Dov'è finito l'affabulatore di storie inquietanti? Che ci sia stato un netto cambiamento di qualità nei film del regista non esiste alcun dubbio, e la discussione divide chi concede al regista la possibilità di esplorare altri modi di narrare e chi invece ritiene

La locandina internazionale.
La locandina internazionale.
 che “la vena si sia esaurita”. Personalmente l'ultimo tratto della strada di Shyamalan mi lascia con l'amaro in bocca e non riesco a considerare gli ultimi film alla stregua dei primi, è come se fosse passato a dirigere lunghi episodi di Twilight Zone.

Vanno menzionati anche i due sceneggiatori di After Earth: Stephen Gagan e Gary Whitta. Il primo sfodera un curriculum di tutto rispetto, se il film in questione fosse un poliziesco “procedural” o un action (ha nel suo carnet la regia di Syriana e NYPD la serie tv), ma abbiamo detto che After Earth è un film di fantascienza, e quindi forse ha maggior peso nel lavoro il secondo: Gary Whitta al quale si devono alcuni episodi di Star Trek Voyager, Futurama e Codice Genesi, per tacere dei progetti futuri che coinvolgono sceneggiature tratte da giochi per consolle/PC come Diablo e Warcraft.

Forti di queste premesse arriviamo alla visione del film, ed ecco la trama.

In un lontano futuro i terrestri sono emigrati su Nova Prime abbandonando una Terra inabitabile che si è poi trasformata in un pianeta ostile proprio alla vita umana, non che su Nova Prime siano tutte rose e fiori, infatti i terrestri sono costretti a vedersela con una specie di orsi ciechi molto aggressivi capaci di fiutare la paura.

Con queste premesse abbiamo un figlio (Jaden Smith) che prova ad entrare nei Ranger, corpo del quale il padre (Will) è non solo Generale, ma figura quasi leggendaria. Purtroppo l'ereditarietà non sembra aver funzionato un granché e il giovane viene respinto.

Temendo la catastrofe familiare conseguente al conflitto Figlio/ Padre la madre li convince alla “classica escursione tra maschi” che (ahinoi) condurrà entrambi ad un atterraggio di fortuna sul pianeta Terra.

Il padre Will, ferito gravemente, sarà costretto a dirigere il figlio Jaden alla ricerca del segnale di soccorso da lanciare per farsi recuperare.

E qui inizia l'avventura da gioco da consolle dove Jaden affronterà e supererà livello dopo livello fino a raggiungere l'obiettivo finale e dimostrare che i test di ammissione talvolta sono poco veritieri.

La prima domanda che mi è venuta vedendo il film è stata: Fantascienza?

Non basta l'ambientazione esotica (ricavata da scenari naturali e di sicuro uno dei pochi punti di forza del film insieme alla fotografia) e qualche mostro cattivone per rendere fantascienza una storia che poteva essere ambientata in qualsiasi altro contesto.

È un film sul rapporto padre figlio dove le personalità sono quanto di più stereotipato si possa avere.

Will Smith rinnega la propria natura giocherellona, ironica e caciarona per sfoderare il grugno di un padre severo che risulta quanto di meno credibile abbia recitato.

Jaden inizia a sfoggiare una fisicità simile al padre (in certe riprese di spalle si atteggia proprio come lui) ma diciamo che se sono psicologicamente preparato ai figli di papà del cinema italiano lo sono molto meno riguardo a quelli di Hollywood.

Shyamalan e la sua regia sono ormai preda della maledizione del Sesto Senso, ovvero il regista è il fantasma di se stesso e non sa di esserlo.

After Earth è, per concludere, un buon prodotto per gli Young Adults (maggioranza del pubblico USA) nonché ottimo traino per giochi per consolle e altro merchandising capace di far rientrare nelle casse del produttore Will Smith buoni guadagni.

Purtroppo di Fantascienza, Shyamalan, Will Smith ci sono solo i nomi ma non la sostanza.