Apparentemente questo 2013 sembrerebbe un anno cinematografico all'insegna della fantascienza, e non solo della fantascienza dei “franchising maggiori” come Star Trek, Marvel, DC, ma anche di one shot interessanti o quantomeno da vedere.
After Earth fa parte di questa categoria.
Offuscato nei lanci di agenzia da Iron Man 3 e Star Trek Into Darkness, è sbucato sul grande schermo suscitando curiosità, e reazioni contrastanti dopo la visione.
Ma cerchiamo di ricostruire le radici di questo film per poterne poi discutere. Partiamo da Mr. Will Smith.
Non possiamo che definirlo uno degli uomini più potenti dello Show Business. Partito nel 1990 con la serie Il Principe di Bel Air che segnò il suo passaggio dal rap alla recitazione ha costruito una carriera solida e soprattutto estremamente redditizia interpretando pellicole che ne hanno confermato o il talento attoriale o la capacità di riportare nelle casse dei produttori non solo quanto era stato investito per il film ma congrui margini di guadagno.
Nella sua filmografia troviamo pellicole particolari come Sei Gradi di Separazione (tutt'ora un piccolo cult), La Leggenda di Bagger Vance (diretto da Robert Redford), Ali (di Michael Mann, e non ditemi che dopo il primo quarto d'ora non avete dimenticato che fosse Will Smith e visto davvero Cassius Clay sullo schermo), la Ricerca della Felicità e Sette Anime che hanno concesso a Gabriele Muccino un buon ingresso a Hollywood trattando sia un soggetto “alla Frank Capra” che lo scomodo argomento dell'eutanasia. Ma di sicuro i film che restano maggiormente nella memoria degli appassionati sono quelli in cui Will sfodera il suo sorriso accattivante mentre attorno a lui infuria la battaglia e dove con la nonchalance del beato incosciente riesce a uscire indenne da qualsiasi pericolo salvando la bella di turno se non addirittura l'intero pianeta Terra. E qui scivoliamo nel genere action e nella fantascienza. Se da un lato sta la serie di Bad Boys, classico buddy movie poliziesco che diretto da Michael Bay sfodera tutto il repertorio di tecniche registiche poi rafforzato in Trasformers dall'altro abbiamo i tre episodi di Man In Black, Independence Day, Io Robot, Hancock e Io Sono Leggenda.
Indubbiamente nella serie dei MIB Will Smith ricostruisce lo schema del buddy movie poliziesco dove si trova maggiormente a proprio agio, e con le debite variazioni, la cosa si ripete con Io Robot dove più che un “Deckard” sembra un agente J prestato alla futuribile polizia di Chicago. Hancock resta una gradevole eccezione al classico film di supereroi, diciamo un tentativo che si è inevitabilmente scontrato con la pletora di supereroi cui Hancock stesso attingeva, insomma un film vedibile ma che non resta nella memoria. A mio giudizio la prova d'attore e il soggetto fantascientifico di Io Sono Leggenda pongono questo film su un piano diverso rispetto agli altri, spostando l'attenzione non tanto sull'action di genere quanto sulla celebrazione dell'attore (una specie di “Tomcruisismo” se posso osare il neologismo). Non dimentichiamo, nell'esame della filmografia di Will Smith, la contaminazione action, cyberpunk, western di Wild Wild West, un film godibile e sotto tanti aspetti trascurato.
Forte di questa carriera, in un ottica di autoproduzione e celebrazione, nonché di (concedetemelo) puro nepotismo, Will Smith ha iniziato a infilare nel mondo del cinema suo figlio Jaden, prima accanto a se nella Ricerca della Felicità, poi in Ultimatum alla Terra, nel remake di Karate Kid ed ora ancora insieme per After Earth. E per quanto riguarda Will Smith per ora ci fermiamo qui.
Perchè il regista di After Earth è M. Night Shyamalan.
Ripercorriamo un momento la strada che ha portato Shyamalan ad After Earth.
Si inizia con Il Sesto Senso. Quante volte avete rivisto questo film? Una pellicola di esordio da studiare per la meticolosità del soggetto, degli inside jokes inseriti, l'atmosfera inquietante e il finale a sorpresa cheper diversi anni ha reso superflua qualsiasi altra pellicola sugli spettri, fantasmi e simili.
Vedere uno dei primi film di Shyamalan voleva dire accettare di guardare la realtà che ci circonda con la classica lente deformante, come se ci spingesse a osservare negli interstizi del nostro mondo proprio dove affioravano realtà alternative, diverse, esistenti da sempre ma oscurate alla nostra vista.
Unbreakable è un film sui supereroi che a detta di parecchi soggettisti e scrittori di comics va indicato come una delle opere più originali e mature sul tema, e anche Signs con Mel Gibson e i famosissimi “coni di domopak” per impedire agli alieni di controllare la mente dei poveri terrestri riesce ancora a sorprendere inserendo una riflessione sulla religiosità e l'inconoscibile in un classico soggetto fantascientifico.
I film che sono seguiti: The Village, Lady in The Water, E Venne il Giorno e The Last Airbender non possono che essere argomenti di discussione.
La prima domanda è: che è successo a Shyamalan?
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