La momentanea mancanza di creatività, a volte, può giocare brutti scherzi. Capita così che William Gaines e Al Feldstein, rispettivamente editore e sceneggiatore della EC Comics, sono a corto d’idee per i soggetti dei loro fumetti. Le testate sono tante e non è facile riempirle sempre con storie originali. Ma i due sono anche lettori onnivori di riviste di fantascienza e fantasy, come Galaxy Science Fiction ;e The Magazine of Fantasy & Science Fiction. E allora che c’è di male a ispirarsi a uno di quegli innovatori scrittori? Si prendono un paio di racconti, si mescolano insieme ed ecco, bello è servito, un nuovo soggetto per Weird Fantasy, la rivista dove per l’appunto vengono pubblicati fumetti di fantascienza. Ovviamente, pensano i due, non è il caso di accreditare l’autore delle storie. Peccato che il malcapitato scrittore fosse un certo Ray Bradbury, artefice di capolavori come Cronache marziane (The Martian Chronicles, 1950) e Fahrenheit 451 (1953). Ebbene, Bradbury invece di intentare cause o accusare pubblicamente la EC Comics di plagio, inviò un biglietto a William Gaines che più o meno recitava così: “Complimenti per i fumetti. Ci deve essere stato un disguido con il tuo ufficio amministrativo o forse sei troppo impegnato nel tuo lavoro, perché non mi è ancora arrivato l’assegno”.
Gaines, capita l’antifona, non solo si precipitò a pagare i diritti per quelle due storie, ma chiuse con l’autore di Fahrenheit 451 un accordo per adattare a fumetti numerosi altri racconti. In totale furono 27 i fumetti tratti dai racconti dello scrittore americano. Tra queste ve ne furono alcune tratte da Cronache marziane, tra cui The Million-Year Picnic (Weird Fantasy 21) e The Silent Towns (Weird Fantasy 22), presenti nel volume che avete tra le mani: un motivo più che sufficiente per apporlo con cura nella propria biblioteca di fumetti. Le storie brevi che compongono le “cronache marziane” con le quali Bradbury affresca l'epopea dell'umanità alla conquista del pianeta rosso in un arco di tempo rigorosamente cronologico, che va dal 1999 al 2026, sembravano ben adattarsi a essere trasposte in fumetti. La prima, La gita da un millione di anni, è quella che chiude l'opera di Bradbury e ha per protagonista l'ultima famiglia "terrestre" rimasta su Marte, in quanto una guerra atomica ha richiamato sulla Terra tutti gli umani che erano sul pianeta rosso. Durante la passeggiata su Marte, tra città morte e canali, Timothy - il più piccolo della famiglia - chiede a più riprese al padre di poter vedere un marziano. L'uomo, alla fine della gita, vuole accontentare il figlio e chiede a sua moglie e ai suoi figli di specchiarsi nelle acque di un canale per vedere gli ultimi marziani, ossia loro stessi. Anche in Le città silenti, l'altro racconto tratto dalle Cronache marziane, il protagonista si ritrova solo su Marte, fino a quando riesce a mettersi in contatto telefonico con una donna. Quest'ultima, però, non è proprio quella dei suoi sogni e così opta per una vita decisamente più solitaria. Bradbury è presente anche con una terza storia, dal titolo L'ora zero, adattata da uno dei suoi racconti più belli. Questa volta, il tema è l'invasione, un classico della science fiction, ma meno scontato è che complici degli alieni che intendono invadere la Terra siano dei bambini. Va segnalato, infatti, che Zero Hour - questo il titolo originale del racconto dello scrittore americano - è una storia pubblicata nel 1947. Il racconto, inoltre, fu pubblicato per la prima volta nel 1958, in appendice al numero 9 di Cosmo, una collana di romanzi di fantascienza dell'epoca, ma apparve un anno dopo anche nell'antologia Le meraviglie del possibile, edita dall'Einaudi. Si tratta della prima raccolta di racconti che finì negli scaffali delle librerie italiane, pubblicata da un importante editore e curata da Carlo Fruttero, scrittore e curatore per vent'anni con Franco Lucentini di Urania, e da Sergio Solmi, uno dei più importanti critici letterari italiani.
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