Il rapporto tra la televisione e la fantascienza è sempre stato costellato di incomprensioni, per non dire veri e proprie liti, tra chi la tv la realizza e chi ci mette i soldi. Per dirla in altri termini tra i creativi e i poduttori. Esemplare è il caso di Star Trek Ka seria classica e del rapporto che il suo creatore, Gene Roddenberry, ha avuto con i dirigenti della NBC. Come è noto vennero realizzati due pilot, due primi episodi, perché il primo venne ritenuto troppo cerebrale dai vertici del network televisivo e, stranamente, venne concessa a Rodenberry la possibilità di realizzarne un secondo.
Fatto unico più che raro, ma paradigmatico di quanta poca lungimiranza abbiano coloro che nella televisione investono soldi e sappiamo, col senno di poi, cosa sia stato il franchise di Star Trek in tal senso.
Ebbene, sembra che le cose non siano cambiate molto dalla metà degli anni Sessanta. J. Michael Straczynski, l'ideatore della serie Babylon 5, si è recentemente lamentato proprio dell'ottusità di chi decide se realizzare o meno una serie televisiva: in sotanza i principali netwotk televisivi americani. L'accusa è circostanziata: per Straczynski i network non prenderebbero sul serio la fantascienza.
Ecco il suo giudizio: "Il problema è che i network continuano a non prendere sul serio la fantascienza, e addirittura se ne sentono minacciati. Ho avuto a che fare con executive che mi dicevano che la fantascienza non funziona perché la gente non è interessata a ciò che accade ai personaggi nello spazio, bisogna stare a terra altrimenti non interessa a nessuno. E poi mi dicevano: scrivi un po' quello che ti pare, è fantascienza, non deve per forza avere un senso. Questo perché sono ancora convinti che nella fantascienza debba sempre essere in gioco il destino del mondo. Se stai scrivendo un dramma, non è che devi per forza fare in modo che la soluzione di un omicidio, ad esempio, debba essere in relazione con la salvezza dell'universo, ma questa è la sensazione diffusa. E in effetti, gran parte della fantascienza cinematografica segue queste regole. Il che è pazzesco. Un film come 2001 — Odissea nello Spazio oggi non si potrebbe fare. Troppo cerebrale, troppa poca azione."
Qualcuno potrebbe pensare che Straczynski abbia del livore nei confronti dei produttori televisivi per il fatto che abbiano sostanzialmente bocciato Sense8, un progetto di serie sci-fi ideata e coprodotta insieme a Andy e Lana Wachowski, il magnifico dquelli di Matrix e Cloud Atlas, ma siamo più inclini a pensare che ancora oggi, nonostante la fantascienza in televisione abbia dimostrato di poter fare grandi numeri ed appassionare milioni di spettatori in tutto il mondo (e non necessariamente appassionati di fantascienza, anzi, ma questa è un'altra storia) aleggi sempre una sorta di pregiudizio del tipo che la science fiction è "troppo fuori dalla realtà dell'uomo per poter interessare gli spettatori. Meglio il solito police drama, o da noi la fiction con il prete che indaga meglio delle forze di polizia che una serie con protagonisti astronauti, viaggiatori del tempo o mostri spaziali.
Straczynski, intanto, ha deciso di distribuire la sua creatura televisiva attraverso Netflix, una piattaforma di trasmissione online. E chissà che la Rete alla lunga non scompaggini i piani dei vertici delle televisoni americane e non solo.
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