Uhura non sarà stavolta l'unica donna tra gli ufficiali dell’Enterprise. In questa nuova missione sarà affiancata da Carol Marcus, però l'attrice annuncia che il suo personaggio occuperà un posto importante fra Kirk e Spock, che se la contenderanno come alleata: “Lei però è più attratta da Spock perché si attiene alle regole. Tuttavia ammira anche il lato ribelle di Kirk perché sa che il suo cuore è buono e generoso. Gode del massimo rispetto di entrambi”. In questo senso l'interprete ha affermato di occupare un posto d’onore da cui osserva il modo in cui Kirk e Spock si affrontano e si relazionano. “È stato bellissimo vedere Chris e Zach che costruiscono i propri personaggi, rispettando la loro natura ma aggiungendo alcune peculiarità”, ha osservato. “Penso che siano migliorati moltissimo e mi è piaciuto molto il modo in cui si beccano in questo film. E mentre si scambiano le loro battute, si percepisce benissimo la stima e l’amicizia che nutrono reciprocamente.” Così come Kirk e Spock, anche Uhura subisce dei grandi cambiamenti in Into Darkness. “L’equipaggio sta diventando adulto, assume maggiori responsabilità e impara ad accettare la strada che ognuno di loro ha scelto” ha affermato Zoe Saldana. “Ognuno di loro impara a sentirsi a suo agio nella sua pelle, soprattutto Uhura. Si chiede: sarò in grado di sacrificare la mia vita per la mia squadra, la mia nave, per i principi in cui credo? Sono domande importanti per lei”. Ma Star Trek non sarebbe tale se non ci fossero Leonard “Bones” McCoy, Montgomery Scott alias Scotty, Pavel Chekov e Ikaru Sulu.
Bones si troverà a chiedersi quale rotta stia prendendo la Flotta Stellare: “È preoccupato di questa nuova missione perché ha una valenza militare, e lui crede che la Flotta Stellare sia più adatta a missioni pacifiche e di esplorazione”, ha spiegato Karl Urban recentemente visto (non in Italia) in Dredd.
Il senso dell''umorismo di Bones sarà nuovamente fondamentale per l'equilibrio dei rapporti tra Kirk e Spock e per sedare i conflitti che esplodono a bordo dell’Enterprise. “Al centro di Star Trek c’è un gruppo di persone che non è del tutto in sintonia, ma che alla fine riesce sempre a superare le differenze reciproche per poter sconfiggere un avversario comune”, ha spiegato Urban. “Bones secondo me è l’esatto opposto di Spock. Se Spock è la logica, Bones incarna l’umanità... e Kirk dovrà trovare un equilibrio fra questi due estremi per poter essere un bravo capitano. In Star Trek Into Darkness assisteremo ad un momento critico nel loro rapporto perché discuteranno animatamente per far prevalere il proprio modo di condurre le operazioni”.
Crisi anche per l'ingegnere della nave Scotty, interpretato nuovamente dall’attore inglese Simon Pegg. “Sono stato contento di impersonare di nuovo Scotty perché la Enterprise sta diventando un vero equipaggio. Nel primo film, ci siamo incontrati e abbiamo trovato un modo per stare insieme. Ora Scotty conosce tutti meglio, anche se ognuno sta cercando di migliorare i rapporti interpersonali. Per esempio ancora chiama Chekov ‘piccoletto’”, ha affermato ridendo Pegg.
Anton Yelchin, che torna a bordo dell’Enterprise nei panni dell'enfant prodige russo Pavel Chekov, la pensa allo stesso modo. “Di J.J. mi piace il fatto che è veramente affezionato a questo mondo e ad ogni singolo personaggio e al loro percorso individuale”, ha affermato. “Non solo fa piacere venire diretti da J.J. ma è bello vederlo all’opera”.
È Chekov che sostituisce temporaneamente Scotty quando le cose si mettono male con Kirk. “A un certo punto Kirk e Scotty hanno un diverbio e Kirk dice a Chekov, ‘Indossa una maglietta rossa’”, ha spiegato Yelchin. “Così finalmente ho potuto cambiato colore! Ma a parte tutto, mi è piaciuto il momento in cui Chekov deve dimostrare di essere pronto e capace e di sapersi adeguare se necessario”.
Yelchin ha affermato di essersi preparato al ruolo di Chekov tornando alle origini del personaggio. “Ho visto varie volte le puntate della serie originale in cui appare Chekov. Amo questo personaggio ed ero felice di poter tornare sulla Enterprise. Mi piace inoltre il modo in cui questo film mescola il grande tema della vittoria contro l’azione giusta, un tema che ricorre in tutta la storia letteraria e cinematografica di questa serie, insieme all’umorismo e all’intelligenza dell’universo di Star Trek”.
John Cho, che ancora una volta interpreta il timoniere Hikaru Sulu, concorda: “Questo secondo film è davvero fedele alle origini spirituali di Star Trek, nel modo in cui affronta le nuove idee e le grandi domande, attraverso questi personaggi familiari”. Per Cho tornare sul Ponte insieme ai suoi colleghi è stato naturale. “Sembrava che il tempo non fosse passato”, afferma. “Non succede spesso nella vita di vivere una bellissima esperienza e di avere il privilegio di poterla rivivere in modo ancora più eccitante”.
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