Andare o non andare a vedere Man Of Steel?
Questo è il dilemma. E per cercare di scioglierlo proviamo ad indagare sull'argomento.
Prima che Man Of Steel diventasse un film fu una miniserie affidata a John Byrne che stabilì il reboot delle origini di Superman nel mondo della DC Comics dopo il mega crossover intitolato Crisis on Infinite Earth.
Non penso sia casuale che il titolo del fumetto e del film coincidano visto che Zack Snyder (il regista) si dichiara un vero appassionato dei fumetti DC comics. Quindi, signore e signori stiamo per assistere ad un Nuovo Inizio per Superman. (Chi ha detto “ebbasta con i reboot?”)
La genesi del film è abbastanza nota, ma ricapitoliamola. Durante le riprese della trilogia batmaniana di Nolan il suo braccio destro Goyer in crisi creativa sull'Uomo Pipistrello aveva buttato giù un trattamento per attualizzare le avventure del Kryptoniano caduto sulla terra esattamente come stava succedendo per il Cavaliere Oscuro.
Il concetto fondamentale era: tanto di cappello a Donner e Synger per i loro Superman ma questo sarebbe stato diverso proprio come era diverso il Batman di Nolan rispetto a quello di Burton e Schumacher.
A quanto pare il progetto riscosse l'approvazione della Warner Bros e si passò alla ricerca del regista. L'onnipresente Guillermo del Toro fu tra i candidati (perfino Ben Affleck fece parte della schiera) finché la scelta non cadde su Zack Snyder (300 e Watchmen) il quale sin dall'inizio mise in chiaro che il suo Superman, come il Batman di Nolan, era il solo supereroe sulla terra.
Superman e Batman (nati nella seconda metà degli anni trenta) sono stati i primi supereroi e sono sempre stati i pilastri della DC Comics, mentre la sua concorrente (Marvel) nemmeno esisteva e sotto il nome di Timely editava appena appena appena Sub Mariner e La Torcia Umana. Il primo incontri dei due supereroi sulle pagine di un fumetto risale al 1952 (ovvero dopo circa 13 anni di carriera in solitaria) mentre trascorse solo un anno tra l'inizio delle collane di Iron Man, Thor, Ant Man e Hulk e il loro team up negli Avengers.
Dunque, perché sia chiaro una volta per tutte, l'introduzione di un universo coerente, condiviso e dotato di continuity è sempre stato l'ingrediente fondamentale della Marvel ma non della DC, che solo dagli anni settanta cercò di seguire quanto facevano Stan Lee e soci allo scopo di recuperare terreno nelle vendite.
Questo per dire che affrontare la visione di Man of Steel aspettando che vi siano riferimenti a Batman (anche se in rete si parla del logo della Wayne Enterprises su un satellite che Superman incrocia) o addirittura dei cameo che possano gettare i semi per Justice League probabilmte è uno sforzo improbo, meglio rivedere Avengers per l'ennesima volta.
Negli anni Superman è sempre stato la più grande sfida della trasposizione di un fumetto in film (anche come serial televisivo) perché metteva in scena un vero dio tra gli uomini, superforte, resistente a tutto, capace di volare e con la mentalità etica di un Paladino.
Si capisce bene che un personaggio così privo di problematicità poteva funzionare egregiamente fino all'inizio degli anni sessanta, ma poi una volta arrivati i Supereroi con Superproblemi della Marvel per i quali da grandi poteri derivavano grandi responsabilità tutto è cambiato.
Negli anni in diversi hanno provato ad attualizzare, modificare, riadattare più e più volte il ragazzone in mantello rosso, ma l'essenza del mito resta sempre quella un imbattibile semidio che camuffa la propria identità segreta dietro un paio di occhiali da timidone e con il solo tallone d'Achille della kryptonite, nel bene e nel male.
Il film in uscita, a quanto è dato sapere, ci fa conoscere un Clark Kent che si sporca le mani, alla ricerca del suo posto nel mondo, oberato dal pensiero stesso dei propri poteri e dall'uso che potrebbe farne (dominare l'umanità o mettersi al suo servizio?), che si confronta con il suo essere Straniero in Terra Straniera e allo stesso tempo costretto a combattere (a suon di pugni) gli stessi avversari che avevano osteggiato suo padre, il famigerato generale Zod.
Questa trama, quindi, non tiene in alcuna considerazione né i film precedenti né la lunghissima serie di telefilm Smallville privandoci (per una volta) della presenza di Lex Luthor, in totale Nolan Style (non dimentichiamo che nella sua trilogia l'antagonista per eccellenza di Batman: il Joker, è arrivato solo nel secondo film). Il soggetto riecheggia il revisionismo supereroistico degli anni ottanta, quello, per intenderci, che ha in The Dark Knight di Frank Miller uno dei cardini.
Proprio in quella storia vediamo Batman sconfiggere Superman con spietatezza e alta tecnologia, permettendo quindi al Cavaliere Oscuro di far mordere la polvere al Supereroe per Eccellenza cui è affidato il compito di difendere l'ufficialità delle posizioni governative degli Stati Uniti d'America.
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