelto dopo un lungo casting, Benedict Cumberbatch, l’attore inglese diventato famoso in TV per Sherlock, visto al cinema in War Horse ed Espiazione (tra gli altri), e che darà voce al Drago Smaug nella trilogia che Peter Jackson ha tratto da Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien.
“Nel primo film abbiamo avuto attori straordinari che hanno personalizzato i loro ruoli, con uno spirito perfettamente adatto a ciò che facevano. Benedict ha fatto esattamente la stessa cosa con il suo personaggio”, ha spiegato Abrams. “Ha incarnato il suo ruolo con un atteggiamento completamente nuovo, con personalità, forza e con un background diverso. È un attore irresistibile ed energico, ha un approccio asciutto e raffinato, che è davvero indovinato, e che ha annullato qualsiasi dubbio potessi avere riguardo il suo aspetto. Non avevamo intenzione di ripeterci in questo film e lui rappresenta la nostra versione del personaggio già apparso nella serie. È stata la decisione giusta perché è bravissimo”.
Cumberbatch era già un fan di Star Trek quando ha letto il copione. “Avevo visto il primo film e pensavo che fosse magnifico. È una commedia intelligente e umoristica e allo stesso tempo fedele all’originale. E questo copione mi ha catturato ancora di più. J.J ed io abbiamo parlato molto del mio personaggio, della sua identità e del suo ruolo nella Flotta Stellare”.
Sulla sua esperienza sul set Cumberbatch ha dichiarato: “J.J. crea un’atmosfera sul set che è davvero esilarante. Ha grande rispetto per gli attori e il loro lavoro, e c’è sempre spazio e tempo per il gioco ma anche per una seria concentrazione. È una dinamica che funziona benissimo”.
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